Vigilia BCE, le previsioni degli analisti sui tassi di interesse


Domani l’attenzione dei mercati si rivolgerà alle decisioni della Banca centrale europea soprattutto in tema di tassi di interesse e le precedenti certezze di un rialzo da 50 punti base stanno venendo meno alla luce anche di quanto sta accadendo negli Stati Uniti.


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Attesa per la BCE

Tra tempeste finanziarie che colpiscono le banche e l’inflazione resiliente, la Banca centrale europea domani giovedì 16 marzo deciderà sul futuro della sua politica monetaria, con la scelta sui tassi di interesse al centro dell’attenzione non solo dei mercati mondiali.

Prima della crisi di Silicon Valley Bank c’erano pochi dubbi su un rialzo da 50 punti base, già annunciato dalla presidente Christine Lagarde, ma la nuova situazione legata al settore finanziario mette in dubbio le certezze.

Sicurezze su un rialzo da mezzo punto rafforzate da un aumento a sorpresa dell’inflazione di fondo a febbraio, causa di un aumento delle preoccupazioni che le pressioni sui prezzi potessero rivelarsi persistenti.

Le indiscrezioni della Reuters

Fonti dell’agenzia Reuters confermano un rialzo da mezzo punto percentuale, nonostante le turbolenze del settore bancario, in quanto i banchieri della BCE prevedono un livello inflazionistico troppo elevato per i prossimi anni.

Secondo le nuove proiezioni trimestrali sull’inflazione visualizzate dallo staff BCE, le previsioni per i prossimi due anni sarebbero più basse rispetto a quelle di dicembre, ma la crescita dei prezzi resta ancora ben al di sopra del target del 2% stabilito dalla stessa banca centrale, sia nel 2024 che nel 2025.

Aumentate, invece, le attese per l’inflazione ‘core’, rafforzando così le richieste da parte dei ‘falchi’ del consiglio per un aumento ulteriore dei tassi.

Infine, sempre dall’agenzia scrivono che l’istituto centrale europeo sarebbe preoccupato da un calo della sua credibilità nel caso in cui tornasse indietro da quanto annunciato precedentemente.

Le previsioni degli analisti

Lo scenario “più probabile resta quello di un aumento del costo del denaro di 50 punti base”, secondo Secondo Altaf Kassam, Head of Investment Strategy & Research per l’area EMEA di State Street Global Advisors, ricordando che la stessa BCE aveva segnalato che, dopo il board di marzo, sarebbe tornata ad un “approccio più dipendente dai dati, con l’importante avvertenza che il calo dei prezzi dell’energia da solo non sarebbe una prova sufficiente del rallentamento dell’inflazione sottostante”.

A questo, secondo l’analista, bisognerà fare attenzione anche “ai dati dell’eurozona riguardanti il credito bancario, la politica fiscale il mercato del lavoro: tutti e tre questi parametri sono indispensabili per capire se i rischi sui tassi d’interesse sono destinati o meno a restare inclinati verso l’alto”.

La BCE, conclude Kassam, sarebbe diretta verso “una svolta molto più da falco rispetto quanto suggerito finora da altri suoi esponenti”, alla luce delle parole dell’austriaco Holzmann, fautore di altri rialzi di 50 punti base per ben quattro riunioni di politica monetaria, “stracciando così tutte le previsioni che il mercato ha elaborato finora”.

Previsioni ‘dure’ a cui si potrebbe aggiungere “una forte accelerazione della riduzione del bilancio BCE a meno di una settimana dall’inizio del Quantitative Tightening”, pertanto l’analista si attende “un cambio di retorica da parte dei banchieri centrali e market mover poco incoraggianti che sembrano lasciare intendere che le condizioni finanziarie dell’Eurozona siano destinate a restare molto più rigide di quanto era stato previsto in precedenza”.

Il pasticcio USA

Per Erik Nielsen, consigliere capo per l’economia presso la banca italiana Unicredit, non c’è “nessuna ragione ovvia per cui il pasticcio degli Stati Uniti dovrebbe diffondersi in Europa”, prevedendo che la Bce avrebbe alzato i tassi di mezzo punto percentuale questa settimana, poiché qualsiasi cosa in meno solleverebbe scetticismo.

Il crollo di SVB potrebbe rivelarsi un “catalizzatore per un approccio più cauto da parte delle banche centrali”, secondo Frederik Ducrozet, economista presso la Pictet Wealth Management svizzera, prevedendo che domani “Lagarde assumerà un tono da falco ma non impegnativo”.

“L’incertezza che circonda SVB ridurrà l’attrattiva del pre-impegno a un aumento di 50 punti base a maggio”, ha affermato Jamie Rush, capo economista europeo di Bloomberg Economics, e “ora ci aspettiamo che la BCE eviti di inviare un segnale concreto”.

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