Wall Street si tinge di rosso dopo i dati sul lavoro USA

Il dato sulle buste paga non agricole diffuso oggi ha confermato ancora la forza dell’economia statunitense, dando così nuovi argomenti alla Federal Reserve per mantenere la sua politica monetaria restrittiva, se non addirittura alzare nuovamente i tassi di interesse.
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Luci sui dati macro USA
Arrivati oggi i tanto attesi dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti che hanno mostrato ancora la forza dell’economia a stelle e strisce, facendo virare in negativo Wall Street.
Nel dettaglio, le buste paga del settore non agricolo di settembre sono aumentate più del previsto con 336 mila unità rispetto alle 170 mila attese dagli esperti e oltre il dato precedente (227 mila).
Il tasso di disoccupazione è rimasto al 3,8%, leggermente oltre le previsioni (3,7%).
Il salario orario medio mensile è aumentato (0,2%) meno delle previsioni (0,3%) restando così in linea col dato precedente e la paga media oraria è cresciuta del 4,2%, appena sotto le previsioni (4,3%).
Wall Street vira in rosso
Dopo la diffusione del dato sul lavoro i future sugli indici azionari statunitensi sono scesi bruscamente virando in rosso, in quanto la conferma della forza dell’economia USA ha alimentato i timori che la Federal Reserve possa mantenere i tassi di interesse più alti per un periodo più lungo.
I contratti sul Nasdaq scendevano fino a cedere lo 0,90% nei primi minuti post-dati, al pari di quelli sul Dow Jones (-0,40%) e sullo S&P500 (-0,60%).
Il dollaro si è subito rafforzato nei confronti dell’euro, spingendo la coppia EUR/USD a 1,0513, mentre sono tornati a salire i Treasury USA a due (al 5,123%) e a dieci anni (al 4,832%).
L'attenzione sull’azionario si concentrerà anche sulla stagione degli utili del terzo trimestre, con le principali banche tra cui JPMorgan Chase, Wells Fargo, Citigroup e il gestore BlackRock che comunicheranno i loro dati la prossima settimana.
Evento chiave
“Il rapporto sul mercato del lavoro statunitense rappresenta un evento chiave, poiché potrebbe influenzare le decisioni di politica monetaria della Fed”, scrive Patrick Munnelly di Tickmill Group, aggiungendo che le reazioni dei politici della Federal Reserve ai dati saranno attentamente monitorate.
Già il 20 settembre, il presidente della Fed Jerome Powell ha osservato che è ancora necessario un “qualche ammorbidimento” nel mercato del lavoro per mantenere l’inflazione al di sotto dell’obiettivo del 2% della Fed. Se ciò non verrà osservato costantemente, Powell ha avvertito che ciò potrebbe spingere la Fed ad aumentare nuovamente i tassi: “la prova che la tensione nel mercato del lavoro non si sta più allentando potrebbe anche richiedere una risposta di politica monetaria”, ha detto Powell in un discorso al Simposio economico di Jackson Hole.
L’aumento dei rendimenti dei Titoli di Stato USA a 10 anni al 4,9%, livello mai visto dall’agosto del 2007, e quello del trentennale al massimo degli ultimi 16 anni al 5%, significa che “la Fed deve fare di meno” secondo Mike Cudzil, gestore senior dei portafogli obbligazionari di Pimco.
L'ultima a sostenere questa possibilità è stata ieri la presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, membro non votante del Fomc, la quale ha affermato che la banca centrale non ha bisogno di "prendere affrettatamente alcuna decisione".
"Se continuiamo a vedere un mercato del lavoro in raffreddamento e un'inflazione che torna al nostro obiettivo possiamo mantenere i tassi di interesse stabili”, ha aggiunto.
Ora le probabilità di mercato di un altro aumento dei tassi entro la fine dell'anno sono scese al 30%, in calo rispetto al 40% di venerdì scorso e al 50% di due settimane fa, una prospettiva che decisamente piace ai mercati.
L’ultimo solido rapporto?
Secondo Bloomberg Economics, il rapporto mensile sull’occupazione negli Stati Uniti, previsto per venerdì, potrebbe essere l’ultimo a mostrare solide assunzioni prima di un forte rallentamento.
“Il rapporto sui salari di settembre guarda al passato. Dalla settimana dell’indagine di settembre, le condizioni finanziarie si sono notevolmente inasprite e gli scioperi automobilistici si sono intensificati”, hanno affermato Wong, Paul e Winger.
“Piuttosto che licenziamenti, un rallentamento delle assunzioni di solito precede un tasso di disoccupazione più elevato. Questa dinamica sta per riprendere”, hanno aggiunto.
Notizie societarie e pre-market USA
Microsoft (+0,5%): sta pianificando di finalizzare la sua proposta di acquisizione da 68,7 miliardi di dollari di Activision Blizzard la prossima settimana secondo una fonte di The Verge.
Exxon Mobil (-2%): è in trattative per acquisire Pioneer Natural Resources per circa 60 miliardi di dollari.
Mirati Therapeutics (-3%): potrebbe essere acquisita da Sanofi, secondo indiscrezioni pubblicate da Bloomberg, anche se non ci sono dichiarazioni ufficiali in merito.
Aehr Test Systems (-11%): prevede ricavi di 100 milioni di dollari per l’anno in corso, al di sotto delle aspettative degli analisti di 103,09 milioni di dollari (dati LSEG).
Raccomandazioni analisti
Morgan Stanley
JPMorgan Chase: ‘buy’ e prezzo obiettivo ridotto da 93 USD a 92 dollari.
Fox Corporation
MoffettNathanson Research: ‘buy’ e target price diminuito da 44 USD a 43 dollari.
Seaport Global Securities: da ‘buy’ a ‘neutral’.
American Financial Group
Piper Sandler: ‘buy’ e prezzo obiettivo ridotto da 148 USD a 140 dollari.
NIKE
RBC: ‘buy’ e target price fermo a 113 USD.
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