Wall Street resta positiva e attende le minute della Fed

Wall Street resta positiva e attende le minute della Fed

Migliora il sentiment di oggi alla borsa di New York dopo le dichiarazioni arrivate dai membri della Fed nelle ore precedenti, mentre oggi i verbali dell’ultima riunione dell’istituto centrale statunitense potrebbero mostrare nuovi indizi sulle future scelte di politica monetaria in tema di tassi di interesse.

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Wall Street sopra la parità

Luci verdi a Wall Street in attesa dell’apertura ufficiale, con il focus ancora sui rendimenti dei Titoli di Stato mentre non si ferma il conflitto in Medio Oriente, anche se i guadagni si sono ridotti dopo i che i dati sui prezzi alla produzione diffusi oggi hanno mostrato un aumento maggiore del previsto, rafforzando la necessità che la Federal Reserve mantenga i tassi di interesse elevati più a lungo.

Prima del dato i future sul Nasdaq guadagnavano lo 0,40% a meno di un’ora dall’avvio delle contrattazioni, mentre i contratti sullo S&P500 seguivano con un +0,30% e quelli sul Dow Jones crescevano dello 0,20%, per poi dimezzare le crescite.

Treasury USA in ripiegamento e il biennale si mantiene sotto il 5%, in lieve rialzo, e il decennale scende dell’1% e si assesta al 4,578%.

Rendimenti in calo

Il calo dei rendimenti dei Treasury è determinato dalla guerra in Medio Oriente e delle osservazioni accomodanti dei funzionari della Federal Reserve durante questa settimana.

In attesa dei verbali della riunione dell’istituto centrale dello scorso settembre attesi per oggi (ore 20 italiane), la presidente della Fed Bank di San Francisco, Mary Daly, ha spiegato che le condizioni finanziarie più restrittive potrebbero significare che la banca centrale “non deve fare altrettanto”, aprendo le porte ad una pausa nei rialzi nel corso della riunione della prossima settimana, ultimo di una serie di commenti ‘dovish’ che hanno sollevato le speranze sul tasso di interesse.

“I recenti sviluppi supportano la nostra visione secondo cui i rendimenti dovrebbero scendere nei prossimi 6-12 mesi”, Mark Haefele, chief investment officer di UBS Global Wealth Management, il quale prevede “un ulteriore raffreddamento dell'inflazione e della crescita globale”.

“A parità di altre condizioni, rendimenti elevati ora significano meno inasprimento della Fed”, secondo Brent Donnelly di Spectra Markets, e “l’incapacità dei rendimenti a 30 anni di mantenersi al di sopra del 5% è un altro segnale che il picco del reddito fisso, e probabilmente quello dei rendimenti, sono stati raggiunti per ora”.

“Continuo a pensare che le azioni saliranno verso la fine dell'anno poiché beneficiano della stabilizzazione del reddito fisso, delle condizioni di ipervenduto e della stagionalità positiva”, prevede Donnely.

Se “i banchieri hanno iniziato a riconoscere una minore necessità di ulteriori azioni restrittive, dato che le condizioni finanziarie si sono notevolmente inasprite dopo il recente aumento dei rendimenti del Tesoro”, questo “potrebbe aver ridotto l’angoscia riguardo alla necessità di ulteriori aumenti dei tassi”, sottolinea Ben Jeffery di BMO Capital Markets.

Secondo lo strumento FedWatch di CME, i trader stimano la possibilità che i tassi di interesse rimangano invariati a novembre e dicembre rispettivamente intorno all'86% e al 72%, con una piccola percentuale di trader che prevede tagli dei tassi già a gennaio.

Dati macro

Oggi i dati sui prezzi alla produzione di settembre hanno mostrato un raffreddamento su base mensile, visto che il +0,5% registrato risulta inferiore a quello precedente (+0,7%), anche se maggiore rispetto alle previsioni (+0,3%), mentre su base annuale sono cresciuti (+2,7%) più del previsto (+2,3%) e del mese precedente (+2,5%).

I numeri sull’inflazione in agenda per domani potrebbero condizionare lo scenario, secondo alcuni analisti, in quanto un rapporto “più solido del previsto potrebbe modificare le scelte della Fed, in quanto l’istituto potrebbe sentirsi obbligato a fare di più”, secondo Michael Feroli, capo economista statunitense di JP Morgan.

L’indice dei prezzi al consumo è visto in rallentamento a settembre, dopo due mesi di aumenti, e su una base ‘core’, che esclude le volatili categorie alimentari ed energetiche, dovrebbe essere aumentato del 4,1% rispetto allo scorso anno a settembre, in rallentamento rispetto all’aumento del 4,3% osservato ad agosto.

Il rapporto arriva dopo che il rapporto sull'occupazione di venerdì scorso ha mostrato che il mercato del lavoro continua a crescere, ma i principali elementi inflazionistici del rapporto, come la crescita dei salari, hanno mostrato diminuzioni.

L’inflazione resta una “preoccupazione” importante per la Fed, il capo economista di EY Greg Daco nel corso di un’intervista a Yahoo Finance.

Oggi, intanto, sono tornate in crescita le domande di mutuo negli USA nella settimana terminata al 6 ottobre, segnando un +0,6% dopo il -6% della settimana precedente.

Infine, domani sono attesi i conti di Delta Air Lines e Walgreens Boots Alliance e, venerdì, quelli delle grandi banche (JPMorgan Chase, Wells Fargo e Citigroup).

Notizie societarie e pre-market USA

Exxon Mobil (-2): confermate le indiscrezioni circa l’acquisto di Pioneer Natural Resources (+1%) per 59,5 miliardi di dollari, 253 dollari per azione rispetto ai 237 della chiusura di ieri, operazione che rappresenta la più grande acquisizione dai tempi della fusione con Mobil Corp nel 1999 ed è la più grande al mondo annunciata quest'anno. 

HP Inc (+1%): prevede un utile rettificato compreso tra 3,25 e 3,65 dollari per azione nel 2024, in linea con le stime degli analisti di 3,47 dollari.

Eli Lilly (+2%): la concorrente danese Novo Nordisk ha annunciato l’interruzione prima del previsto di un test che studia Ozempic come trattamento per l'insufficienza renale nei pazienti diabetici, in quanto un'analisi ad ha dimostrato che il trattamento avrebbe avuto successo.

Walgreens Boots Alliance (+2%): nominato Tim Wentworth quale nuovo amministratore delegato dopo le dimissioni di Brewer, dimessa dalla carica di CEO il mese scorso.

Raccomandazioni analisti

eBay

Jefferies & Co.: ‘neutral’ e prezzo obiettivo ridotto da 45 USD a 43 dollari.

Walt Disney Company

Guggenheim: ‘buy’ e target price diminuito 115 USD a 125 dollari.

Bank of America

Jefferies & Co.: ‘neutral’ e prezzo obiettivo in calo da 28 USD a 31 dollari.

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