USA: Più è lungo il lockdown, più sarà invasivo per l’economia

21/10/2025 06:00
USA: Più è lungo il lockdown, più sarà invasivo per l’economia

L’ottimismo delle piccole e medie imprese USA scende e l’indice di incertezza cresce. La persistente incertezza e le continue sfide macroeconomiche potrebbero pesare sull'indice nel breve termine

A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM

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Positivi e maggiori delle attese i dati della Cina: la revisione del PIL del 3Q25 evidenzia una crescita dell’1,1% (+0,8% le attese e +1% nel 2Q25); balza del +6,5% (5% atteso) la produzione industriale di settembre (+5,2% ad agosto) e si riduce al +5,2% la disoccupazione di settembre (+5,3% le attese e il dato di agosto). Maggiori delle attese le vendite al dettaglio YoY di settembre (+3% contro +2,9% attese), ma in flessione rispetto al +3,4% di agosto.

La positività dei dati non deve comunque farci perdere di vista il fatto che l’economia è ancora intrappolata in un modello sbilanciato: forte sull'export e produzione (guidati da sovracapacità), ma debole su consumi e investimenti privati. La crisi immobiliare e le tensioni commerciali (con Trump che minaccia nuove tariffe) amplificano i rischi, mentre la deflazione persiste. Pechino ha già annunciato stimoli fiscali (impulso dell'1,6% del PIL nel 2025, inclusi 500 miliardi di RMB), ma diversi analisti invocano misure più aggressive, come tagli ai tassi (10 bps attesi nel Q4) e supporto al credito per i consumi.

Proiezioni del PIL per il 2025 puntano a un +4,8% annuo (BBVA Research e Reuters poll), con un 4,3 - 4,5% nel 2026 se non intervengono riforme strutturali verso i consumi. Il Fourth Plenum in corso potrebbe delineare piani a lungo termine, ma la priorità resta stabilizzare la crescita immediata. In sintesi, i dati di settembre e la revisione del PIL confermano resilienza ma anche urgenza: senza riequilibrio, la Cina rischia una "trappola della produttività" simile al Giappone degli anni '80.

Siamo alla terza settimana di lockdown e non sembra esserci una fine in vista. L'elenco degli indicatori non pubblicati quindi si allunga includendo, tra gli altri, dati sulle vendite al dettaglio, l'indice dei prezzi alla produzione, gli inizi di costruzione di nuove abitazioni e la produzione industriale. Anche l’inflazione di settembre che avrebbe dovuto essere pubblicato la scorsa settimana, è stata posticipata al 24 ottobre a causa della chiusura.

Il Bureau of Labor Statistics (BLS) ha annunciato che avrebbe richiamato il suo staff per pubblicare il rapporto sull'inflazione, al fine di garantire che la Social Security Administration disponesse dei dati necessari per implementare il suo adeguamento annuale al costo della vita per i beneficiari. Sebbene l'impatto della chiusura sui mercati economici e finanziari sia stato finora contenuto, non è privo di costi e non ci sono molti precedenti di una chiusura così completa che duri più di qualche settimana. Le prospettive a breve termine, in particolare per i dati economici, appaiono problematiche. Come abbiamo già avuto modo di dire, una chiusura lunga potrebbe influire sulla raccolta dati per il mese di ottobre. I ritardi nei dati stanno già iniziando ad accumularsi e se gli istituti di statistica non saranno in grado di raccogliere campioni affidabili per indicatori chiave come l'inflazione o il tasso di disoccupazione, la serie di dati di ottobre potrebbe essere drasticamente ridotta anziché semplicemente ritardata.

La scorsa settimana sono stati pubblicati alcuni indicatori che ci aiutano a comprendere la visione degli investitori sulla attività economica recente. L'indice di ottimismo delle piccole imprese (NFIB) è sceso a 98,8 a settembre, invertendo i guadagni registrati nei due mesi precedenti. L'indice di incertezza (NFIB) è balzato di sette punti nel corso del mese, riflettendo molto probabilmente le aspettative di una chiusura del governo federale. I piani di assunzione e le vendite correnti hanno continuato a migliorare, sebbene le aziende abbiano abbassato le loro aspettative per le vendite future e un numero inferiore abbia indicato questo come un buon momento per espandersi. Nonostante le aspettative appaino ancora generalmente positive, la persistente incertezza e le continue sfide macroeconomiche potrebbero pesare sull'indice nel breve termine.

Sul fronte immobiliare, i tassi ipotecari più bassi hanno rafforzato il sentiment dei costruttori, con l'indice del mercato immobiliare NAHB in rialzo di cinque punti a ottobre, attestandosi a 37. Secondo Freddie Mac, i tassi dei mutui a tasso fisso a 30 anni hanno raggiunto il 6,26% durante la settimana del 18 settembre e da allora sono rimasti vicini al 6,3%, ovvero 40-50 punti base in meno rispetto ai tassi registrati per gran parte dell'anno.

Tuttavia, i costruttori rimangono complessivamente piuttosto pessimisti, il che rende improbabile un miglioramento significativo dell'edilizia residenziale nel breve termine. L'indice principale, pari a 37, è ben al di sotto della media 2015-2019 di 64 e, sebbene le condizioni di accessibilità economica stiano migliorando leggermente, è probabile che le condizioni del mercato immobiliare rimangano sfavorevoli finché i tassi ipotecari rimarranno elevati. Sebbene la scorsa settimana gli investitori non abbiamo ricevuto dati sugli inizi di costruzione di nuove abitazioni, riteniamo che l'elevato inventario agisca da ostacolo agli incentivi per le nuove costruzioni. L' indagine Empire State Manufacturing della Fed di New York per ottobre è stata infatti generalmente positiva, con nuovi ordini, occupazione e prezzi in ripresa.

Sebbene la scorsa settimana il calendario dei dati fosse più leggero del solito, diversi membri del FOMC erano presenti, compreso il Presidente Powell, che ha parlato dello stato del bilancio della Fed. Da metà 2022, la Fed ha ridotto passivamente le sue partecipazioni in titoli del Tesoro e titoli garantiti da ipoteca, che avevano raggiunto un picco di quasi 8,5 trilioni di dollari nell'ambito degli sforzi di stimolo dell'era pandemica. Powell ha indicato nel suo discorso che la fine della campagna di restringimento quantitativo della Fed potrebbe essere vicina. Pur osservando come le riserve bancarie rimangano abbondanti, Powell ha sottolineato che i funzionari della Fed stanno monitorando attentamente un'ampia gamma di indicatori per determinare il punto di arresto appropriato per il deflusso. Powell ha anche fornito brevi osservazioni sulle prospettive di politica monetaria, affermando che le prospettive per l'occupazione e l'inflazione non sembrano essere cambiate molto dall’ultimo meeting di settembre.

Inoltre, ha lasciato la porta aperta a ulteriori tagli dei tassi nelle restanti due riunioni del FOMC di quest'anno, citando segnali di debolezza del mercato del lavoro in un contesto di crescente inflazione. Il governatore Waller ha ribadito le preoccupazioni sui rischi per il mercato del lavoro nelle sue dichiarazioni, auspicando un ulteriore taglio di 25 bps alla riunione del 29 ottobre, sottolineando comunque la necessità di ulteriori analisi dei dati prima di prendere decisioni. Considerata la scarsità di nuovi dati disponibili a causa della chiusura, riteniamo che la maggior parte dei partecipanti al FOMC abbia mantenuto le proprie opinioni sull'economia rispetto a un mese fa e continui a sostenere un ulteriore taglio dei tassi di 25 bps ad ottobre. Detto questo, una volta riaperte le porte al governo, la valanga di nuove informazioni avrà un impatto significativo in vista della riunione di dicembre. I membri del FOMC potrebbero ricevere fino a tre report sull'occupazione e due stampe dell'indice dei prezzi al consumo tra le riunioni di ottobre e dicembre.

La nostra previsione rimane per un ulteriore taglio dei tassi di 25 punti base alla riunione di dicembre. Se il FOMC dovesse prendere una pausa o una svolta, riteniamo che sia molto più probabile che ciò avvenga alla riunione di dicembre piuttosto che a quella di ottobre, dato l'andamento del calendario dei dati per il resto dell'anno.

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