Wall Street senza slancio, si complicano le trattative sui dazi

Mentre oggi sono entrati in vigore gli aumenti delle tariffe sulle importazioni negli USA di acciaio e alluminio, le trattative tra Trump e il leader cinese Xi sembrano arenarsi.

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Wall Street oggi

Wall Street sembra destinata ad un’apertura intorno la parità in questa giornata caratterizzata dall’incertezza dovuta ai dazi di Donald Trump, indebolita anche dai dati macro di oggi.

I future sui principali indici azionari statunitensi (Dow Jones, S&P500 e Nasdaq) scambiano sotto la parità (-0,20%) quando manca circa un’ora all’avvio delle contrattazioni odierne, ma confermano la loro resilienza di fronte al peggiorare della guerra commerciale del Presidente degli Stati Uniti.

Poco mossi l’oro (future 3.317 dollari l’oncia), il Bitcoin (105 mila dollari) e i prezzi del petrolio dopo i guadagni dei giorni scorsi: il Brent scambia a 65,68 dollari e il greggio WTI prezza 63,45 dollari al barile.

Oggi erano attesi i dati ADP sull’occupazione non agricola di maggio, risultata in crescita di 37 mila unità, dato inferiore alle 111 mila attese e ai 62 mila posti di lavoro creati ad aprile. Il dato indebolisce il dollaro nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD sale a 1,1405.

Peggiora la guerra commerciale

Trump ha firmato un ordine esecutivo che ha aumentato al 50% i dazi sulle importazioni negli USA di acciaio e alluminio, entrati in vigore questa mattina dalle 6 ora italiana di oggi, giustificando l’aumento con la volontà di “garantire che (le importazioni) non mettano a repentaglio la sicurezza nazionale”.

“Sebbene i dazi imposti finora abbiano fornito un sostegno essenziale ai prezzi nel mercato statunitense, non hanno permesso a queste industrie di sviluppare e mantenere un tasso di utilizzo della capacità produttiva sufficiente per la loro sostenibilità e alla luce delle esigenze di difesa nazionale”, si legge nel testo dell'ordine esecutivo.

La decisione arriva poche ore prima l'incontro tra i negoziatori USA ed europei in calendario oggi a Parigi, mentre oggi è il termine ultimo per i partner commerciali degli Stati Uniti per presentare le loro "migliori offerte" al fine di evitare i dazi mentre, sempre oggi, entrano in vigore i provvedimenti punitivi del 50% sull'acciaio e l'alluminio, il che rende gli investitori più nervosi del solito. Finora, solo la Gran Bretagna ha raggiunto un accordo commerciale preliminare con gli USA durante la pausa di 90 giorni concessa da Trump sui dazi.

La pausa scadrà tra circa cinque settimane e gli investitori sono preoccupati per la mancanza di progressi. Ad aumentare i timori sono state anche le parole del Segretario di Gabinetto giapponese, Yoshimasa Hayashi, il quale ha affermato che Tokyo non ha ricevuto una lettera da Washington in cui si chiedeva di presentare le proposte migliori nell'ambito dei negoziati sul commercio.

Le difficoltà con la Cina

Intanto, sembrano affievolirsi le speranze di un accordo con la Cina, visto che in un post sui social media Trump ha definito l'intesa con il Presidente Xi "estremamente difficile da raggiungere". La tregua tariffaria di Ginevra tra i due Paesi appare sempre più fragile a causa di scontri su questioni come l'esportazione di chip, le forniture di terre rare, Taiwan e i visti.

"Tutti gli occhi sono puntati sulla Cina, visto che al momento è il Paese maggiormente colpito dalla politica commerciale di Trump e sembra che siamo ancora lontani da un accordo tra i due", sottolinea Russ Mould, investment director di AJ Bell.

Calma apparente?

Amelie Derambure, Senior Multi-Asset Portfolio Manager di Amundi, si è detta sorpresa dalla relativa calma dei mercati sulla minaccia dei dazi. "Per me c'è una chiara volontà dei mercati di credere che alla fine l'amministrazione Trump non interromperà la crescita degli Stati Uniti: il mercato ritiene che tutto il tira e molla, tutta l'incertezza, per il momento non abbia avuto un grande impatto sul comportamento delle imprese", prosegue l’esperta.

Tuttavia, ha affermato che potrebbero verificarsi ulteriori cambiamenti nel comportamento degli operatori man mano che i dazi si avvicinano all'entrata in vigore: "Penso che possiamo aspettarci una maggiore volatilità nei prossimi giorni, fino alla fine della pausa delle tariffe".

Dove andrà il denaro?

Le dichiarazioni di Trump sui dazi hanno spinto gli investitori ad abbandonare gli asset USA e a cercare alternative più sicure, come l'oro.

Gli investitori si aspettano che le incertezze sui dazi abbiano pesanti ricadute sull'economia globale e la domanda principale che circola sui mercati finanziari è dove finirà il denaro che di solito confluisce sugli asset USA.

Per anni, i money manager hanno pensato che "non ci fossero alternative" ma forse ora delle opzioni ci sono: come sostiene Manishi Raychaudhuri, fondatore e AD di Emmer Capital Partners, l'Europa potrebbe essere la destinazione più ovvia ma non dimentichiamo l'Asia.

I dati finora non forniscono un quadro completo ma dimostrano che gli investitori stanno riducendo la loro esposizione agli asset statunitensi e solo il tempo ci dirà dove quel flusso di denaro andrà a finire.

Notizie societarie e pre market USA

Hewlett Packard Enterprise (+3%): per il trimestre conclusosi il 30 aprile, ha registrato ricavi per 7,63 miliardi di dollari, superando la stima media degli analisti di 7,45 miliardi (dati compilati da LSEG).

Wells Fargo (+4%): la Fed ha rimosso il limite di 1,95 00 miliardi di dollari imposto nel 2018 alla banca in seguito ad anni di errori.

Dollar Tree (-3%): prevede un utile per azione rettificato per l'anno fiscale 2025 compreso tra 5,15 e 5,65 dollari, superiore alla precedente previsione di 5-5,50 dollari.

Merus NV (-6%): ha annunciato circa 5,3 milioni di azioni a 57 dollari, per un ricavo lordo di 300 milioni di dollari, comprensiva di uno sconto dell'8,7% rispetto alla chiusura di ieri del titolo.

Trevi Therapeutics (+1%): ha venduto 17,4 milioni di azioni a 5,75 dollari per un aumento lordo di 100 milioni di dollari, a sconto del 3,4% rispetto all'ultima chiusura.

Raccomandazioni analisti

Nvidia

Citic Securities: buy e prezzo obiettivo alzato da 145 a 165 dollari.

Apple

JP Morgan: buy e target price confermato a 240 dollari.

Amazon

New Street: sell e prezzo obiettivo incrementato da 258 a 260 dollari.

Netflix

UBS: buy e target price aumentato da 1.150 a 1.450 dollari.

Pfizer

Bernstein: neutral e prezzo obiettivo sempre a 30 dollari.

Berkshire Hathaway

UBS: buy e target price ridotto da 909.218 a 887.099 dollari.

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