Vivendi rinuncia allo scontro sul cda TIM

I francesi hanno deciso di astenersi sull’elezione del nuovo consiglio di amministrazione, aprendo così le porte alla conferma del board uscente. Novità positiva secondo gli analisti, per i quali la decisione rimuove le incertezze sull’esecuzione del piano presentato dall’ad Labriola, ormai verso la riconferma.

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La decisione di Vivendi su TIM

Poteva giocare un ruolo decisivo nella partita per la nomina del consiglio di amministrazione di Telecom Italia ma, se non ha proprio acceso il calumet della pace con il management uscente, Vivendi ha annunciato l’astensione nel corso della tanto attesa assemblea degli azionisti del gruppo in programma oggi. Un atto di realismo forse deciso per non andare contro un alleato potente come il Governo di Giorgia Meloni e molti azionisti importanti.

L’annuncio è arrivato tramite una nota piena di distinguo e prese di distanze dai dirigenti uscenti, criticandone le scelte fatte finora e affermando di non voler essere associata alle decisioni relative alle nomine del nuovo board, in quanto ritiene che “spetti al management in carica e ai suoi sostenitori risolvere la delicata situazione in cui si trova TIM”. Pertanto i francesi, detentori del 23,7% della società, hanno deciso di astenersi dal voto sul rinnovo del consiglio, “nonostante il lodevole impegno dei proponenti di liste alternative di maggioranza”.

La decisione di astenersi dal voto non riguarda, com’è naturale, la lista del collegio sindacale che Vivendi stessa ha presentato.

Le critiche al cda uscente

La nota dei francesi inizia ricordando come questi abbiano sostenuto TIM in qualità di azionisti fin dal maggio 2015, ma che con l’arrivo del Fondo Elliott all’assemblea degli azionisti del 2018, avevano perso influenza sul gruppo che, a sua volta, ha subìto il fallimento del piano degli statunitensi. Inoltre, in ragione delle dimissioni dei suoi due rappresentanti del cda di TIM, a partire dal 31 dicembre 2022 Vivendi ha cessato di contabilizzare la sua partecipazione in questa società secondo il metodo del patrimonio netto, agendo in qualità di investitore finanziario.

Di conseguenza, Vivendi non sostiene la lista presentata dal cda uscente, data la continuità con un consiglio durante il cui mandato il titolo ha perso metà del suo valore e che è responsabile di aver approvato la vendita della rete fissa di TIM nel novembre 2023 ad un prezzo che, a giudizio Vivendi, non riflette il pieno valore dell'asset, senza coinvolgere l'assemblea degli azionisti e il comitato parti correlate e senza fornire, ad oggi, informazioni complete e affidabili al mercato sull'operazione e sui suoi effetti sulla sostenibilità di TIM.

Infine, Vivendi conferma la sua decisione di portare avanti il ricorso contro la delibera del cda del novembre 2023 presso il tribunale di Milano e ogni altro strumento giuridico a sua disposizione per tutelare i propri diritti.

L’assemblea dei soci

Dunque, l’attesissima assemblea di oggi sembra partire con un risultato già scritto, quello della conferma dell’ad Pietro Labriola e dell’elezione della lista a lui collegata e ‘sponsorizzata’ da KKR e dal Ministero del Tesoro (MEF) tramite CDP (secondo azionista con il 9,8%), oltre che da Assogestioni, Asati (piccoli azionisti) e da importanti fondi internazionali del calibro di BlackRock, Amundi, Norges Bank e Vanguard e molti altri.

Il gruppo ha proposto la cessione della rete fissa per fronteggiare i debiti che pesano sull’ex monopolista da decenni a seguito dell’OPA a debito dl 1999.

In campo ci sono anche altre due liste: quella del fondo Merlyn, che propone uno spezzatino di TIM e candida Stefano Siragusa, e quella del fondo Bluebell di Giuseppe Bivona.

Novità “positiva” secondo analisti

L’annuncio dell’astensione ha aiutato il titolo TIM in apertura di seduta odierna a Piazza Affari, arrivando a guadagnare oltre il 4% nella prima ora di scambi e toccando un massimo di 0,2347 euro.

Oltre al mercato, la decisione viene accolta positivamente anche dagli analisti di Equita Sim, che sul titolo hanno una raccomandazione di acquisto (buy) e un prezzo obiettivo di 0,37 euro.

“Si tratta di un esito positivo per il titolo a nostro avviso, che rimuove una prima importante incertezza sull’esecuzione del piano di delayering e di riduzione del debito, elemento essenziale per garantire la sostenibilità finanziaria del gruppo e supportare il rerating del titolo”, spiegano dalla sim.

Il passaggio successivo è rappresentato dal closing dell’operazione NetCo che, dopo la notifica di KKR alla DG Comp di venerdì scorso, dovrebbe completarsi per giugno”, concludono da Equita.

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