Wall Street scommette sulla fine dei rialzi dei tassi dopo Powell

Ieri il Presidente della Federal Reserve aveva ribadito di proseguire a monitorare i dati economici, non escludendo ulteriori rialzi, ma il tono meno ‘hawkish’ utilizzato sta spingendo mercati e analisti a ritenere che le strette monetarie siano terminate.
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Ancora acquisti a Wall Street
Wall Street verso un’apertura positiva dopo i guadagni di ieri arrivati dopo le parole di Jerome Powell seguite alla pausa decisa dalla Federal Reserve in serata, da molti interpretate come la fine del ciclo di inasprimento della politica monetaria dell’istituto centrale.
Oggi i future sui Nasdaq ‘viaggiano’ a +1% quando manca meno di un’ora dall’avvio delle contrattazioni ufficiali, seguiti dai contratti sullo S&P500 (+0,70%) e da quelli sul Dow Jones (+0,50%) sulla stessa scia.
In calo i rendimenti dei Titoli di Stato USA, proseguendo sullo stesso trend di ieri dopo che il governo aveva annunciato l’intenzione di prendere in prestito meno denaro del previsto nei prossimi tre mesi, rassicurando gli investitori preoccupati per un diluvio di emissioni di debito.
Sull’azionario, l’attenzione sarà rivolta principalmente sui risultati di Apple, previsti dopo la campanella, con l’attenzione che si concentrerà sulle vendite dell'iPhone 15 e sul raffreddamento della domanda in Cina.
Intanto, i dati previsti oggi sulle richieste iniziali di disoccupazione sono risultate 217 mila, leggermente oltre le previsioni (210 mila) al dato precedente (212 mila).
Fed in pausa
Ieri la riunione della Federal Open Market Committee si è conclusa con la prevista conferma del costo del denaro sui livelli attuali, ribadendo con voto unanime il riferimento per i Fed Fund in un range tra 5,25% e 5,50%, livello massimo dal 2001.
Il palco è stato tutto per il Presidente Jerome Powell, il quale ha dichiarato che la strada per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2% “è ancora lunga”.
I prezzi restano elevati e "restiamo attenti ai rischi", ha detto Powell, sottolineando che alla luce di quanta strada è stata fatta, la Fed può muoversi con cautela.
“Continueremo a monitorare i dati economici e siamo pronti ad aggiustare la politica monetaria se appropriato a fronte di rischi che potrebbero impedire il raggiungimento del target di inflazione del 2%”, ha aggiunto Powell, per poi scartare un possibile taglio dei tassi: "non ci pensiamo e non ne parliamo. La domanda che ci poniamo è se dovremmo alzare ancora”.
Poca convinzione
Anche se Powell ha mantenuto l'opzione di un’altra stretta, secondo molti analisti non è sembrato così convinto dell'idea, ritenendo le aspettative sui prezzi “in buona posizione”.
Ciò è bastato ai mercati per abbassare le probabilità di un aumento dei tassi a dicembre al 22% e di una mossa a gennaio al 28%. Nel frattempo, le scommesse di un taglio dei tassi entro giugno dell'anno prossimo sono salite a quasi il 70% e i future implicano ora un allentamento di circa 85 punti base per tutto il 2024.
“La Fed sostanzialmente sta dicendo: non pensiamo che dovremo fare molto di più da qui in avanti”, secondo Bill Dudley, collaboratore di Bloomberg Opinion ed ex capo della Fed di New York, ritenendo Powell “molto fiducioso che la Fed abbia fatto molto”.
“A nostro avviso, sia il presidente della Fed che la dichiarazione politica del FOMC sono apparse complessivamente accomodanti. Considerando il modo aggressivo in cui i funzionari avrebbero potuto interpretare le sorprese economiche positive dopo la riunione di settembre, tutto ciò suggerisce che il FOMC è propenso ad adottare una prolungata pausa sui tassi”, spiega Anna Wong, capo economista statunitense di Bloomberg Economics.
Vista l’inflazione ancora sopra il 2%, “la Fed non è ancora nella posizione di dichiarare vittoria”, ha affermato Rubeela Farooqi, capo economista statunitense presso High Frequency Economics: “Ciò significa che i funzionari manterranno sul tavolo l’opzione di un ulteriore inasprimento, per ora”.
Notizie societarie e pre-market USA
PayPal Holdings (+6%): alzate le previsioni per l’intero anno e ora si aspetta un utile rettificato di 4,98 dollari per azione rispetto ai 4,92 dollari attesi dagli analisti (secondo LSEG) e superiore ai 4,95 dollari previsti in precedenza dalla stessa società.
Moderna (-2%): prevede ricavi nel 2023 di almeno 6 miliardi di dollari, riducendo così le sue previsioni dopo aver registrato ricavi di 1,8 miliardi di dollari nel terzo trimestre, superando le stime degli analisti di 1,32 miliardi di dollari.
Eli Lilly (+2%): battute le stime di Wall Street su ricavi e utili per il terzo trimestre, grazie alla forte domanda del farmaco per il diabete Mounjaro, registrando un profitto adjusted per il terzo trimestre di 0,10 dollari per azione rispetto alle stime degli analisti che prevedevano una perdita di 0,13 dollari (dati LSEG).
Airbnb (-1%): previsti per il quarto trimestre ricavi leggermente inferiori alle stime e ha registrato un utile per azione rettificato per il terzo trimestre di 2,43 dollari, battendo le stime degli analisti di 2,10 dollari.
Starbucks (+5%): le vendite comparabili del quarto trimestre salgono dell'8% rispetto alle attese degli analisti di un aumento del 6,56%, secondo i dati di LSEG IBES,
Roku (+18%): prevede ricavi netti per 955 milioni di dollari nel trimestre conclusosi a dicembre contro le attese degli analisti di 952 milioni di dollari (LSEG).
Barrick Gold Corp (+0,50%): utile rettificato di 24 centesimi per azione per il trimestre conclusosi il 30 settembre, mentre gli analisti si aspettavano in media 20 centesimi (dati LSEG).
Cedar Fair (+1%): si fonderà con Six Flags Entertainment (+1%), per rafforzare la propria attività in un contesto di rallentamento della spesa dei consumatori, dopo un accordo dal valore proforma annunciato per circa 8 miliardi di dollari, basato sul valore del debito e del capitale di entrambe le società.
DoorDash (+11%): prevede per il 4° trimestre un Ebitda compreso tra 320 e 380 milioni di dollari, oltre le stime degli analisti di 253,3 milioni di dollari.
Raccomandazioni analisti
American Express
TD Cowen: confermata raccomandazione e giudizio ancora ‘neutral’.
Exxon Mobil
UBS: ‘buy’ e target price ridotto da 143 USD a 142 dollari.
Advances Micro Devices (AMD)
Northland Securities: ‘buy’ e prezzo obiettivo diminuito da 150 USD a 130 dollari.
New Street: ‘neutral’ e target price si riduce da 115 USD a 100 dollari.
JD.com
Barclays: ‘buy’ e prezzo obiettivo diminuisce da 52 USD a 45 dollari.
First Solar
Goldman Sachs: ‘buy’ e target price in calo da 296 USD a 275 dollari.
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