Wall Street ancora ‘stordita’ dalle parole di Powell


L’apertura della borsa USA dovrebbe essere ancora caratterizzata dalle vendite dopo i forti cali di ieri seguiti alle dichiarazioni del Presidente della Federal Reserve circa una pausa nella politica monetaria restrittiva, definita “ancora prematura”.


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Future in rosso

Wall Street sembra andare verso un’apertura negativa dopo le vendite di ieri arrivate dopo i toni ‘hawkish’ individuati nelle parole del Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, nel corso della consueta conferenza stampa post riunione.

Oggi i future sui principali indici di New York ‘attendono’ l’apertura della borsa statunitense in rosso, con il Nasdaq ancora più indietro (-0,90%) rispetto al Dow Jones (-0,50%) e allo S&P 500 (-0,60%).

La chiusura di ieri si era conclusa con pesanti perdite per i tre indici, visti i cali del 3,63% per il tecnologico, del 2,50% per lo S&P500 e dell’1,55% per il Dow Jones.

Eppure, la prima reazione dei mercati all’aumento già scontato dei tassi da 75 punti base, me poi le parole di Powell spaventavano gli investitori, attirando forti vendite sulla prospettiva di una fase restrittiva che durerà più a lungo del previsto, con il tasso terminale di fine 2023 più alto del 5% atteso.

Ancora presto per una pausa

“Very premature to talk about a pause”, dichiarava Powell, “probabilmente una delle frasi che ha maggiormente sconvolto le aspettative degli investitori che guardavano a un 2023 all’insegna di una pausa della Fed, se non persino di un possibile taglio dei tassi”, per poi “rivelare che il livello finale potrebbe essere più elevato di quanto si era pensato a settembre”, racconta Gabriel Debach, market analyst di eToro.

A quel punto, “i mercati hanno quindi rivisto al rialzo le possibilità per la riunione di febbraio di un aumento di 50 pb, con un tasso al 5%, e quelle di marzo al 5,25%”, aggiunge l’esperto, il quale ritiene “più favorito un rialzo più contenuto di 50 pb nella prossima riunione di dicembre”.

Powell ha confermato la lotta all’inflazione quale principale obiettivo della Fed, “poiché eventuali errori sarebbero più difficili da sistemare rispetto ai rischi di recessione; ovvero su quest’ultimo punto la Fed potrebbe attivamente aggiustare i tassi o il QE, mentre sull’inflazione gli effetti sarebbero più ritardatari e con importanti implicazioni per le classi meno abbienti”.

Con una forward guidance “completamente assente” e una navigazione “a vista” per la Fed, conclude Debach, “la destinazione sembra essere stata più volte rimarcata, ma i mercati faticano, o meglio, non vogliono recepirla, dopo essere stati per decenni educati ad essere presi per mano. Nessun settore americano ha risposto positivamente alle parole di Powell, con il difensivo tuttavia a sovraperformare il growth e ciclico”.

Le trimestrali

Intanto, la stagione delle trimestrali è arrivata al giro di boa, evidenziando alcuni segnali abbastanza chiari.

“I settori finanziari e quelli relativi al consumo sono i vincitori in termini di crescita dei ricavi e le industrie di consumo sono state persino in grado di espandere il proprio margine operativo rispetto ad un anno fa”, spiega Simone Di Biase, Head of Relationship Management di BG Saxo.

Secondo l’esperto, il grande tema del terzo trimestre resta “la compressione dei margini, poiché le aziende stanno affrontando pressioni salariali senza precedenti e per alcuni settori il costo dei materiali è ancora elevato”, in particolare colpendo “i semiconduttori e le società di media”

“Sebbene le società energetiche stiano ancora ottenendo ottimi risultati in termini di performance dei prezzi, i loro fondamentali sono leggermente peggiorati nel terzo trimestre”, conclude Di Biase.

Notizie societarie principali e relativi movimenti nel pre-market USA

Qualcomm (-8%): ha diffuso una guidance sul primo trimestre fiscale inferiore alle attese degli analisti, mentre gli utili per azione rettificati sono in linea con le attese, a 3,13 dollari.

Moderna (-11%): tagliate le previsioni di vendita del vaccino contro il Covid-19 per l’anno fiscale, a causa di vincoli di fornitura a breve termine, mentre ha registrato vendite per il terzo trimestre pari a 3,40 miliardi di dollari, mancando i 3,53 miliardi di dollari stimati da Wall Street.

Robinhood (+3%): terzo trimestre con perdite nette di 175 milioni corrispondente a 0,20 dollari per azione, dato inferiore alle attese e al dato relativo al periodo precedente (295 milioni o 0,34 di eps).

Peloton Interactive (-17%): ha previsto un fatturato per il secondo trimestre inferiore alle stime di Wall Street, compreso tra i 700 e i 725 milioni di dollari rispetto alle attese di 874 milioni, a causa di una domanda debole per le sue attrezzature per il fitness in un contesto macroeconomico difficile.

Fortinet (-12%): ha rilasciato risultati contrastanti, con un utile trimestrale rettificato di 33 centesimi per azione a settembre, mentre l’attesa media degli analisti era di 27 centesimi per azione.

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