Utile sopra le attese per Commerzbank e prospettive positive anche nel 2022


La seconda banca tedesca vede tornare il suo utile in positivo nel 2021, nonostante il faticoso processo di ristrutturazione affrontato lo scorso anno, e prevede di rispettare i suoi obiettivi anche nel corso dei prossimi anni.


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Rally di Commerzbank

Sprint di Commerzbank a Francoforte dopo aver registrato un risultato migliore delle attese nel 2021, nonostante sia in corso la fase di ristrutturazione per la banca, mentre si attende uno scenario positivo per l’anno in corso.

Le azioni della seconda banca tedesca arrivano a guadagnare oltre il 5% in apertura, toccando un massimo di 9,16 euro per azione, recuperando così il calo della seduta di ieri (-1,45%).

Il 2021 della banca tedesca

Il quarto trimestre dell’istituto si è chiuso con 421 milioni di utile netto, tornando così in positivo dopo i 2,7 miliardi persi nel corso dello stesso periodo dello scorso anno su cui pesavano gli oneri di ristrutturazione.

Il dato, inoltre, risulta superiore alle previsioni degli analisti pubblicate dalla banca, che mediamente prevedevano utili per 81 milioni di euro.

Alla fine del trimestre, il CET1 capital ratio di qualità superiore di Commerzbank era del 13,6%, rispetto al 13,2% dell'anno precedente.

Per quanto riguarda l’intero 2021, la società è passata da un utile netto in perdita (2,9 miliardi) nel 2020 a un risultato positivo per 430 milioni di euro.

Il fatturato di Commerzbank per l'intero anno ha raggiunto 8,459 miliardi di euro, in crescita del 3,2% rispetto al 2020, con un calo del 2,5% del reddito netto da interessi a 4,849 miliardi di euro e un aumento del 9% delle commissioni a 3,616 miliardi di euro.

A contribuire ai risultati sono stati i ricavi della divisione di investimento Commerzventures e dell'attività securities, mentre gli accantonamenti stanziati dalla controllata polacca mBank annunciati a gennaio hanno influito sul trimestre.

Analisi, strategia e previsioni

Il finale di anno positivo per la banca tedesca rappresenta una vittoria importante per l'amministratore delegato Manfred Knof, entrato in azienda all'inizio del 2021 per portare avanti un programma di ristrutturazione del valore di 2 miliardi di euro, coinvolgendo centinaia di chiusure di filiali e 10.000 tagli di posti di lavoro per tornare su un percorso di profitto.

“Nel primo anno di trasformazione, abbiamo mantenuto le nostre promesse, rafforzando così le possibilità che raggiungeremo i nostri ambiziosi obiettivi per il 2024”, dichiarava Knof.

Il manager si attende un 2022 “decisivo per l'attuazione della strategia della banca”, che mira a “aumentare il reddito netto a più di 1 miliardo di euro”.

Tra gli elementi chiave di questa strategia, Commerzbank punta a ridurre la sua forza lavoro di circa 10.000 unità a tempo pieno entro il 2024, di cui più di 6.000 dipendenti sono già stati presi in considerazione per il pensionamento anticipato e volontario.

In totale, le posizioni a tempo pieno di Commerzbank erano circa 36.700 all'inizio del 2022, quasi 2.800 in meno di un anno fa.

Inoltre, per ottimizzare la sua rete di filiali, la banca ha ulteriormente ridotto il numero di sedi da circa 800 a circa 550, con l'obiettivo di raggiungere un totale di 450 filiali, mentre prima della pandemia, la Banca aveva circa 1.000 filiali.

Guardando all'anno finanziario in corso, la banca tedesca si attende un aumento del margine d'interesse sottostante e delle commissioni nette, mentre prevede di ridurre i costi a 6,3 miliardi di euro.

“Nel complesso, ci aspettiamo un utile netto di più di 1 miliardo di euro che ci permetterebbe di pagare un dividendo per l'anno finanziario 2022”, annunciava Knof.

Stato presto fuori da Commerzbank?

Nei giorni scorsi il Ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, aveva affermato che il governo non continuerà a detenere una partecipazione nella banca, attualmente al 15%, anche se questo non avverrà a breve, ma solo “nel lungo periodo”.

Le dichiarazioni del ministro spingevano in negativo il titolo Commerzbank a Francoforte, arrivato a cedere il 5% a inizio seduta, per poi chiudere in perdita di oltre il 2%.

In ogni modo, il Ministro subordinava l’uscita da Commerzbank alla valutazione degli interessi finanziari dei contribuenti e all’importanza della banca per l’economia tedesca.

La completa privatizzazione della banca veniva vista con favore da Knof. “Come banca privata crediamo ovviamente che sarebbe meglio se fossimo indipendenti in una fase successiva e lo Stato dovesse uscire a un certo punto”, dichiarava a novembre il Ceo, aggiungendo che, comunque, si tratta di “un problema per il quale dovremo aspettare”.

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