Usa: dieci anni ininterrotti di espansione, è record

L’economia Usa attraversa la fase di espansione più lunga della sua storia, 121 mesi di trend positivi. Battuto il record 1991-2001.
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La più duratura di sempre
Da giugno 2009 a luglio 2019. Dieci anni, 121 mesi per essere precisi, in cui l’economia Usa è in espansione.
Si tratta della più lunga fase positiva nella storia dell’economia degli Stati Uniti. Il precedente record era stato fissato nel marzo del 2001, dopo 120 mesi (dal marzo del 1991), e spazzato via dalla bolla delle dotcom.
A rilevarlo è il National Bureau of Economic Research, che però sottolinea come questo lungo periodo di felicità dell’economia americana sia stato anche uno dei più lenti.
Il Pil a stelle e strisce, infatti, è cresciuto appena del 25% dal 2009, un dato molto più basso rispetto alle precedenti fasi di espansione registrate.
Tasso di disoccupazione
A confermare il trend positivo, c’è anche il tasso di disoccupazione, ai minimi dal 1969: solo il 3,6%. Un risultato significativo se si pensa che a ottobre del 2009 era al 10%.
Anche in questo caso però il recupero dell’occupazione è stato tra i più lenti nella storia delle fasi di espansione americane.
Wall Street
l timore di una fase di recessione è stato comunque sempre al centro dei pensieri degli investitori: se da un lato l’S&P 500 ha battuto ogni record positivo, dall’altro il mercato obbligazionario ha vissuto un periodo travagliato che, per vari motivi (dalle tensioni geopolitiche in Medio Oriente, al braccio di ferro commerciale con la Cina), ha spinto i tassi d’interesse sui Treasury con scadenza a 10 anni sotto il 2%.
Si è così assottigliato il divario tra i rendimenti dei bond a lungo termine con quelli a scadenza più ravvicinata. Uno scenario che ha a lungo fatto presagire che una fase di recessione potesse essere dietro l’angolo.
Commercio
La tregua con la Cina sui dazi ha fatto tirare un sospiro di sollievo sui mercati, che tuttavia hanno avuto poco tempo per festeggiare.
Ieri, la Casa Bianca è tornata a prospettare nuove tariffs, questa volta su 4 miliardi di merci europee, spedendo gli indici di Wall Street in negativo.
La Fed
La banca centrale ha prospettato nelle scorse settimane tagli ai tassi d’interesse per luglio. Un supporto per l’economia americana che potrebbe garantire a questa fase di espansione di consolidare il proprio record.
Un taglio che gli analisti si aspettano essere compreso tra i 25 e i 50 punti base.
Inversione di tendenza?
Il timore di un rallentamento continua comunque a sussistere ed è legato al rischio, percepito come reale, che i tagli della Fed possano non essere abbastanza veloci o non avere un impatto sufficiente sull’economia.
A dare un’indicazione sugli scenari futuri dell’economia Usa sarà il June Jobs Report, che verrà rilasciato venerdì. Gli analisti si aspettano una secca inversione di tendenza rispetto ai deludenti numeri di maggio, quando i nonfarm payrolls, ossia il numero di persone che hanno trovato impiego, esclusi gli operai, gli impiegati governativi e quelli in associazioni no-profit, erano aumentati di sole 75mila unità.
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