Wall Street debole tra inflazione e Moody’s
Domani arriverà il dato sui prezzi per il mese di ottobre che potrebbe dare qualche indicazione sulle scelte future della Federal Reserve in tema di tassi di interesse.
Wall Street sotto la parità
Future sotto la parità prima dell’apertura di Wall Street in questo inizio di settimana che vedrà i dati sull’inflazione al centro dell’attenzione per possibili indicazioni sul mantenimento degli attuali livelli dei tassi di interesse.
Quando manca meno di un’ora dall’apertura della borsa USA, i contratti sui principali indici statunitensi cedono circa lo 0,20%, indicando una possibile apertura sotto la parità.
Il dollaro si rafforza leggermente nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD scende (-0,10%) a 1,0672.
Resta sopra il 5% i Treasury a due anni (5,06%), mentre il decennale sale (+0,20%) al 4,636%, mentre l’oro si attesta a 1.940 dollari l’oncia.
Verso l’inflazione
L’agenda di questa settimana vede i mercati concentrarsi sui dati sull’inflazione che verranno diffusi domani, con le previsioni di un calo al 3,3% dell’IPC relativo al mese di ottobre, rispetto al 3,7% di settembre, anche se le attese per il tasso core indicano una possibile conferma dei livelli precedenti.
“Riteniamo improbabile che i dati sull'inflazione CPI statunitense di domani mettano in discussione la convinzione del mercato che non sia più necessario un ulteriore inasprimento da parte della Fed”, prevedono gli analisti di Unicredit in una nota.Proprio la speranza che i tassi siano vicini al loro picco aveva alimentato il rimbalzo dei principali indici azionari USA nel corso delle ultime sedute, oltre che a causa di una stagione degli utili migliore del previsto.
Secondo Goldman Sachs, l'inflazione e i tassi d'interesse “sembrano aver raggiunto il massimo”, mentre le possibilità di recessione economica si sono quasi azzerate.
“Questo contesto è favorevole ai mercati azionari e riduce i rischi di ribasso per gli investitori”, anche se il rialzo è limitato anche da un basso premio per il rischio azionario, da una crescita degli utili solo moderata fino al 2024 e dalle indicazioni che il mercato sta già prezzando un atterraggio morbido.
La banca d’affari ritiene che l'asticella per investire in attività di rischio rimanga alta, visti i tassi d'interesse che probabilmente rimarranno ai livelli attuali per gran parte del 2024.
Le decisioni delle agenzie di rating
Ad aumentare il nervosismo è stata la decisione di Moody's di venerdì a mercato chiuso con cui ha ridotto le prospettive sul rating degli Stati Uniti a ‘negativo’ da ‘stabile’, citando un ampio deficit fiscale e il declino dell'accessibilità del debito.La continua "polarizzazione politica nel Congresso aumenta il rischio che i legislatori non siano in grado di raggiungere un consenso su un piano fiscale per rallentare il declino dell'accessibilità del debito", spiegano dall’agenzia.Tuttavia, Moody’s ha confermato i rating a lungo termine dell'emittente e del senior unsecured a "Aaa" - la valutazione più alta del merito di credito - citando i punti di forza economici e creditizi degli Stati Uniti.La mossa segue il declassamento del rating del Paese da parte di un'altra agenzia di rating, Fitch, quest'anno, alla luce del deterioramento fiscale previsto nei prossimi tre anni e le ripetute trattative sul tetto del debito che minacciano la capacità del governo di pagare i conti.L'agenzia aveva segnalato per la prima volta la possibilità di un declassamento a maggio, poi ha mantenuto la posizione a giugno dopo la risoluzione della crisi del tetto del debito, affermando che intendeva concludere la revisione nel terzo trimestre di quest'anno.
Morgan Stanley e lo S&P500
Giovedì lo S&P500 aveva interrotto la striscia vincente di 8 sedute utili dopo che il presidente della Fed Powell ha avvertito di possibili altri rialzi dei tassi, rimbalzando poi nella chiusura di venerdì.Gli analisti di Morgan Stanley si attendono che l’indice terminerà il 2024 a 4.500 punti, il 2% in più rispetto agli attuali livelli (4.415,24 venerdì).
Gli strateghi della società guidata da Michael Wilson prevedono per il prossimo anno un aumento del 7% degli utili per azione per le società componenti l'indice, oltre a una crescita dei ricavi del 4-5% e a un'espansione dei margini "modesta", grazie all'alleggerimento del costo del lavoro.Tuttavia, i venti contrari agli utili a breve termine persisteranno fino all'inizio del prossimo anno, prima che si instauri una ripresa "duratura", ha detto Wilson.Wilson vede un forte contesto di utili nel 2025, con un aumento del 16%, grazie al miglioramento della produttività e all'espansione dei margini guidati dall'intelligenza artificiale.
Notizie societarie e pre-market USA
Boeing (+3%): la Cina sta pensando di revocare il blocco degli acquisti del jet 737 Max della società statunitense dopo oltre quattro anni di stop, secondo quanto riportato da Bloomberg.
Micron Technology (-0,7%): il produttore cinese di chip, Yangtze Memory Technologies Co, ha intentato una causa contro la concorrente statunitense per violazione di otto suoi brevetti.
Chevron (+0,10%): ha ripreso la fornitura di gas naturale dal giacimento offshore di Tamar ai clienti in Israele e nella regione dopo che il Ministero dell'Energia israeliano le aveva permesso di riprendere la produzione.
Alphabet (-0,20%): la società madre di Google ha annunciato oggi di aver sciolto la propria partecipazione in Robinhood Markets (+0,10%).
Verve Therapeutics (-39%): ha pubblicato i dati di uno studio in fase iniziale della sua terapia per una condizione genetica che aumenta il rischio di malattie cardiache, da cui è emerso che il trattamento ha ridotto una proteina chiave del 47% a dosi elevate e tra il 59% e l'84% a dosi medie.
Eli Lilly (+1%): il farmaco per l'obesità ‘Wegovy’ di Novo Nordisk ha mostrato benefici per il cuore che non sono dovuti esclusivamente alla perdita di peso.
Tyson Foods (-2%): vendite nel quarto trimestre diminuite del 2,8% a 13,35 miliardi di dollari, quando gli analisti, in media, si aspettavano 13,71 miliardi di dollari.
Aclaris Therapeutics (-85%): annunciata interruzione dello sviluppo del suo farmaco per l'artrite reumatoide, lo zunsemetinib, dopo che non ha raggiunto gli obiettivi primari o secondari in uno studio di fase intermedia.
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