Wall Street incerta alla vigilia dei verbali della Fed


Questa settimana l’attenzione verrà rivolta alle minute dell’ultima riunione dell’istituto centrale americano, in particolare sui toni usati dai suoi membri, mentre qualche segnale sulle future politiche monetarie potrebbero arrivare oggi dai discorsi di Mester, George e Bullard.


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Future sopra la parità

Wall Street verso un’apertura intorno la parità dopo i cali della seduta di ieri.

A circa un’ora dal suono della campanella i future sul Nasdaq, sul Dow Jones e sullo S&P500 guadagnano appena lo 0,30%, lasciando così gli investitori col fiato sospeso in vista dell’avvio delle contrattazioni.

I rendimenti dei Treasuries USA restano in calo di mezzo punto percentuale, mentre il dollaro resta in calo rispetto all’euro e la coppia EUR/USD scambia a 1,0272.

Attesa per i verbali

Il calendario economico propone per oggi a mercati aperti (ore 16 italiane) l’indice manifatturiero della Fed di Richmond, mentre in serata sono attesi i discorsi dei membri del FOMC Loretta Mester, Esther George e James Bullard.

Proprio la Federal Reserve sarà di nuovo al centro dell’attenzione dei mercati quando verranno diffuse le minute dell’ultima riunione, importanti per gli investitori in cerca di informazioni sulle prospettive dell’inflazione e della crescita economica.

“I verbali di domani saranno importanti da tenere d'occhio, ma il recente discorso della Fed ha indubbiamente aggiunto uno strato di cautela all’entusiasmo per la svolta dovish, il che potrebbe significare che gli investitori potrebbero anche essere più riluttanti a interpretare in modo eccessivo i segnali da colomba dei verbali”, ipotizza Francesco Pesole, stratega di ING.

Gli analisti della National Australia Bank evidenziamo come “l’inflazione statunitense abbia raggiunto il suo picco” e “potrà scendere significativamente nel 2023”, portando verso previsioni di deprezzamento del dollaro americano anche a causa degli sviluppi in Cina e in Europa.

Rischio recessione

Da BlackRock ritengono che le banche centrali finiranno per provocare una recessione a causa delle loro politiche aggressive sui tassi.

“Ci troviamo in un nuovo regime macro in cui le banche centrali stanno provocando recessioni, invece che salvare le economie”, spiegano questi esperti in una nota, sottolineando come “questo risulti chiaro guardando al percorso dei tassi delle principali banche centrali, orientato a strette monetarie eccessive contro l’inflazione”.

“Crediamo che le banche centrali alla fine si fermeranno, ma non taglieranno i tassi a fronte dei danni provocati dai forti rialzi dei tassi”, prevedono da BlackRock.

Tassi e previsioni

Secondo Christopher Hart, Portfolio Manager della strategia Robeco BP Global Premium Equity, “la politica dei tassi zero che ha sostenuto la crescita per tanti anni, in particolare nel 2018 e nel 2019, non era sostenibile e non tornerà”.

Hart si attende “che i tassi della Fed salgano forse al 4,5-5%, per poi normalizzarsi al 2,5% circa”, comportando “forte un impatto sugli investimenti indiscriminati in titoli growth nel lungo periodo”.

Per il prossimo anno, Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos, si attende una tensione tra un mercato che cercherà di giocare d’anticipo e festeggiare fin da subito, come ha già cominciato a fare nelle ultime settimane, l’avvicinarsi del prossimo ciclo economico positivo e le banche centrali, che cercheranno invece di smussare gli entusiasmi e di non abbassare i tassi prima di essere certe che il contenimento dell’inflazione sia duraturo”, portando “volatilità nei mercati”.

Per non restarne vittima, prosegue l’esperto, “sarà consigliabile non correre dietro a rialzi prematuri per potere invece comprare senza troppe esitazioni nei momenti di delusione”, ma “questi momenti verranno quando il mercato, dopo essersi allungato troppo, dovrà constatare che i tassi non saranno abbassati subito e che, a un certo punto, l’economia rallenterà.

In conclusione, “se il 2022 è stato un anno in cui vendere su forza, il 2023 sarà un anno in cui comprare sulla debolezza in vista di un 2024 di ripresa generalizzata”, conclude Fugnoli.

Notizie societarie principali e relativi movimenti nel pre-market USA

Zoom Video Communications (-8%): tagliate le previsioni di fatturato annuale a causa dell’alta inflazione che frena la capacità di spesa dei clienti e del minor utilizzo delle videoconferenze online con l'allentamento delle restrizioni sulle pandemie.

Burlington Stores (4%): si attende per il quarto trimestre un calo delle vendite comparabili tra il 6% e il 9%, rispetto alle stime di un calo del 7,1% stimate dai i dati Refinitiv IBES, mentre l’utile per azione 2022 è previsto tra 3,77 e 4,07 dollari dalle precedenti attese di 3,70 – 4,30 dollari.

Best Buy Co (+6%): prevede un calo delle vendite annuali (-10%) inferiore al previsto (-11%) in vista delle festività natalizie, in quanto gli sconti messi in campo aiuteranno la società ad attutire il colpo sulla domanda di elettronica dovuto all’inflazione.

Abercrombie & Fitch (+12%): ha dichiarato di essere “cautamente ottimista” in vista delle festività natalizie e ha previsto vendite per il quarto trimestre superiori alle stime degli analisti grazie alla domanda di abbigliamento resistente. Nel terzo trimestre ha registrato vendite migliori del previsto e nel prossimo periodo si attende vendite nette in calo tra il 2% e il 4% rispetto al -6,3% previsto da Refinitiv IBES.

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