USA: In calo domanda e offerta di lavoro, e la disoccupazione rimane contenuta

09/10/2025 06:15
USA: In calo domanda e offerta di lavoro, e la disoccupazione rimane contenuta

Domanda e offerta di lavoro si sono indebolite, permettendo alla Fed di segnalare la possibilità di ulteriori tagli dei tassi oltre a quello di settembre.

A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM

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Nessun dato rilevante per i mercati in uscita oggi. Abbiamo visto ieri il crollo della produzione industriale MoM di agosto della Germania, che ha fatto segnare -4,3% (-1% atteso), da +1,3% di luglio. Crollo che dimostra ancora una volta le difficoltà di ripresa dell’economia tedesca.

Motivata dalle preoccupazioni per il rallentamento del mercato del lavoro, la Fed ha tagliato i tassi il mese scorso. Taglio che rafforza la posizione pro-rischio di gran parte degli investitori. La crescita dell'occupazione è scesa sotto i 200.000 al mese quest'anno e la disoccupazione è leggermente aumentata. Il rallentamento riflette probabilmente l'incertezza sui dazi, in attesa di chiarezza da parte delle aziende e i tagli federali ai posti di lavoro, con circa 100.000 posti di lavoro persi finora e altri in arrivo.

Anche l'offerta di lavoro si è indebolita. Il Congressional Budget Office prevede ora un'immigrazione netta di 400.000 persone nel 2025, rispetto a una stima di gennaio di 2 milioni. Il risultato: la domanda di lavoro ha subito un forte rallentamento, ma anche il ritmo di "pareggio" della crescita occupazionale, che mantiene sotto controllo la disoccupazione e gli aumenti salariali, è diminuito notevolmente. In altre parole, sì la crescita dell'occupazione sta rallentando, ma le perdite di posti di lavoro sono contenute, con un tasso di disoccupazione basso rispetto agli standard storici.

Per la Fed, questa combinazione di minori aumenti delle buste paga e di un rallentamento dell'inflazione dovuto a una domanda di lavoro più debole ha attenuato la tensione tra i suoi obblighi in materia di inflazione e occupazione e giustificato il taglio dei tassi di settembre, permettendole anche di segnalare la possibilità di ulteriori tagli. I dubbi sull'indipendenza e sul predominio fiscale della Fed sono per ora in secondo piano.

Ma lo shutdown governativo iniziato il 1° ottobre priva la Fed di importanti dati mensili sulle buste paga, proprio quando questi dati diventano ancora più critici per le sue decisioni. In assenza di questi dati, i responsabili politici e gli investitori si sono aggrappati ad altri indicatori, tra cui il rapporto sulle offerte di lavoro (JOLT) pubblicato poco prima dello shutdown, il rapporto ADP sull'occupazione nel settore privato e le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione pubblicate dagli stati, per avere un quadro del mercato.

La chiusura e la mancanza di dati non hanno impedito ai mercati di scontare altri due tagli di un quarto di punto quest'anno. Non siamo d’accordo e ne vediamo solo uno nel meeting del 10 dicembre, a meno che il mercato del lavoro non presenti un vero e proprio crollo.

Al momento vediamo diversi scenari per il mercato del lavoro. In quello base, la resilienza dei redditi delle famiglie alimenta una ripresa della spesa al consumo. Oltre a ciò, gli investimenti su larga scala derivanti dallo sviluppo dell'intelligenza artificiale (in apparecchiature tecnologiche, software e data center) continuano a stimolare la crescita. A nostro avviso, questo scenario non giustificherebbe gli oltre 100 punti base di tagli dei tassi che i mercati hanno scontato entro la fine del 2026. Un simile grado di allentamento delle politiche sarebbe in genere associato a un indebolimento più grave del mercato del lavoro e ad un marcato calo dell'inflazione. Un brusco deterioramento della crescita statunitense sembra ora meno probabile, dato il recente rimbalzo della domanda al consumo.

Un'alternativa plausibile allo scenario base? Una ripresa delle assunzioni, con il superamento del picco di incertezza sui dazi e una forte crescita del PIL, che rimette la Fed in difficoltà tra inflazione e occupazione, riaccendendo i dubbi sulla sua indipendenza. Possibilità che dimostra perché dati affidabili sul mercato del lavoro siano ora fondamentali.

Il taglio di settembre, i tagli previsti dagli investitori di un quarto di punto ciascuno nei prossimi due meeting prima della fine dell’anno e gli investimenti in capitale di intelligenza artificiale in corso supportano il sovrappeso tattico di lunga data che gli investitori mantengono sulle azioni statunitensi e sul tema dell'intelligenza artificiale. Diversi analisti vedono inoltre l'opportunità di consolidare rendimenti più elevati, in particolare reali, con i rendimenti reali statunitensi a 10 anni che si mantengono ben al di sopra dei livelli pre-pandemici. Crediamo che il sovrappeso che gli investitori riservano ai titoli azionari statunitensi dipenda dalla resilienza dell'attività e dal raffreddamento del mercato del lavoro, che spingerà la Fed a tagliare ulteriormente i tassi.

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