Via all’invasione russa: truppe nelle repubbliche di Lugansk e Donetsk

22/02/2022 00:00
Via all’invasione russa: truppe nelle repubbliche di Lugansk e Donetsk

Putin riconosce immediatamente l'indipendenza delle repubbliche separatiste ucraine di Lugansk e Donetsk e invia le truppe. Il vertice Biden-Putin era vincolato alla non invasione. Beni rifugio in rialzo, oil +4%, futures sulle Borse in calo.

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Vladimir Putin ha deciso di riconoscere immediatamente l'indipendenza delle repubbliche separatiste ucraine di Lugansk e Donetsk, firmando al Cremlino, in diretta tv, il riconoscimento con i leader delle due entità del Donbass. "L'Ucraina è serva dei padroni occidentali, se avrà armi di distruzione di massa il mondo cambierà drammaticamente. Kiev deve fermare immediatamente le operazioni militari", ha affermato il presidente russo.

Dalla parole ai fatti, Putin ha ordinato l'invio di truppe nella regione "per assicurare la pace".

Diplomazia spazzata via in poche ore. Quello che si aspettava il mondo Putin lo ha cancellato. Il vertice con Biden potrebbe non avvenire mai: era vincolato alla non invasione da parte della Russia.

Intanto le immagini, mandate in onda nei media internazionali, mostrano una colonna di blindati sfilare a Donetsk.

La reazione Occidentale

Reazione occidentale unita ma debole, come con la Crimea si minacciano sanzioni. Questo non fermerà Mosca, ma secondo gli esperti si tratta di sanzioni proporzionate alla minaccia e al tipo di infrazione internazionale. La scaletta sarebbe la seguente.

Primo: occupazione militare del Donbass, Stati Uniti ed europei reagirebbero con il blocco delle forniture di materiale tecnologico alle imprese russe: componenti per l’intelligenza artificiale, semiconduttori, robotica, informatica quantistica, aviazione. Secondo caso: invasione del territorio a est del fiume Dnepr o mettono fuori uso il porto di Odessa: per gli Usa scatterebbe l’esclusione delle banche russe dal sistema di pagamento internazionale Swift e Mosca rischierebbe il collasso. Solo nell’ipotesi più catastrofica, cioè il bombardamento di Kiev, gli alleati colpirebbero gas e petrolio.

In Europa la risposta non è unanime con Italia e Germania, fortemente dipendenti dal gas russo. In particolare la Germania non sarebbe d’accordo al blocco dei pagamenti.

Mercati in calo, in rialzo oil e beni rifugio.

Future Usa in netto calo con il mini S&P500 in calo del 2% e il mini Nasdaq del -2,7%.

Torna a splendere l'oro, arrivato a superare la soglia dei 1900 dollari l’oncia. Brent a 97,5 dollari al barile +4,0%. In rialzo anche il franco svizzero a 0,9652 sull'euro.

Il grafico mostra il forte rialzo di brent, oro e franco svizzero

Immagine contenuto

Ci aspettiamo forti cali, sia sull’azionario che sul mercato dei bond. Potrebbe difendersi meglio il settore energetico.

Il problema non è solo l’Ucraina

Da tempo la posizione Usa è più netta di quella europea, non solo perché il teatro dello scontro è in Europa e lontano da Washington e gli Usa non dipendono dal gas russo.

Dopo il ritiro dall’Afghanistan, gli Stati Uniti non devono lasciare l’impressione di indietreggiare nella politica internazionale, perché questo aprirebbe gli spazi delle mire cinesi su Taiwan e Hong Kong, con la prima che rappresenta la fabbrica mondiale di chip.

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