Wall Street incerta dopo il dato sul PIL, scendono Micron e Nvidia


Il dato sul PIL negli Stati Uniti ha confermato la frenata dell’economia ma alla Borsa di New York i tecnologici tengono ancora banco.


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Il PIL rallenta negli USA

Un’economia che rallenta negli Stati Uniti alla luce dei dati economici diffusi oggi che contribuiranno a definire il percorso della politica della Federal Reserve, mentre le deludenti previsioni di vendita di Micron Technology pesano sui giganti della tecnologia, indebolendo anche Nvidia.

Nel dettaglio, il Prodotto Interno Lordo nel Paese ha rallentato a +1,4% nel primo trimestre, leggermente meno rispetto alle previsioni (+1,3%), dal +3,4% del precedente periodo, mentre le richieste iniziali di disoccupazione sono risultate 233 mila nella settimana terminata il 22 giugno rispetto alle 236 mila previste a alle 239 mila del dato precedente.

L’andamento di Wall Street

I future sul Nasdaq proseguivano deboli dopo la diffusione dei dai macro, appesantiti da Micron (-5%) e Nvidia (-1%), cedendo lo 0,20%. In calo anche i contratti sugli altri indici principali quali lo S&P500 (-0,15%) e il Dow Jones (-0,20%), dopo aver avevano chiuso ieri contrastati: l’S&P500 ha guadagnato lo 0,16%, il Nasdaq Composite è salito dello 0,49% e il Dow Jones ha chiuso a +0,04%.

Il dollaro ha aumentato le perdite nei confronti dell’euro e il cross EUR/USD saliva (+0,30%) sopra quota 1,07, mentre l’oro aumentava la sua crescita (+0,70%) e si portava a 2.329 dollari l’oncia.

Altri catalizzatori futuri

Domani usciranno i dati chiave sull’inflazione statunitense, utili per avere ulteriori indicazioni sui tassi di interesse. L'indice dei prezzi PCE, l'indicatore di inflazione preferito dalla Fed, è stimato in rallentamento a +2,6% da +2,7%.

Ieri la componente del consiglio della Fed, Michelle Bowman, ha raffreddato le aspettative del mercato per i tagli dei tassi di interesse. “Molte cose dipendono dalla politica monetaria della Fed: un livello dei tassi più alto più a lungo significa mantenerli molto alti, attrarre denaro negli Stati Uniti e mantenere il dollaro forte”, spiega Andrew Brenner, responsabile del reddito fisso internazionale presso NatAlliance Securities LLC.

“Diversi catalizzatori macroeconomici a breve termine – tra cui la Fed, i principali dati macroeconomici e la stagione degli utili – guideranno i mercati prima di passare alla finestra elettorale statunitense più avanti in estate”, prevedono gli analisti di Citigroup.

Banche Usa promosse dalla Fed

I 31 istituti bancari analizzati dagli stress test della Fed hanno superato l’esame, risultando in grado di affrontare eventuali scenari di recessione e crisi preservando adeguati livelli di capitale, oltre che mostrando di poter continuare a sostenere i flussi di finanziamento sia alle aziende che ai consumatori.

In particolare, la Fed ha testato la solidità degli istituti al cospetto di un'economia che sia segnata da una disoccupazione al 10%, a valori degli immobili commerciali crollati del 40%, a prezzi delle abitazioni caduti del 36% e ad una Borsa scivolata del 55 per cento. Le perdite per le banche in questo frangente ammonterebbero a 685 miliardi di dollari, 175 su carte di credito, 142 su prestiti al business e 80 nel settore immobiliare commerciale.

I principali gruppi bancari, JP Morgan, Bank of America, Citigroup, Wells Fargo, Goldman Sachs e Morgan Stanley, manterrebbero un buffer circa doppio rispetto ai requisiti indispensabili del 4,5 per cento

Si tratta di “una buona notizia e dimostra l'utilità dei capitali extra accumulati dalle banche in anni recenti”, ha detto Michael Barr, esponente dei vertici della Fed incaricato della supervisione bancaria.

Questo però non significa che le pressioni sul settore non si farebbero sentire. In una situazione di grave crisi i livelli di capitale scivolerebbero di 2,8 punti percentuali, dal 12,7% al 9,9%, più di quanto stimato l’anno scorso in simili circostanze. “Ci ​​sono alcune aree da tenere sotto osservazione”, ha riconosciuto Barr, aggiungendo che “il sistema finanziario e i suoi rischi sono sempre in evoluzione”.

Notizie societarie e pre market USA

Micron technology (-6%): prevede un fatturato del quarto trimestre pari a 7,6 miliardi di dollari, inferiore alle stime degli analisti di 7,6 miliardi (dati LSEG).

Levi Strauss & Co (-15%): ricavi del secondo trimestre della società a 1,44 miliardi di dollari, mancando le stime medie degli analisti di 1,45 miliardi.

GSK (-7%): un'agenzia di sanità pubblica statunitense ha ridotto le raccomandazioni d'uso per tutti i suoi vaccini contro il virus respiratorio sinciziale (RSV) e ha rinunciato a raccomandarne l'uso per i soggetti di età inferiore ai 60 anni.

Paper (-14%): fallite le trattative per la vendita a Suzano a causa della discordanza nel prezzo d’acquisto proposto di 15 miliardi di dollari.

Walgreen Boots Alliance (-8%): ha annunciato la chiusura di alcuni negozi e ha tagliato le sue previsioni per l'anno fiscale 2024 e ora si attende un utile rettificato di 2,80-2,95 dollari per azione per l'esercizio finanziario che si concluderà ad agosto, rispetto ai 3,20-3,35 dollari previsti a marzo.

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