Vestas ritrova l’utile. L’eolico ha smesso di generare perdite

Comunicazione Pubblicitaria di Antonio Gamma Approfondimenti

Dopo due anni di perdite ininterrotte, la società danese leader mondiale delle turbine eoliche ha chiuso il terzo trimestre con profitti pari a 29 milioni di euro, meglio delle attese degli analisti. I volumi sono rimasti costanti, ma i prezzi sono saliti dell’11%


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Graduale miglioramento della redditività

Dopo due anni di perdite ininterrotte, la danese Vestas Wind Systems, primo produttore al mondo di turbine per energia eolica, ha comunicato la settimana scorsa i risultati del terzo trimestre, chiuso con un utile netto superiore alle attese. La società ha dichiarato un graduale miglioramento della redditività dei progetti, grazie a un aumento dei prezzi dell’11% su un anno fa, mentre i volumi sono rimasti sostanzialmente stabili.

L’utile del trimestre è stato di 29 milioni di euro, rispetto alla perdita di 147 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente. Il fatturato è salito dell'11% a 4,35 miliardi di euro. Il consensus degli analisti si aspettava un utile di 7 milioni di euro su un fatturato di 4,09 miliardi di euro. Al miglioramento della redditività hanno contribuito anche la discesa dei prezzi dell’acciaio e della logistica.

Portafoglio ordini turbine a 21,6 miliardi di euro

Gli ordini di turbine eoliche sono più che raddoppiati rispetto all'anno precedente, trainati dall'offshore e da una maggiore attività in Nord America e in Europa. Gli ordini raccolti nel trimestre sono saliti a 4,9 miliardi di euro da 2,0 miliardi di euro, mentre il portafoglio ordini complessivo di turbine è salito a 21,6 miliardi di euro da 18,1 miliardi di euro. Il portafoglio ordini per i servizi è salito a 32,4 miliardi di euro da 29,9 miliardi di euro.

La reazione del titolo: in un mese +13%

Dopo la diffusione dei risultati le quotazioni di Vestas sono salite fino a un massimo di 173 corone, segnando un’accelerazione nella reazione positiva che era già scattata dal minimo di 135 corone dell’8 ottobre (minimo da luglio 2020). In un mese l’azione Vestas ha guadagnato il 13%. La performance dall’inizio dell’anno è un calo del 17%.

Non solo Vestas, ma tutta l’industria dell’eolico si è trovata in gravi difficoltà negli ultimi due anni. In un report pubblicato la settimana scorsa, Alliaz Research spiega che "l'intero settore è alle prese con l'aumento dei costi di costruzione e di finanziamento, con problemi di controllo della qualità e di catena di fornitura. L'inflazione e le fluttuazioni dei prezzi dell'energia a livello globale hanno portato a un aumento dei costi dei progetti eolici, mettendo in dubbio la fattibilità di molte iniziative". Gli analisti affermano che "alcuni progetti negli Stati Uniti, ma anche nel Regno Unito, rischiano di essere abbandonati se i governi non offrono sostegno. Poiché questi progetti sono stati avviati prima della crisi energetica, con tariffe di alimentazione garantite che erano basse, ora stanno diventando sempre meno redditizi".

La drammatica svalutazione del concorrente Ørsted

La scorsa settimana un’altra società danese, Ørsted, ha annunciato di voler abbandonare lo sviluppo di due progetti offshore negli Stati Uniti, con relative svalutazioni per un totale di 5,6 miliardi di dollari.

Per Vestas sembra arrivato il punto di svolta. Henrik Andersen, Ceo della società, ha dichiarato mercoledì scorso alla CNBC che nel settore potrebbe partire un processo di consolidamento e il mercato si appresta a proclamare "vincitori e vinti" nel tempo. “In Vestas siamo molto disciplinati, lavoriamo con i nostri clienti, i partner possono contare su di noi e i governi possono contare su di noi. Spero che questo crei una solida base per essere uno dei vincitori del settore", ha dichiarato Andersen.

Jacob Pedersen, analista di Sydbank, concorda sul fatto che Vestas è ben posizionata per andare avanti, ma che sia le aziende che i politici devono ripensare le loro strategie se si vuole che la transizione verso il net zero sia realistica. "Sappiamo che gran parte del problema è legato ai progetti vinti nel 2019/20 a prezzi bassi. Da allora, l'inflazione e i tassi di interesse sono aumentati, è diventato molto più costoso realizzare questi progetti e ciò ha lasciato un portafoglio ordini che genera perdite, ma per fortuna il problema si sta riducendo sempre di più con il passare del tempo".

Secondo Pedersen c'è "un'enorme necessità di ricalibrare la politica" sui costi della transizione energetica prevista, dato che le turbine eoliche sono aumentate di prezzo in media del 20-30% dal 2020.

Oggi su 24 analisti che coprono Vestas 14 consigliano di comprare le azioni, cinque raccomandano di vendere e cinque sono neutrali. La media dei target price è 202 corone, più alta del 21% rispetto al prezzo attuale.

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