Wall Street azzera le perdite, BCE riconosce esigenza dei tagli
La riduzione delle previsioni su un primo taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve condiziona ancora la borsa di New York, mentre la Banca centrale europea sembra poter avviare l’allentamento monetario a giugno.
Wall Street negativa
Wall Street in parità dopo le chiusure arrivate ieri alla fine di una seduta condizionata dai dati sull’inflazione che avevano azzerato le previsioni di un primo taglio dei tassi di interesse della Federal Reserve per il mese di giugno, spostando più avanti nel corso dell’anno il possibile avvio del processo di allentamento monetario.
Dopo una mattina passata in flessione di circa mezzo punto percentuale, i future sui principali indici azionari USA (Nasdaq, S&P500 e Dow Jones) azzerano le perdite a seguito dei dati sui prezzi alla produzione.
L’indice IPP sui prezzi alla produzione è risultato (+0,2%) inferiore alle previsioni (+0,3%) e in calo rispetto al precedente +0,6% su base mensile (annuale +2,1%, inferiore alle previsioni di +2,2%).
Inoltre, il calendario economico prevedeva anche le nuove richieste di disoccupazione della settimana conclusasi il 6 aprile, risultate 211 mila, dato inferiore sia alle previsioni (216 mila) che a quello precedente (222 mila).
Domani la stagione degli utili del primo trimestre entrerà nel vivo con una tripletta di grandi banche: JP Morgan Chase & Co, Citigroup e Wells Fargo.
Previsioni sui tassi
Dopo il dato sull’inflazione diffuso ieri, gli analisti di UBS Global Wealth Management ora prevedono l’inizio dei tagli dei tassi a settembre, rispetto alla precedente previsione di giugno.
Bnp Paribas ha rivisto le sue previsioni di riduzioni riducendole a due tagli a luglio e dicembre, rispetto ai tre tagli a partire da giugno stimati in precedenza dopo i dati sull'inflazione statunitense più forti del previsto. “A nostro avviso, i dati sul Cpi di marzo rendono insostenibile un taglio dei tassi a giugno, mentre la nostra previsione di un calo più graduale dell'inflazione rende più probabili due tagli quest'anno piuttosto che tre”, hanno spiegato gli analisti della banca francese.
Secondo il FedWatch Tool del CME, i trader attualmente vedono una probabilità del 41% del primo taglio dei tassi a luglio, mentre i trader prevedono 40 punti base di tagli nel 2024 (dati LSEG), in calo dai 150 pb previsti ad inizio 2024.
Le decisioni della BCE
Nessun cambiamento sui tassi da parte della Banca centrale europea, come ampiamente previsto, ma il direttivo ha lasciato intravvedere il possibile tanto sospirato primo taglio.
In particolare, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale restano dunque invariati rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4%.
Il consiglio ha riconosciuto il prosieguo del processo di disinflazione attualmente in corso, e, se le future valutazioni in merito alle prospettive di inflazione continueranno a convergere stabilmente verso l’obiettivo del 2%, “sarebbe opportuno ridurre l’attuale livello di restrizione della politica monetaria”.
“Giugno è davvero il momento per la BCE di avviare il ciclo di tagli”, prevede Evelyn Herrmann, economista di Bank of America Securities Europe, aggiungendo che “probabilmente i banchieri hanno in mente un ciclo di tagli piuttosto limitato”.
In ogni caso, prosegue la nota della BCE, per determinare livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio “guidato dai dati” in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione, senza vincolarsi a un particolare percorso di riduzione.
L’attenzione si sposta ora verso la Presidente dell’istituto centrale, Christine Lagarde, impegnata nella consueta conferenza stampa post-decisione, iniziata alle ore 14:45 italiane.
Dopo la decisione della BCE dollaro aumentava i guadagni della mattina nei confronti dell’euro, sulla stessa scia del balzo di ieri, e la coppia EUR/USD scendeva a 1,0717, per tornare verso la parità (1,0738) a seguito dei dati sull’IPP.
Notizie societarie e pre-market USA
Amazon (-1%): l’amministratore delegato, Andy Jassy, ha dichiarato che l'azienda di e-commerce vede l'opportunità di ridurre ancora i costi della sua rete, dopo aver tagliato il personale negli ultimi mesi, “garantendo al tempo stesso una consegna più rapida ai clienti”.
Moderna (-0,30%): ha annunciato la sospensione della costruzione di un impianto di vaccini in Kenya a seguito del calo riscontrato della domanda di vaccini contro il Covid-19.
Rallybio (+74%): collaborerà con Johnson & Johnson per sviluppare terapie volte a ridurre il rischio di una rara malattia del sangue chiamata trombocitopenia alloimmune fetale e neonatale (FNAIT).
CarMax (-7%): utile netto del quarto trimestre sceso a 50,3 milioni di dollari, o 32 centesimi per azione, rispetto ai 69 milioni di dollari, o 44 centesimi per azione, di un anno fa. Gli analisti si aspettavano un utile netto di 49 centesimi per azione, secondo i dati LSEG.
Alpine Immune Sciences (+36%): verrà acquisita da Vertex Pharmaceuticals (-2%) per circa 4,9 miliardi di dollari in contanti.
Fastenal Co (-5%): ricavi nel primo trimestre per 1,89 miliardi di dollari, al di sotto delle stime di 1,91 miliardi di dollari (dati LSEG), e utile di 52 centesimi per azione, mancando le stime di 53 centesimi.
Raccomandazioni analisti
Amazon
BMO Capital: ‘buy’ e prezzo obiettivo aumentato da 178 USD a 185 dollari.
DA Davidson: ‘buy’ e target price incrementato da 200 USD a 235 dollari.
Walt Disney Company
Argus: ‘buy’ prezzo obiettivo sale da 125 USD a 140 dollari.
American Express
Wells Fargo Securities: ‘buy’ e target price alzato da 220 USD a 250 dollari.
Pfizer
Berenberg: ‘neutral’ e prezzo obiettivo ridotto da 29 USD a 27 dollari.
NIKE
BofA Securities: da ‘neutral’ a ‘buy’ e target price salito da 110 USD a 113 dollari.
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