La volatilità si abbatte sul petrolio. Eni lancia l’IPO della sua divisione gas e rinnovabili
Il prezzo del petrolio sale di nuovo dopo la pausa delle ore precedenti e i titoli petroliferi tornano protagonisti anche grazie all’IPO annunciata da Eni.
La volatilità del petrolio
Sono giorni volatili per il petrolio e la settimana potrebbe concludersi con livelli record per il Brent. Oggi il greggio del mare del Nord supera quota 83 dollari al barile tornando ai livelli di martedì. Nel mezzo abbiamo assistito ad una discesa repentina delle sue quotazioni, con un minimo toccato ieri a 79,30 dollari alle ore 9.30, per poi tornare a salire fino agli 83,20 dollari di queste ore.
Stesso andamento per il greggio WTI, oggi a quota 79,30 dollari al barile, con la volatilità che era passata attraverso i 75,30 del minimo di ieri mattina.
Al nuovo sprint del petrolio si assiste ad una nuova ripresa dei prezzi del gas, oggi a 5,70 dollari, ieri affievolitosi a causa delle parole del Presidente russo Vladimir Putin su un possibile aumento delle forniture verso l’Europa.
L’andamento dei petroliferi e l’Ipo di Eni
Il ‘contrordine’ del prezzo del petrolio trascinava con sé le quotazioni dei titoli azionari. A Milano Saipem, Tenaris ed Eni aprivano in rialzo di circa il 2%, mentre in Europa brillano Technip, Equinor, Galp e BP.
Protagonista sulla scena azionaria Eni, dopo che ieri sera aveva annunciato ufficialmente l’avvio dell’Offerta Pubblica Iniziale (IPO) per la quotazione in borsa della sua divisione Retail G&P – Rinnovabili.
L’ipotesi era già emersa nelle settimane passate e la quotazione potrebbe essere una delle più grandi a cui assisteremo nel 2022, con una capitalizzazione stimata intorno ai 10 miliardi di euro e una connessa plusvalenza vicina a 3 miliardi per la casa madre.
Con questa valutazione, “l'ev/ebitda 2024, l'ev di R&R dovrebbe essere di circa 10 miliardi di euro”, secondo i calcoli di Bestinver Securities (rating hold e target price tra 9 e 10 euro). “Inoltre, assumendo un multiplo debito/equity di 0.5 volte e un'Ipo del 30%, la raccolta di capitale per Eni dovrebbe essere di circa 2 miliardi”, aggiungono gli esperti.
L’uso delle riserve strategiche USA
L’aumento del prezzo della benzina negli Stati Uniti sembra non fermarsi e il carburante è arrivato a livelli record. Forse spinta dalla pressione dei consumatori americani, la Segretaria di Stato per l’Energia del paese, Jennifer Granholm, ipotizzava un utilizzo della Strategic Petroleum Reserve (SPR), la riserva strategica di petrolio americana.
L’ipotesi ha lasciato perplessi molti osservatori, in considerazione anche del fatto che il livello degli stock della riserva risulta ai minimi dagli ultimi 18 anni.
L’utilizzo di questa risorsa non ha trovato conferma da parte della Casa Bianca e il suo portavoce, Jen Psak, interrogato sulla vicenda, è rimasto evasivo rimandando alla stessa Segretaria.
Granholm si lanciava anche a immaginare il divieto di esportazioni di greggio americano, provvedimento revocato nel 2015 dall’allora Presidente Barak Obama. Anche in questo caso, l’ipotesi non trovava conferma.
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