Wall Street, occhi puntati solo sulla Fed

Stasera arriverà la decisione dell’istituto centrale sui tassi di interesse con la conferenza stampa del Presidente Jerome Powell a seguire e molti analisti si attendono una nuova pausa dopo quella di luglio.

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Verde chiaro a Wall Street

C’è attesa a Wall Street per l’evento clou di questa settimana: la decisione della Federal Reserve sui tassi di interesse.

A circa un’ora dall’avvio delle contrattazioni ufficiali, i future sui principali indici di New York scambiano di poco sopra la parità con guadagni limitati allo 0,2% per i contratti sul Nasdaq, sullo S&P500 e quelli sul Dow Jones.

Cali inferiori all’1% per i rendimenti dei titoli di Stato USA, in particolare per il biennale (al 5,07%) e il decennale (al 4,348%), mentre il dollaro cede leggermente (-0,20%) nei confronti dell’euro.

Le previsioni sui tassi

Tutte le attese puntano verso una pausa nel percorso di rialzi dei tassi di interesse, la seconda consecutiva, dopo aver raggiunto un intervallo compreso tra il 5,25 % e il 5,5%, il massimo degli ultimi 22 anni.

La decisione verrà comunicata oggi alle ore 20 italiane, a cui seguirà dopo mezz’ora la consueta conferenza stampa del Presidente Jerome Powell, che già nei giorni scorsi aveva segnalato come i membri della Fed preferirebbero aspettare per valutare l’impatto dei passati aumenti sull’economia.

Secondo lo strumento FedWatch del CME, i mercati finanziari indicano una probabilità del 99% che la Fed lasci i tassi invariati e una probabilità del 69% di restare invariata a novembre.

Da Bloomberg news indicano una visione unanime tra le maggiori agenzie, tutte propense verso una pausa, parlando di “conclusione scontata”, mentre la decisione da prendere nel corso della prossima riunione prevista il 31 ottobre – 1° novembre risulta meno chiaro.

“Ci aspettiamo che il dot plot aggiornato che sarà pubblicato questa settimana indichi che i membri del FOMC prevedono mediamente un ulteriore aumento dei tassi nel 2023, ma sarà un evento ravvicinato”, scrivono sul sito americano gli economisti Anna Wong, Stuart Paul ed Eliza Winger.

Lotta all’inflazione

“Non sono abbastanza sicuri per dire di aver sconfitto l’inflazione”, spiega Julia Coronado, fondatrice di MacroPolicy Perspectives LLC ed ex economista della Fed, la quale non crede “che il presidente Powell ci darà il via libera”.

“Riteniamo che la Fed abbia fatto abbastanza e che il tasso sui fondi sia sufficientemente restrittivo”, ha affermato Rubeela Farooqi, capo economista statunitense presso High Frequency Economics, “ma se il mercato del lavoro non si indebolisce e ci sono sorprese al rialzo sull’inflazione, allora c’è il rischio che la Fed spinga i tassi ancora più in alto”.

Parola a Powell

Powell, nella sua conferenza stampa, dovrebbe essere inviato a indicare se si aspetta un altro aumento dei tassi quest'anno e se è d'accordo con le previsioni sui tassi nel dot plot.

“Probabilmente sottolineerà che i funzionari della Fed manterranno la rotta” finché l'inflazione non sarà sotto controllo, prevede Lindsey Piegza, capo economista della Stifel Financial Corp., in quanto Powell “punta a mantenersi aperte le opzioni e l’ultima cosa che vuole è che il mercato prezzi tagli dei tassi entro l’inizio del 2024”, ha detto.

È probabile che le domande al presidente vengano poste anche sulle prossime sfide per la crescita degli Stati Uniti, tra cui il recente aumento dei prezzi dell’energia.

BofA e l’S&P500

Passando all’azionario, BofA Global Research prevede che l'S&P 500 chiuderà l'anno a 4.600 punti, un valore superiore alla precedente stima di 4.300 e del 3,5% rispetto alla chiusura di ieri (4.443,95 punti). L’indice è salito del 15,7% quest'anno, in gran parte grazie alla crescita di alcuni titoli a grande capitalizzazione come Nvidia e Meta, che hanno cavalcato il boom dell'intelligenza artificiale (AI). Sebbene il rally si sia moderato, BofA rimane in territorio ‘neutrale’ o ‘positivo’ sulle azioni statunitensi, sebbene sia emersa “una nuova ondata di narrazioni ribassiste sulle azioni”.

In questo contesto, il broker sostiene che la ‘old economy’, che comprende i titoli value (più diffusi nell'S&P 500 a ponderazione uguale) potrebbe trarre beneficio tanto quanto i titoli tech e growth.

Notizie societarie e pre-market USA

Instacart (-5%): il titolo è appena il 7% al di sopra del suo prezzo di IPO di 30 dollari, dopo un'impennata del 43% al suo debutto di ieri.

Just Eat Takeaway (+7%): un giudice federale ha dichiarato ieri che la sua unità statunitense Grubhub e altri gruppi di consegna di cibo possono citare in giudizio la città di New York per una legge che limita le spese di consegna, il che potrebbe aiutare i piani di disinvestimento dell'azienda.

Pinterest (+3%): il consiglio di amministrazione della società autorizza un programma di riacquisto di azioni ordinarie fino a 1 miliardo di dollari.

ARS Pharmaceuticals (-40%): la Food and Drug Administration statunitense ha rifiutato di approvare lo spray nasale della società che sarebbe stato il primo trattamento di emergenza senza aghi per le reazioni allergiche e ha chiesto ulteriori test.

Fresh Track Therapeutics (+53%): ieri il suo consiglio di amministrazione ha approvato il piano di pagamento del dividendo e distribuirà tra i 5 e i 7 milioni di dollari agli azionisti.

Exscientia (+16%): ha avviato una collaborazione con la tedesca Merck KGaA per la studio di farmaci a piccole molecole in diverse aree patologiche, tra cui il cancro e l'immunologia.

Klaviyo: oggi debutto a Wall Street, dopo che l'IPO ha superato le aspettative con 19,2 milioni di azioni prezzate a 30 dollari, al di sopra del range già rivisto al rialzo di 27-29 dollari, per una raccolta lorda di 576 milioni di dollari.

Raccomandazioni analisti

Apple

UBS: ‘neutral’ e prezzo obiettivo fermo a 190 dollari.

Nike

UBS: ‘buy’ e target price non si muove dai 150 dollari.

Intel

JP Morgan: ‘sell’ e prezzo obiettivo ancora a 35 dollari.

Deutsche Bank: ‘neutral’ e prezzo obiettivo sempre a 38 dollari.

Bernstein: ‘neutral’ e target price confermato a 34 dollari.

Nvidia

Bernstein: ‘buy’ e prezzo obiettivo di nuovo a 675 dollari.

Adobe

Argus: ‘buy’ e target price alzato da 565 USD a 610 dollari.

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