Vicenda Premium, Vivendi pagherà solo 1,7 milioni di risarcimento. Mediaset giù a Piazza Affari
Il Tribunale di Milano condanna il Gruppo francese a un risarcimento di 1,7 milioni per la mancata compravendita delle pay-tv. La richiesta di Mediaset era di 3 miliardi. Intanto il Biscione si prepara alla prossima assemblea di bilancio. Ieri il cda ha proposto il buy-back di azioni proprie fino a un massimo del 20%. Vivendi potrebbe bocciare la richiesta. Intanto il titolo Mediaset perde terreno in Borsa.
Il Tribunale di Milano ha respinto la richiesta di 3 miliardi di danni per il mancato rispetto del contratto
Vendite su Mediaset a Piazza Affari dopo la decisione del Tribunale di Milano di rigettare la richiesta di risarcimento di Mediaset-Fininvest nei confronti di Vivendi per la violazione dei patti parasociali nella vicenda Premium. Mediaset, e la controllante Fininvest avevano richiesto 3 miliardi di euro di danni per il mancato rispetto del contratto di compravendita della pay-tv. Vivendi è stata invece condannata a versare un risarcimento da 1,7 milioni di euro. Un obolo che basterà per adempiere alle spese legali di un processo andato avanti per cinque anni.
Secondo quanto riporta il Sole 24Ore, il Biscione avrebbe già annunciato il ricorso in appello, facendo leva anche su elementi emersi in sede di indagine penale per la scalata che nel dicembre del 2016 aveva portato il gruppo che fa capo a Vincent Bollorè a ridosso della soglia dell’Opa nel capitale di Mediaset.
A fine mattinata il titolo Mediaset scambia in rosso del 4,46% a 2,35 euro.
L’assemblea di bilancio a fine giugno. Sul buy-back si apre lo scontro sui diritti di voto
Nell’immediato però il gruppo di Cologno Monzese deve raccogliere le forze per l’assemblea di bilancio per il rinnovo degli organi sociali calendarizzata a fine giugno. In questa sede si aprirà con tutta certezza lo scontro con Vivendi. Ieri il cda ha deciso infatti di proporre ai soci il riacquisto di azioni proprie fino al massimo del 20% (la società ha già in portafoglio il 3,56% del capitale) e la famiglia Berlusconi, che ha in mano il 44,2% del capitale sociale, tramite questo passaggio potrebbe accaparrarsi oltre il 55% dei diritti di voto.
Sempre secondo il quotidiano di Confindustria, il gruppo francese (che detiene il 28,8% del capitale) potrebbe bocciare la richiesta e puntare a entrare in cda con due (se il board è composto da un massimo di dieci membri) o tre consiglieri (nel caso il cda sia fissato tra 11 e 15 membri).
Per gli analisti la notizia è negativa
«Una notizia negativa per il titolo, dato che il mercato non si aspettava un accordo così basso», dice il broker Bestinver, mentre Equita Sim conferma rating hold e riduce il target price di Mediaset (-2,6% a 2,4 euro) del 10% a 2,22 euro. La decisione del tribunale di Milano, commentano gli esperti, «è negativa considerate le richieste di danni di Mediaset e quindi la società avrà una posizione meno vantaggiosa in un’eventuale negoziazione con Vivendi, che ci attendiamo sarà avviata nei prossimi mesi».
Resta da verificare come si chiuderà l’indagine penale contro i vertici di Vivendi. Nella loro valutazione gli esperti riducono da 392 milioni a 115 milioni il valore atteso per la causa per danni con Vivendi (30% del prezzo di cessione), per il quale Mediaset ha fatto ricorso in appello, ma la cui sentenza rischia di protrarsi per anni. «Dall’altro lato però manteniamo un premio speculativo del 15% sulla valutazione perché Mediaset dovrà comunque accelerare con la propria strategia di internazionalizzazione e quindi un confronto con Vivendi, che controlla il 28,8% della società e può bloccare operazioni straordinarie, ci dovrà essere», conclude Equita.
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