USA: Risultati delle imprese migliori delle attese nel 2° trimestre

Con il 97% delle società dell’indice S&P 500 che ha riportato i risultati del 2° trimestre, l’indice è sulla buona strada per una crescita dell’EPS YoY del 12% nel 2025, segnando l’ottavo trimestre consecutivo di crescita degli utili e il terzo consecutivo a doppia cifra.
A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM
Seconda lettura del PIL dell’Europa QoQ del 2Q25 che non dovrebbe riservare sorprese rispetto al +0.1% della lettura flash (+0.6% nel 1Q25), e mantenere il +1.4% YoY (da +1.5% del 1Q25) in uscita oggi alle 11:00. La riduzione del tasso di crescita non considera ancora appieno gli effetti dei dazi.
Alle 14:30 sono attesi importanti dati USA relativi al mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione di agosto (stima 4.3% da 4.2% di luglio) e la variazione occupati di agosto (stima 74k contro 73k di luglio). Crediamo che i dati siano importanti per la Fed al fine decidere il taglio o meno dei tassi e di orientare il messaggio di politica monetaria nel meeting del 17 settembre prossimo.
Minori delle attese ieri le vendite al dettaglio MoM di luglio dell’Europa (-0.5% contro -0.3% attese) e in contrazione rispetto al +0.6% di giugno. In calo gli occupati ADP USA in agosto (54k contro 73k attesi e 106k di luglio) e in crescita le richieste di sussidi settimanali alla disoccupazione (237k contro 230k attesi e 229k della scorsa settimana). Ancora in crescita il deficit commerciale USA in luglio (-78.3 mld contro -77.7 mld atteso e -59.1 mld di giugno). Cresce ulteriormente la produttività nel 2Q25 e raggiunge +3.3% (+2.8% attesa e -1.8% nel 1Q25), grazie anche alla graduale penetrazione dell’IA nell’economia.
PMI servizi di agosto più basso delle attese (54.5 punti contro 55.4 atteso) e in flessione rispetto ai 55.7 punti di luglio. Così come minore delle attese il PMI composito (54.6 punti contro 55.4 atteso) e in flessione rispetto ai 55.1 punti di luglio. Economia che comincia quindi a segnalare un rallentamento, anche se per il momento gli indicatori PMI rimangono sopra la soglia dei 50 punti.
Sebbene gli annunci sui dazi abbiano reso volatili le stime sugli utili, i risultati del 2° trimestre sono stati migliori del temuto, certo con alcune sorprese. Con il 97% delle società dell’indice S&P 500 che ha riportato i risultati del 2° trimestre, l’indice è sulla buona strada per una crescita dell’EPS YoY del 12%, segnando l’ottavo trimestre consecutivo di crescita degli utili e il terzo consecutivo a doppia cifra. Nel mezzo dei negoziati commerciali, le stime sono state tagliate più del solito fino a un minimo del 5%, ma da allora le revisioni si sono stabilizzate e sono risalite. Inoltre, la crescita dei ricavi ha superato le aspettative al 6% YoY, il trimestre più forte dal 3° trimestre 2022. Vediamo di capire che cosa ha sorpreso gli investitori e che cosa aspettano in seguito:
L’AI e gli impegni di capex continuano a sostenere gli utili. La fame di espansione dell’AI è stata evidente nel 2° trimestre anche alla luce dell’incertezza macroeconomica. Gli impegni di spesa in conto capitale (capex) sono stati diffusi, in aumento del 24% YoY per l’S&P 500 e del 9% YoY, escludendo Information Technology (IT) e i membri dei Magnificent 7.
I settori a forte componente AI, come Communication Services e IT, hanno continuato a puntare sulla digitalizzazione dell’economia e hanno guidato la crescita degli utili per l’indice. Il reshoring delle catene di approvvigionamento e la rivitalizzazione di infrastrutture obsolete per una generazione efficiente di energia restano catalizzatori di lungo periodo perché il ciclo di capex prosegua. Ad esempio, gli investimenti in apparecchiature software hanno continuato a crescere fino ad aprile, in aumento del 41% YoY. Il boom del capex sostiene l’espansione in corso dell’AI, che attualmente rappresenta la quota più alta delle vendite degli ultimi 20 anni.
Politiche fiscali di supporto (vedi il “Big Beautiful Bill”), come il possibile stimolo nel 2026, l’ammortamento anticipato al 100%, imposte in contanti più basse nel breve termine e la potenziale ripresa dei tagli dei tassi d’interesse dovrebbero sostenere la spinta all’automazione industriale e trainare il capex guardando avanti.
Inizio di un ampliamento generalizzato del mercato. I Magnifici 7 continuano a dominare, il mercato con utili in crescita del 27% YoY nel 2° trimestre, mentre i restanti 493 titoli sono aumentati dell’8%. Il contributo dei Magnifici 7 agli utili dell’S&P 500 è del 46%. Abbiamo persino visto una grande società focalizzata sull’AI riportare utili superiori alle attese e ricavi record grazie alla forte domanda di infrastrutture per l’AI. Tuttavia, stiamo osservando una forza più diffusa tra i settori.
L’82% delle società ha registrato una sorpresa positiva sugli utili per azione (EPS), il dato più forte dal 3° trimestre 2021, con 10/11 settori sopra il 70%. Inoltre, circa l’80% ha battuto le aspettative di consenso sui ricavi, il dato più forte dal 2° trimestre 2021. Confrontando le stime di fine 2° trimestre con le previsioni attuali, nove settori hanno riportato un aumento del tasso di crescita degli utili o una diminuzione del calo degli utili. In tale periodo, la crescita dell’EPS dei Financials è migliorata al 13%, sostenuta dalla crescita positiva dei prestiti e dal continuo aumento del margine di interesse netto. Vediamo gli investitori mantenere quindi una posizione sovrappesata sul settore finanziario. Inoltre, il Consumer Discretionary è passato da una precedente stima di crescita negativa a circa il 6% YoY, grazie alla perdurante forte domanda e spesa dei consumatori, in particolare tra la fascia di reddito più elevata. Una solida crescita economica e un possibile allentamento da parte della Fed dovrebbero continuare a sostenere l’ampliamento del mercato.
Dal punto di vista della dimensione, gli utili delle small cap sembrano essere finalmente tornati positivi nel 2° trimestre, con stime che indicano una crescita degli utili dell’11% YoY, rispetto al -8% del 1° trimestre. Si tratta di una ripresa molto attesa lo scorso anno che è stata costantemente rinviata. Vediamo un sano mix di domanda sui ricavi, resilienza dei margini e utili netti sostenuti.
L’impatto dei dazi è stato relativamente contenuto, finora. I progressi sugli accordi commerciali dall’inizio della primavera sono stati volatili, con molti annunci rinviati. Ciò ha causato fluttuazioni nelle aspettative sugli utili negli ultimi mesi, ma in definitiva i dazi hanno avuto un impatto relativamente attenuato e il sentiment aziendale appare ottimista. Sebbene alcuni settori, come i Materials, abbiano faticato in questo trimestre a causa della pressione sui margini dovuta ai dazi e all’aumento dei costi degli input, rappresentano una piccola percentuale dell’indice. Molte aziende si sono adattate anticipando le scorte, rinegoziando i termini di fornitura o trovando fonti alternative di riduzione dei costi.
Naturalmente, l’aliquota effettiva dei dazi è più alta, l’incertezza persiste con le proroghe in corso e non è ancora chiaro chi sosterrà i costi dei dazi. Potremmo dover aspettare fino al 3°/4° trimestre del 2026 per calcolarne l’impatto completo.
Cosa significa questo per gli investitori guardando avanti? Alla luce delle politiche tariffarie altalenanti, dei cambiamenti di politica monetaria e delle pressioni inflazionistiche, il 2° trimestre ha registrato un’accelerazione robusta a doppia cifra, superando le aspettative che hanno sottolineato la capacità delle aziende americane di ottenere risultati in un contesto tutt’altro che semplice. Benché sia troppo presto per dirlo, il consenso prevede una crescita positiva degli utili nel 3° e 4° trimestre e una crescita a doppia cifra dell’11% per l’intero 2025.
Le aziende sembrano ben attrezzate per navigare con efficienza attraverso la potenziale incertezza macroeconomica che ci attende. Con questo in mente, riteniamo che gli investitori rimarranno investiti nel mercato, sfruttando eventuali e sempre possibili pull back.
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