Viglia BCE: tassi visti fermi, ma che accadrà a dicembre?

Viglia BCE: tassi visti fermi, ma che accadrà a dicembre?

Domani le attese sono tutte per un nulla di fatto per i tassi di interesse della zona euro e fondamentale saranno le parole pronunciate dalla presidente Christine Lagarde sulle mosse future dell’istituto centrale.

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Domani la BCE

Con i fari dei mercati che stasera saranno rivolti verso la decisione della Federal Reserve, domani 30 ottobre un’altra banca centrale è attesa, ovvero la Banca centrale europea, anche se in questo caso le previsioni sono tutte per un niente di fatto dal fronte dei tassi di interesse.

La riunione è stata preceduta da diverse dichiarazioni di esponenti dell’istituto guidato da Christine Lagarde e tutte puntavano verso la stessa direzione: il costo del denaro non verrà toccato, in quanto l’inflazione è molto vicina al target del 2%, mentre il tasso di disoccupazione resta relativamente basso.

Se non dovrebbero arrivare sorprese, l’attenzione andrà soprattutto alle parole di Lagarde nella consueta conferenza stampa post decisione, la quale probabilmente ribadirà la bontà della posizione di politica monetaria, lasciando intendere che la prossima mossa potrebbe essere sia al rialzo che al ribasso.

Le attese degli analisti

“Capovolgendo lo schema della Fed, la BCE è in pausa: ha già segnalato che il ciclo di tagli si è concluso e che i tassi si trovano su un livello appropriato”, sottolinea Kevin Thozetmembro del comitato investimenti di Carmignac.

Per l’esperto, “negli ultimi mesi la crescita economica europea è stata debole, ma non vi sono segnali di collasso. La fase di stagnazione dovrebbe lasciare spazio a una graduale riaccelerazione verso la fine dell’anno, sostenuta dall’atteso aumento della spesa pubblica da parte di Paesi storicamente prudenti. Un auspicio espresso tempo fa dal predecessore di Lagarde che oggi inizia a concretizzarsi”.

“In assenza di nuove proiezioni BCE sull’andamento dell’inflazione e della crescita, ci si aspetta che la Presidente confermi i tassi di policy al 2% e inviti alla pazienza, rimandando a dicembre, quando sarà disponibile una nuova serie di dati macroeconomici, eventuali valutazioni su un cambio di rotta”, prevede Thozet.

Anche secondo Nadia Gharbi, Senior Economist di Pictet Wealth Management, la BCE “manterrà invariato il tasso sui depositi al 2%, mantenendo un approccio data-dependent e riunione per riunione”.

Lagarde “probabilmente ribadirà che l’istituto si trova in una 'buona posizione', pur mantenendosi aperta a tutte le opzioni”, pertanto “la comunicazione generale dovrebbe rimanere neutrale, senza modifiche alla forward guidance”, prosegue l’esperta.

Sul fronte delle prospettive economiche, “ci aspettiamo che Lagarde mantenga un tono costruttivo sulle previsioni di crescita e mostri preoccupazioni limitate per il recente rallentamento dell'inflazione nelle proiezioni dello staff (2,1% nel 2025, 1,7% nel 2026 e 1,9% nel 2027). I dati recenti risultano infatti coerenti con le proiezioni della Bce, rafforzando la scelta di sospendere ulteriori tagli dei tassi per il momento.

Konstantin Veit, Portfolio Manager di Pimco, ritiene che il ciclo di riduzione dei tassi da parte della BCE sia “presumibilmente giunto al termine, con l'inflazione sostanzialmente in linea con l'obiettivo e la crescita intorno al trend, e il tasso sui depositi a un livello che la maggioranza dei membri del Consiglio direttivo considera probabilmente il punto medio di un intervallo di politica neutrale nell'area dell'euro”.

Nel complesso, “concordiamo con l'opinione prevalente nel Consiglio direttivo secondo cui il rischio per le prospettive di inflazione a medio termine rimane sostanzialmente equilibrato”, prosegue Veit, ritenendo che l’istituto “vorrà preservare lo spazio di manovra convenzionale e mirerà a ridurre al minimo il rischio di dover invertire la rotta poco dopo aver raggiunto il tasso terminale”.

La riunione di dicembre

La riunione di dicembre (17 e 18) “avrà maggiore rilevanza, poiché vedrà la pubblicazione delle proiezioni economiche fino al 2028”, prevede Gharbi, che, in generale, non vede “motivi convincenti per ulteriori tagli dei tassi. Un allentamento aggiuntivo richiederebbe un chiaro catalizzatore, come un calo più marcato dell'inflazione o un peggioramento significativo dell’attività economica. Secondo il nostro scenario di base, per questo ciclo di allentamento il tasso terminale rimarrà al 2%”.

“La valutazione della strategia per il 2025 offre alla BCE un ulteriore margine di manovra, suggerendo una tolleranza leggermente superiore per deviazioni modeste dell'inflazione dall'obiettivo in entrambe le direzioni, a condizione che le aspettative di inflazione rimangano ancorate”, secondo Veit.

“Concordiamo con il mercato nel prevedere una qualche probabilità di un ulteriore taglio dei tassi, al fine di proteggere la proiezione 'in linea con l'obiettivo' per il 2027, ma riteniamo più probabile che il ciclo di tagli sia già concluso con l'attuale tasso di riferimento al 2%”.

Andando oltre, Veit non ritiene “che la funzione di reazione della BCE sia orientata al fine-tuning della politica monetaria e, nel nostro scenario di base, continuiamo a prevedere un periodo prolungato di inazione sui tassi di riferimento”.

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