Voli da falco anche per le altre banche centrali

La BNS e la Banca norvegese hanno alzato i loro tassi di interesse e oggi anche la BoE e l’istituto centrale turco potrebbero seguirne l’esempio, tra inflazione ancora alta e pressioni politiche, soprattutto in Turchia.
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BNS alza il tasso
In una settimana priva delle decisioni della Federal Reserve e della Banca centrale europea, la scena se la prendono gli istituti centrali di Svizzera e Norvegia, in attesa di quelli di Gran Bretagna e Turchia.
La mattinata di oggi si era aperta con la decisione della Banca nazionale svizzera (BNS), ancora intenta a combattere contro l’inflazione inasprendo ulteriormente la sua politica monetaria.
L’istituto ha alzato il tasso guida di 25 punti, portandolo all’1,75%, replicando il primo rialzo in sette anni deciso il 16 giugno 2022, anticipando il primo aumento della BCE.
Un secondo rialzo da parte BNS era stato effettuato il 22 settembre, terminando così la fine dell’epoca dei tassi negativi anche nel paese, portando gli interessi dal -0,25% al +0,50%, per poi continuare sulla stessa strada altre due volte fino a raggiungere l’1% nel dicembre dello scorso anno.
Le strette, però, potrebbero non essere finite, in quanto la stessa BNS ha ribadito la possibilità di ulteriori rialzi del tasso.
Oltre a confermare le sue stime sul Prodotto Interno Lordo per quest’anno, previsto all’1% circa, l’istituto ha ridotto le sue previsioni sull’inflazione, vista in media al 2,2% nel 2023 dal 2,6% stimato a marzo, mentre lo scorso anno era salita fino al 3,5%, poi scesa grazie al calo di gas e petrolio.
Dopo la decisione, il franco svizzero ha perso terreno rispetto a dollaro ed euro, scambiando a 0,8927 nei confronti del biglietto verde, sempre più lontano dal massimo di sei settimane toccato la scorsa settimana, mentre tocca 0,9838 nei confronti della moneta unica.
Sorpresa Banca Norvegia
Se la decisione della BNS era largamente attesa, la sorpresa è arrivata dalla banca centrale norvegese, solo mezz’ora dopo la scelta dell’istituto svizzero.
L’istituto norvegese ha aumentato il tasso di riferimento di 50 punti base al 3,75% nel tentativo di frenare l'inflazione, più di quanto previsto dalla maggioranza degli economisti intervistati da Reuters, e ha fatto sapere di puntare a un altro rialzo in agosto.Dei 32 economisti intervistati in precedenza, 24 avevano previsto un aumento di 25 punti base, mentre soltanto otto avevano scommesso su un rialzo di 50 punti base.
Parola alla BoE
Un volo da falco è atteso anche l’altra grande protagonista di oggi, la Banca d’Inghilterra, con gli operatori che si attendono un altro rialzo.
Il dubbio, però, riguarda l’entità, se di 25 o 50 punti base, visto che il rapporto sull’inflazione per il mese di maggio ha aumentato le probabilità di un rialzo maggiore alla luce della conferma del +8,7% precedente, sorprendendo le previsioni (+8,4%).
“L'inflazione è la peggiore, la più odiosa delle tasse che il popolo britannico sta subendo in questo momento, perché erode il valore dei salari, per questo combatterla resta la nostra priorità”, dichiarava ieri il cancelliere dello Scacchiere, Jeremy Hunt, ministro delle Finanze del governo Tory di Rishi Sunak, subito dopo i dati sui prezzi.
Hunt ha lasciato intendere che un altro intervento sui tassi d’interesse appare inevitabile pur riconoscendo quanto “l’enorme pressione” che questo comporta in termine di contraccolpi sull'aumento dei mutui immobiliari per tante famiglie.
Falchi anche in Turchia
Contemporaneamente alla BoE, arriverà anche la decisione della Banca centrale della Repubblica di Turchia e la giornata di oggi potrebbe segnare una storica inversione di tendenza nella sua politica monetaria.
Per l’istituto si tratta della prima riunione dopo la rielezione del presidente Recep Tayyip Erdogan dello scorso 28 maggio e con l’esordio del neogovernatore Hafize Gaye Erkan, prima donna a ricoprire la carica nella storia del paese.
Dopo mesi di politiche espansive decise nonostante un’inflazione arrivata anche oltre l’85%, condizionate dal presidente Erdogan, gli analisti si attendono ora un robusto rialzo, con i tassi visti al 20% da Morgan Stanley e al 25% da Bank of America.
Non si escludono rialzi graduali, in modo da evitare contraccolpi finanziari dirompenti, mentre i toni del governatore dovranno risultare sufficientemente duri da innescare una reazione psicologica sui mercati finanziari e dei beni e servizi.
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