Wall Street si sente in tasca il taglio tassi

Ieri a Wall Street sono salite le società della vecchia economia, soprattutto quelle collegate ai trasporti, Dow Jones +0,9%, mentre il tech è rimasto al palo: Nasdaq -0,2%. L’indice S&P500, in rialzo dello 0,3% si è portato di nuovo a ridosso del record. Forti acquisti sulle azioni delle small e mid cap.
Kevin Hassett, favorito nella corsa per sostituire Jerome Powell alla guida della Federal Reserve, non convince i grandi compratori di bond perché temono possa tagliare in modo aggressivo i tassi di interesse per allinearsi alle preferenze del presidente Donald Trump, lo riporta il Financial Times.
Petrolio WTI a 59,3 dollari il barile, +0,5%. Le esportazioni venezuelane di petrolio hanno raggiunto a novembre una media di 921.000 barili al giorno, uno dei livelli più alti dell’anno.
Rame. Goldman Sachs ha espresso una certa cautela sulle prospettive dei prezzi, di recente saliti sui massimi della storia: da questi livelli si dovrebbe tornare indietro.
Borse Europa. Secondo Barclays il 2026 sarà un altro anno positivo, anche se non brillante come il 2025.
In Asia, Nikkei di Tokyo, +2,2%, mentre sul mercato delle obbligazioni governative del Giappone si stemperano i timori sulla parte a lunga della curva.
Indice dei contenuti
I dati sull’andamento dell’occupazione privata negli Stati Uniti hanno tolto gli ultimi dubbi sul taglio dei tassi da parte della Federal Reserve la settimana prossima. I future lo danno a quasi il 90% di probabilità.
Il mercato finanziario si è adeguato: dollaro in calo, con l’euro sui massimi delle ultime sette settimane, tassi di rendimento dei Treasury Note in calo, forti acquisti sulle azioni delle small e mid cap. A Wall Street sono salite le società della vecchia economia, soprattutto quelle collegate ai trasporti, Dow Jones +0,9%, mentre il tech è rimasto al palo: Nasdaq -0,2%. L’indice S&P500, in rialzo dello 0,3% si è portato di nuovo a ridosso del record, lo 0,6% sotto il massimo storico.
I BOND NON SI FIDANO DELLE COLOMBE
Gli investitori obbligazionari hanno espresso preoccupazione al Tesoro statunitense riguardo alla possibilita' che il capo del National Economic Council, Kevin Hassett, favorito nella corsa per sostituire Jerome Powell alla guida della Federal Reserve, possa tagliare in modo aggressivo i tassi di interesse per allinearsi alle preferenze del presidente Donald Trump. Lo riporta il Financial Times.
Secondo il quotidiano, il mese scorso il Dipartimento del Tesoro ha condotto discussioni private con le principali societa' di Wall Street per raccogliere opinioni su Hassett e altri candidati presi in considerazione per posizioni di leadership.
Alcuni operatori del mercato obbligazionario hanno espresso specificamente il timore che Hassett possa attuare riduzioni aggressive dei tassi di interesse per soddisfare le preferenze politiche del presidente Trump, se fosse scelto per la carica di presidente della Federal Reserve.
MATERIE PRIME
Petrolio WTI a 59,3 dollari il barile, +0,5%. Le esportazioni venezuelane di petrolio hanno raggiunto a novembre una media di 921.000 barili al giorno, uno dei livelli più alti dell'anno, secondo dati portuali citati da Reuters. L'aumento, pari al 3% rispetto a ottobre, è attribuito all'uso intensivo di diluenti per trattare i crudi extra-pesanti, misura che ha permesso di compensare i limiti della rete produttiva. Nonostante la pressione militare degli Stati Uniti, emerge che le esportazioni sono proseguite senza interruzioni.
Rame. Goldman Sachs ha espresso una certa cautela sulle prospettive dei prezzi, di recente saliti sui massimi della storia: l'aumento oltre gli 11.000 dollari a tonnellata si rivelerà di breve durata, poiché le scorte sono sufficiente a soddisfare la domanda globale.
"La maggior parte del recente aumento del prezzo del rame si basa sulle aspettative di una futura contrazione del mercato, piuttosto che sugli attuali fondamentali", hanno scritto in una nota gli analisti della banca, tra cui Aurelia Waltham.
PIU’ CRESCITA E INFLAZIONE L’ANNO PROSSIMO
Gli investitori dovrebbero guardare al 2026 con ottimismo, don’t worry be happy, si intitola il report di Invesco sull’outlook dell’anno prossimo. Paul Jackson, il Global Market Strategist della casa d’investimento afferma di aspettarsi un'accelerazione dell'economia globale nel corso del 2026.
“Insieme all'allentamento monetario della Fed e all'indebolimento del dollaro, riteniamo che ciò favorirà gli asset ciclici”. Non è un anno da affrontare con troppa prudenza, infatti Invesco ha ridotto le obbligazioni governative e il credito investment grade ad un leggero sottopeso, mentre l'high yield sale a Neutrale.
“A livello regionale, continuiamo a privilegiare gli asset dei mercati emergenti e europei”.
Più crescita vuol dire anche più inflazione, infatti Jackson si aspetta un’accelerazione della crescita dei prezzi al consumo nel corso del 2026, per effetto delll'aumento dei salari e dei prezzi delle materie prime. “ Inoltre, la crescita dell'offerta di moneta sta aumentando, il che, a nostro avviso, potrebbe essere associato a un aumento dell'inflazione nel corso del prossimo anno o dei prossimi due anni”.
Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in rialzo, future del Dax di Francoforte +0,4%.
BORSE EUROPEE ANCORA SU NEL 2026
Dicembre dovrebbe essere un altro mese positivo per le borse, o almeno non negativo, secondo Barclays, nel suo report sulle prospettive di medio lungo periodo per il mercato finanziario. Sul 2026, per quanto riguarda le azioni europee, “continuiamo a vedere un contesto positivo”, anche se la performance del 2025 “alza l'asticella delle sorprese positive”.
Il team di strategist guidato da Emmanuel Cau è ottimista in quanto si aspetta che il superciclo dell'intelligenza artificiale continuerà a maturare in tutto il mondo, c’è poi la disponibilità delle banche centrali a dare una mano. ”Gli utili sono destinati a rimbalzare e le valutazioni non sono estreme. In questo contesto, riteniamo che le azioni dell'UE siano ben posizionate per cogliere alcuni venti favorevoli di reflazione, data la loro valutazione più conveniente, il minor affollamento e i guadagni più facili da raggiungere, senza dipendere eccessivamente dal destino dell'IA”, si legge nel report. Il tutto si concretizza nel target per l’indice Stoxx 600 a 620 punti a fine 2026, +9% dai prezzi attuali, per effetto della spinta dei settori ciclici.
Barclays si aspetta che gli utili (EPS) delle aziende europee dello Stoxx 600, possano crescere dell'8% nel 2026, se la musica dell’IA dovesse smettere di suonare, avverte Cau, i rischi maggiori sarebbero in Asia e negli Stati Uniti. In Europa, l'attenuarsi dell'impatto negativo dei dazi e l'allentamento della politica monetaria/fiscale dovrebbe sostenere la crescita del PIL al di sopra del potenziale.
ASIA
L’indice di riferimento dell’area guadagna lo 0,5%. Si mette in luce il Nikkei di Tokyo, +2,2%, mentre sul mercato delle obbligazioni governative del Giappone si stemperano i timori sulla parte a lunga della curva: una delicata asta di titoli a trent’anni è andata molto bene.
Positive le borse della Cina, con l’eccezione di quella di Taiwan. La PBOC ha segnalato l’intenzione di contenere l’apprezzamento dello yuan in un contesto in cui il cambio offshore si avvicina a quota 7 per dollaro. Sulla parità l’azionario dell’India, mentre la valuta locale si indebolisce ulteriormente.
TITOLI
ENI, ACEA. Plenitude, società controllata da Eni, ha firmato un accordo vincolante con Acea per l'acquisizione del 100% di Acea Energia, attiva nel mercato retail dell’energia.
Stellantis. Forvia, Michelin e Stellantis hanno raggiunto un accordo sulla ristrutturazione e il rifinanziamento della loro joint venture per le celle a combustibile a idrogeno Symbio, dice una nota.
Ferrari ha detto di aver sottoscritto una nuova linea di credito revolving sindacata da 350 milioni di euro destinata a esigenze aziendali generali.
A2A punta a costruire il primo data center in Lombardia nel 2027 con entrata in esercizio nel 2028. Lo ha detto l'AD della superutility lombarda, Renato Mazzoncini.
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