Wall Street: nuovo semestre, vecchie paure


Attesa un’apertura negativa a New York dopo il semestre peggiore dal 1970, mentre Micron avvisa di una crescita inferiore alle previsioni nel corso dei prossimi mesi.


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Il fantasma recessione

Continua a chiamarsi ‘recessione’ la paura dei mercati, timorosi che una stretta delle banche centrali possa far scivolare l’economia in recessione.

Da Sintra, il presidente della Fed, Jerome Powell, parlava di rischio calcolato di una frenata della crescita, non escludendo la possibilità di una recessione come prezzo da pagare per riportare l'inflazione sotto controllo, innescando una spirale di grande incertezza e di sfiducia sui mercati

Su una sola cosa gli analisti sono d’accordo: i prossimi saranno mesi di forte volatilità e altre turbolenze per i mercati.

“Più inflazione e la Fed: questi sono i rischi più grandi in questo momento”, avvisa al Wall Street Journal Katie Nixon, chief investment officer di Northern Trust Wealth Management.

Nixon scommette “che l'economia Usa rallenterà, ma senza entrare in recessione e investendo nelle aziende focalizzate sulle risorse naturali e quindi pronosticando che l'inflazione persisterà più a lungo di quanto ci si aspetti”.

Secondo Andrew Balls, responsabile globale per gli investimenti nel reddito fisso di Pimco, una recessione negli Usa nei prossimi dodici mesi è più “probabile che non”, ma “non è l'unica cosa importante. Vedremo un significativo rallentamento della crescita”.

Mai così male dal 1970

Il primo semestre dell’anno si era chiuso ieri con l’indice S&P 500 in calo di oltre il 20%, riportando così i peggiori primi sei mesi di anno solare da 52 anni, mentre il trimestre (-16%) è stato il peggiore dal 2020. Male anche il Nasdaq con il suo -30% semestrale.

Come ricordano da WebSim, il MSCI ACWI (All Country World Index), indice che esprime in modo sintetico la fotografia delle borse globali, ha subìto una perdita del 21% nel semestre, performance peggiore solo rispetto a quella del 2008 (-30% tra luglio e dicembre), quando scoppiò la crisi dei sub-prime che si estese in tutto il mondo.

Oggi, intanto, Wall Street non sembra voler recuperare e i future continuano a essere scambiati sotto la parità.

Il future sull’S&P 500 continua a perdere terreno (-0,40%), al pari di quello sul Dow Jones (-0,45%) e sul Nasdaq 100 (-0,50%), a circa mezz’ora dal suono della campanella di New York.

Azionario e pre-market

Micron (-5%). La società tech ha lanciato l’allarme su una debole domanda nei mercati consumer, compresi PC e smartphone, dichiarando di attendersi una minore crescita della richiesta di chip di memoria rispetto a quanto comunicato nell’ultima conferenza stampa.

Dopo l’annuncio, aperture negative si attendono anche per le altre società del settore come AMD (-1,60%), NVIDIA (-1,70%) e Intel (-0,60%).

Meta (-0,20%). La capogruppo di Facebook ha ridotto i piani di assunzione di ingegneri di almeno il 30% per l’anno in corso, con Mark Zuckerberg che avvisava di una possibile crisi “peggiore rispetto a quanto visto nella storia recente”.

Exxon Mobil (+1,30%). La compagnia petrolifera ha annunciato che a seguito di uno sciopero, avvierà l'iter per la chiusura di una raffineria nel Sud della Francia.

RH (-0,30%). La società di arredamento per la casa era crollata ieri (-10%) dopo aver rivisto al ribasso le previsioni per l’intero anno.

Raccomandazione analisti

Micron. Il broker Piper Sandler conferma il giudizio negativo con un rating ‘sell’, mentre il prezzo obiettivo è diminuito da 70 dollari a 50 USD.

Apple. JP Morgan conferma oggi la raccomandazione ‘overweight’ con target price di 200 dollari.

Netflix. Tramite l'analista Douglas Anmuth, JP Morgan conferma il trading ‘neutral’: il prezzo obiettivo è invariato a 230 USD.

La ricerca di Trust Securities ha confermato il giudizio ‘neutral’ sul titolo e ridotto il target price a 210 USD dai precedenti 300 dollari.

Fedex. Revisione al ribasso sul titolo da parte della ricerca di Berenberg: da ‘buy’ si passa a un giudizio ‘neutral’, con il prezzo obiettivo rivisto al ribasso da 330 dollari a 275 USD.

Pepsico. La ricerca di Evercore ISI ha confermato il giudizio ‘neutral’ sul titolo. Il prezzo obiettivo si modifica appena ed ora si posiziona a 180 USD contro i precedenti 185 dollari.

PayPal. La ricerca di Truist Securities ha confermato il giudizio ‘neutral’ sul titolo. Il prezzo obiettivo è stato ridotto da 85 USD a 80 USD.

Morgan Stanley. BMO Capital è positivo sul titolo e consiglia ‘buy’. Il prezzo obiettivo è stato rivisto al ribasso ed è ora fissato a 105 dollari rispetto ai precedenti 113 USD.

Citygroup. BMO Capital è positivo sul titolo e consiglia ‘buy’: prezzo obiettivo rivisto al ribasso da 75 USD a 78 dollari.

Bank of America. La ricerca di BMO Capital conferma la raccomandazione e mantiene il giudizio ‘neutral’. Ridotto il prezzo obiettivo che passa da 46 dollari a 44 USD.

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