Wall Street mista, vigilia del report sul lavoro

Wall Street mista, vigilia del report sul lavoro

Oggi era atteso il dato sulle richieste iniziali di disoccupazione ma il clou ci sarà domani quando il report sul lavoro potrebbe dare indicazioni sulle future scelte della Federal Reserve.

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Wall Street senza direzione

Vigilia dei dati sul lavoro a Wall Street, vista aprire incerta mentre si dibatte sulle future scelte della Federal Reserve.

Oggi erano attesi i dati sulle richieste iniziali di disoccupazione, piccolo antipasto in attesa del report di domani sull’occupazione, molto osservato da mercati e Federal Reserve.

Il dato indica 220 mila nuove domande alla settimana terminata il 2 dicembre, inferiore al dato precedente (219 mila) e alle previsioni (222 mila), mentre quelle continue sono state 1.861 milioni, meno delle stime di 1.910 milioni.

Wall Street, intanto, prosegue senza una direzione precisa prima dell’apertura ufficiale e i future sul Nasdaq (+0,30%) e quelli sullo S&P500 (0,10%) scambiano in verde, mentre i contratti sul Dow Jones scendono leggermente (-0,10%) quando manca meno di un’ora al suono della campanella.

Il dollaro non riceve supporto dai dati e cede (0,20%) nei confronti dell’euro (EUR/USD a 1,091), mentre tira il fiato il Bitcoin (-1,80%) a 43,275 dollari.

Vigilia del report sul lavoro

I trader hanno quasi completamente scontato la probabilità che la Fed mantenga i tassi di interesse invariati nella riunione della prossima settimana, con il 61% che scommette su un taglio già a marzo 2024, secondo lo strumento FedWatch di CME Group.

Tuttavia, alcuni analisti hanno avvertito che i mercati sono stati troppo ottimisti riguardo ai tagli, aggiungendo che il rapporto sull'occupazione in programma domani sarà cruciale nel determinare le possibilità di un atterraggio morbido, ovvero quando la Fed riuscirà a evitare una recessione.

Le previsioni indicano un aumento dell’occupazione non agricola di 180.000 posti di lavoro lo scorso mese, dopo essere aumentata di 150.000 in ottobre.

“I numeri sull'occupazione statunitense di domani e le riunioni delle banche centrali della prossima settimana potrebbero indicare al mercato se ha previsto troppi tagli dei tassi per il 2024”, scrive in una nota Russ Mold, direttore degli investimenti di AJ Bell.

L’impatto sull’oro

Oggi le quotazioni dell’oro si sono riprese leggermente dopo i cali dei giorni scorsi e il metallo prezioso scambia a 2.050 dollari l’oncia rispetto al picco di 2.136 dollari di lunedì scorso.

“In generale, l'oro sta semplicemente aspettando i dati di domani e la riunione della Fed prima di fare la mossa successiva”, ha affermato Craig Erlam, analista senior dei mercati presso OANDA.

“I dati NFP determineranno in definitiva se supererà nuovamente i massimi storici o se vedremo qualche presa di profitto in una piccola correzione”, prevede Erlam.

Rally in pausa

Sui mercati sembra essere scesa la cautela a causa delle previsioni di una pausa sull’azionario a seguito di un novembre scintillante, con dicembre solitamente considerato un mese ‘noioso’.

Storicamente, la volatilità tende a contrarsi alla fine di dicembre, aprendo la strada a prevedibili guadagni di fine anno. Ma quest’anno, i rendimenti strepitosi di novembre potrebbero aver anticipato il Natale per gli investitori.

Cautela che è arrivata anche per l’attesa dei dati macro, in particolare quelli attesi per domani.

“Sia la valutazione che il posizionamento farebbero pensare a un esaurimento nel recente rally”, spiega Mohit Kumar, capo economista europeo presso Jefferies International.

“Considerando la nostra visione di una recessione solo lieve e di un’inflazione ancora vischiosa, diremmo che il mercato si è anticipato un po’ troppo”, ha aggiunto Kumar.

“La più grande preoccupazione a breve termine è il rischio che siano stati scontati troppi tagli dei tassi. Tenendo presente questo, il rapporto sul lavoro di domani sarà un altro pezzo importante del puzzle”, prevede Ole Hansen, responsabile della strategia sulle materie prime di Saxo Bank.

Notizie societarie e pre-market USA

Alphabet (+3%): presentato Gemini, il modello di intelligenza artificiale dopo che si era diffusa la voce di un rinvio del prodotto al 2024.

Advanced Micro Devices (+2%): annunciato l'arrivo di una nuova linea di prodotti specificatamente pensati per migliorare le performance delle applicazioni basate sull'intelligenza artificiale.

GameStop (-8%): perdita per azione nel trimestre terminato a ottobre pari a un centesimo di dollaro, meglio degli 8 centesimi di rosso stimati dagli analisti, mentre i ricavi sono stati pari a 1,078 miliardi di dollari, di poco sotto le aspettative.

Chewy (-11%): ridotte le previsioni di vendita annuale a 11,08-11,10 miliardi di dollari dalla precedente attesa di 11,15-11,35 miliardi di dollari.

ChargePoint Holdings (-2%): ricavi nel terzo trimestre di 110,3 milioni di dollari rispetto alle stime degli analisti di 122,4 milioni di dollari (dati LSEG).

Cerevel Therapeutics (+15%): verrà acquistata da AbbVie per circa 8,7 miliardi di dollari a 45 dollari per azione, rispetto ai 36,93 dollari della chiusura di ieri.

Semtech Corp (+11%): eps non-GAAP per il terzo trimestre di 2 centesimi, quando gli analisti avevano stimato in media una perdita di 13 centesimi (dati LSEG).

Dollar General (+3%): calo delle vendite dell'1,3% nel terzo trimestre, rispetto alla stima media degli analisti di un calo del 2,08% (dati LSEG).

C3.ai (-10%): ricavi nel secondo trimestre per 73,2 milioni di dollari, inferiori ai 74,3 milioni di dollari previsti (dati LSEG) e prevede una maggiore perdita operativa annua di 115-135 milioni di dollari, rispetto alle precedenti attese di 70-100 milioni di dollari.

Raccomandazioni analisti

Apple

UBS: ‘neutral’ e prezzo obiettivo invariato a 190 dollari.

Alphabet

JP Morgan: ‘buy’ e target price ancora a 150 dollari.

NIO

Jefferies & Co.: ‘neutral’ e prezzo obiettivo ridotto da 78,20 USD a 65,80 dollari.

McDonald’s

JP Morgan: ‘buy’ e target price aumentato a 300 USD dai precedenti 278 dollari.

UBS: ‘buy’ e prezzo obiettivo fermo a 310 dollari.

NIKE

UBS: ‘buy’ e target price sempre a 150 dollari.

Boeing

UBS: ‘buy’ e prezzo obiettivo confermato a 255 dollari.

JP Morgan: ‘buy’ e target price alzato da 245 USD a 270 dollari.

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