Le decisioni della Fed con gli occhiali di Powell. Un percorso analizzando i grafici più caldi del momento

Fed e la battaglia contro il tempo. L’accelerazione del tapering è certo. La domanda, ora, è quando finirà il programma di acquisti? Si scommette per marzo e poi, via al rialzo dei tassi. Forse due / tre incrementi in tutto il 2022. Ma saranno solo aumenti dello 0,25%?
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Un vecchio adagio di Borsa: timing is everything
Via alla due giorni della Federal Reserve con economisti e mercati che gettano la loro fiche:
- quando terminerà il tapering?
- quante volte saranno alzati i tassi? e di quanto?
Proviamo a indossare gli occhiali di Powell per analizzare la situazione. La Banca centrale americana ha tre obiettivi
- Stabilizzazione dei prezzi (inflazione vicina al 2%)
- Piena occupazione
- Crescita economica
Non è un aspetto banale, la Bce ha un solo mandato: la stabilità dei prezzi. Dunque Powell guarderà da vicino anche la piena occupazione e i dati stanno mostrando un suo incremento, riportandoci alla vecchia Curva di Philips che metteva in relazione salari e inflazione.
Iniziamo dall’inflazione e guardiamola con alcuni grafici. Il primo ci mostra l’attuale livello dell’inflazione in Usa. Siamo, come è noto al 6,8% di settimana scorsa.
Le componenti dell'inflazione
A preoccupare però sono le sue componenti. Non più la sola parte volatile, energia, ma anche salari e prezzi degli affitti e delle case, ovvero le componenti con impatto più duraturo. Come mostrano i grafici sotto.
Di seguito l'andamento dei prezzi delle case Usa (Indice Shiller):
Sotto il grafico mostra l'andamento delle richieste continue di sussidi alla disoccupazione. Le domande si sono poggiate su un livello che si potrebbe definire frizionale (ovvero sotto al quale è difficile scendere e forse, non c'è nemmeno la volontà degli interessanti di scendere).
Relazione tra inflazione, disoccupazione e tassi di interesse
Oggi la disoccupazione Usa è al 4,2%, uno dei tassi più bassi lo avevamo toccato pre pandemia: il 3,5% di febbraio 2019. Bisogna poi tornare indietro al febbraio del 2000 per avere una disoccupazione al 3,9% e fino al 28 febbraio del '69 al 3,4%.
Di seguito un grafico sull’andamento della disoccupazione messa in relazione con i tassi Fed.
Uniamo un po’ tutti questi dati, tassi ai minimi e boom dell’inflazione e quello che avremo sono tassi reali ai minimi di sempre.
Due fattori potrebbero mitigare l'inflazione: Omicron e petrolio
Due fattori potrebbero fermare la crescita dell’inflazione:
- il primo è la variante Omicron. I dati mostrano che la nuova variante è quattro volte meno letale delle vecchie varianti ma anche quattro volte più contagiosa. Dunque non bisogna assolutamente abbassare la guardia
- il secondo, il calo dei prezzi del greggio, ma è forse solo momentaneo. Oggi l’Arabia Saudita ha dichiarato di aspettarsi un calo della produzione di greggio del 30% nei prossimi 10 anni, (30 milioni di barili di petrolio in meno al giorno dal 2030) questo perché tutte le major stanno tagliando la produzione “spaventate” dalle norme sulla riduzione della C02. Gli esperti di Riyadh hanno lanciato l’allarme per una crisi energetica. L’Arabia Saudita è uno dei pochi Paesi al mondo che sta investendo per aumentare le estrazioni a un ritmo di 13 milioni di barili al giorno dai 12 milioni previsti dal 2027.
Togliamoci gli occhiali di Powell
Finito di leggere i grafici, togliamoci gli occhiali. E il quadro che rimane è che diversi fattori spingono per un intervento forte. Noi, però ci dobbiamo chiedere non solo se questo intervento sarà superiore alle aspettative di mercato ma soprattutto che impatti avrà sulle quotazioni.
Inutile fingere che le pressioni sono per una correzione dei mercati, anche se tutta questa liquidità fatica a trovare porti sicuri. L'oro sembra abdicare al suo ruolo di sempre, anche se secondo noi, con la crisi delle criptovalute tornerà a brillare. I growth spaventano (non noi) perchè vengono valutati attualizzando i flussi di cassa futuri e un rialzo dell'inflazione ne disperde il valore. Rimangono i consumer stamples, beni di prima necessità, meno influenzati dal ciclo economico e le azioni ad alto dividendo. Sul fronte dei titoli legati alle materie prime, bisogna selezionare con cura perchè molti lhanno già corso.
Rimaniamo su consumer stamples, società ad alto dividendo (vedi Enel, in più esg o A2A). Non ci spaventano i tech tipo Apple, che è un misto lusso e tech e crediamo abbia pricing power (per trasferire i maggiori costi sui clienti finali). Bene le banche soprattutto se oggetto di risiko bancario, Bpm, non Mps (rischio di aumento di capitale).
Stiamo ancora lontani da viaggi mentre bene i pharma e cybersecurity.
Settore auto vediamo con favore Stellantis, Pirelli, Brembo. Bene anche il settore batterie e idrogeno ma guardiamo sempre alle valutazioni.
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