Wall Street affronta ancora i timori di recessione

I dati sull’occupazione diffusi oggi confermano un rallentamento dell’economia a stelle e strisce e gli esperti avvisano circa le conseguenze sul mercato azionario.
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I dati su occupazione ADP
Si riduce la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore privato negli Stati Uniti, mostrando ancora un nuovo segnale di un rallentamento dell’economia.
L’occupazione non agricola del mese di marzo su base annuale ha aggiunto 145 mila posti di lavoro, segnando così un calo rispetto al precedente dato di 242 mila e risultano inferiori anche alle previsioni degli analisti (200 mila).
La crescita maggiore è quella del settore dei servizi (+75 mila), in particolare Leisure/hospitality (+98 mila) e Trade/transportation/utilities (+75 mila) e nel settore manifatturiero i posti di lavoro diminuiscono di 30 mila unità, mentre in quello delle costruzioni aumentano di 53 mila unità.
“I nostri dati sulle buste paga di marzo sono uno dei numerosi segnali che l’economia sta rallentando”, sottolineava Nela Richardson, capo economista di ADP, con “i datori di lavoro che si stanno ritirando da un anno di forti assunzioni e la crescita salariale, dopo un plateau di tre mesi, sta lentamente diminuendo”.
Wall Street ancora incerta
Il risultato diffuso oggi mantiene intorno la parità i future dei principali indici di Wall Street dopo i cali della seduta di ieri.
Il dollaro flette nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD torna in parità a 1,0955, mentre i Treasury USA accelerano al ribasso alla luce del calo del 2% del biennale (al 3,7634%) e dell’1% per il decennale (3,309%), livello più basso da settembre.
Si rafforza l’oro che sale a 2.044 dollari l’oncia dopo il dato, ormai a oltre il +25% dai minimi di novembre.
“La terza volta è quella buona per l'oro, che ha superato il livello di 2.000 dollari sia nell’agosto 2000 che nel marzo 2022 e questa volta sembra essere in grado di sostenere lo slancio mentre si addensano nubi oscure sull'economia”, prevede l’analista Ross Norman.
Dati macro e crisi
Nei giorni scorsi, l’ultimo indice ISM dei responsabili degli acquisti nel settore manifatturiero (PMI) ha registrato una lettura di 46,3, la più bassa dal maggio 2020.
“Ancora più preoccupante è che il rapporto di lunedì ha segnato la prima volta dal 2009 che tutti i 10 sottoindici del rapporto hanno mostrato una contrazione, vale a dire che tutti gli indici hanno registrato letture al di sotto di 50”, sottolineava Myles Udland di Yahoo Finance, secondo il quale “ci stiamo avvicinando sempre di più a una situazione di crisi economica”.
“I dati provenienti dal settore manifatturiero indicano una recessione, quindi il mercato azionario si ritrova con dati economici deboli e una Fed ancora falco”, ha dichiarato Paul Nolte, senior wealth advisor e market strategist di Murphy & Sylvest, e “finché i dati sull'inflazione continueranno a migliorare e la disoccupazione inizierà a salire un po', la Fed resterà in attesa a maggio”.
Le attese dei trader su una pausa della Fed a maggio si attestano al 53,9%, mentre le probabilità di un aumento dei tassi di interesse di 25 punti base sono al 46,1%, secondo lo strumento Fedwatch del CME Group.
Timori di recessione
Un allarme su una possibile recessione è stato lanciato dall’amministratore delegato di JPMorgan Chase, Jamie Dimon, in occasione della sua lettera annuale agli azionisti.
Secondo Dimon, “l’attuale crisi non è ancora finita”, riferendosi al settore bancario e al crollo di Silicon Valley Bank e per il futuro si attende “ripercussioni per gli anni a venire”, nonostante “non si tratti della ripetizione della crisi finanziaria del 2008, quando ci fu la crisi dei mutui detenuti da istituzioni finanziarie globali.
Anche se “l’attuale crisi bancaria coinvolge un numero molto inferiore di operatori finanziari e di questioni da risolvere”, il manager avvisava che i recenti fallimenti bancari “hanno modificato in modo significativo le aspettative del mercato" e che "le probabilità di una recessione sono aumentate”.
Gli faceva eco Neel Kashkari, presidente della Fed di Minneapolis, che durante la trasmissione ‘Face The Nation? della CBS avvisava che le recenti tensioni bancarie “ci avvicinano decisamente a una recessione”.
“Quello che non ci è chiaro è quanto queste tensioni bancarie stiano portando a una diffusa contrazione del credito e questa contrazione rallenterebbe l'economia”, ha detto, osservando che è troppo presto per dire quale impatto la crisi potrebbe avere sulle future decisioni sui tassi di interesse o sull’economia in generale.
Un freno per Wall Street
I timori per una recessione potrebbero rappresentare un potenziale freno per le azioni a Wall Street.
“La Fed non ha indicato alcuna intenzione di tagliare i tassi d'interesse quest’anno, eppure gli asset di rischio stanno mostrando un rally senza precedenti, con i titoli europei che scambiano vicino ai massimi storici e quelli statunitensi che recuperano le recenti perdite”, scrive da JPMorgan Marko Kolanovic in una nota ai clienti all’inizio di questa settimana.
“Ci aspettiamo un'inversione del sentimento di rischio e che il mercato ritesti i minimi dello scorso anno nei prossimi mesi”, aggiungeva l’analista, prevedendo che il mercato azionario si trovi in un periodo di “calma prima della tempesta”.
Notizie societarie e pre-market USA
Johnson & Johnson (+3%): ha accettato di pagare 8,9 miliardi di dollari per risolvere decine di migliaia di cause legali che accusavano alcuni suoi prodotti di causare il cancro.
Nvidia Corp (-1%): ieri Google di Alphabet ha rilasciato nuovi dettagli sui supercomputer che utilizza per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale (AI), affermando che i sistemi sono più veloci e più efficienti dal punto di vista energetico rispetto ai sistemi comparabili di Nvidia.
C3.ai (-3%): accusata di avere “seri problemi di contabilità e comunicazione” da parte del venditore allo scoperto Kerrisdale Capital in una lettera inviata al revisore dei conti Deloitte & Touche LLP.
Western Alliance Bancorp (-2%): le perdite non realizzate su titoli e prestiti detenuti per investimento (HFI) nel primo trimestre della banca si sono ridotte rispetto alla fine del 2022.
Immunic (+16%): il suo farmaco sperimentale (vidofludimus calcium) ha mostrato un miglioramento assoluto del 33,7% rispetto a un placebo in pazienti con colite ulcerosa da moderata a grave in una parte del suo studio di fase intermedia.
Raccomandazioni analisti
Meta
Jefferies: ‘buy’ e prezzo obiettivo alzato da 225 USD a 250 dollari.
Leonardo DRS
CJS Securities: da ‘neutral’ a ‘buy’.
American Express
Oppenheimer: ‘buy’ e target price da 182 USD dai precedenti 180 dollari.
Moody’s Corporation
Oppenheimer: ‘buy’ e prezzo obiettivo alzato da 342 USD a 349 dollari.
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