Wall Street spera nella fine della guerra in Ucraina

La Borsa di New York è vista aprire sopra la parità sulle speranze generate dai colloqui USA – Russia, mentre il focus torna sulla Federal Reserve che domani pubblicherà i verbali della riunione di gennaio.
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Wall Street oggi
Future sull’azionario di Wall Street sopra la parità nella prima seduta della settimana dopo la chiusura di ieri dovuta alla festività del ‘President’s Day’, con gli investitori concentrati sulle future scelte di politica monetaria della Federal Reserve e sulla situazione in Ucraina.
I contratti sul Nasdaq e quelli sullo S&P500 guadagnano lo 0,40%, con quelli sul Dow Jones leggermente attardati (+0,20%), mentre il dollaro recupera nei confronti dell’euro e il cross EUR/USD scende a 1,0457.
Si rafforza l’oro, a 2.928 dollari l’oncia (future), e il Bitcoin resta intorno quota 96 mila dollari.
Sul fronte petrolio, il greggio WTI cresce dello 0,60% e sale a 71,20 dollari, mentre il Brent resta a 75 dollari al barile.
Le trattative per l’Ucraina
Il sentiment resta positivo anche grazie a quanto sta accadendo in Arabia Saudita dove sono in corso i colloqui tra Russia e Stati Uniti, che potrebbero spianare la strada all'incontro tra il presidente Donald Trump e il russo Vladimir Putin. Nel frattempo, i governi europei stanno riflettendo su nuove misure di finanziamento della difesa in vista del vertice del 20-21 marzo.
"La prospettiva della fine della guerra in Ucraina è molto positiva", secondo Tim Graf, responsabile della strategia macro EMEA presso State Street Bank and Trust: "Sotto tutto questo c'è la spesa per la difesa, che sarà positiva per l’azionario USA e quello europeo” legato al settore.
L'umore sulle azioni rimane rialzista nel complesso, con un sondaggio della Bank of America che mostra come le azioni siano la classe di attività più popolare tra gli investitori. I livelli di liquidità dei gestori di fondi sono scesi al minimo dal 2010, indicando una maggiore propensione ad assumersi rischi.
Le scelte della Fed
Domani (ore 20 italiane) sono in agenda i verbali della riunione di gennaio della Federal Reserve, quella in cui l’istituto guidato da Jerome Powell ha mantenuto i tassi di interesse invariati al 4,25%-4,5%.
Oggi sono attesi gli interventi dei membri della Fed Mary Daly (ore 16:20 italiane) e Michael Barr (ore 19 italiane) dopo che ieri il loro collega Christopher Waller ha affermato di ritenere che i nuovi dazi di Trump avranno “solo un impatto modesto sui prezzi”. Il presidente dell’istituto centrale di Filadelfia, Patrick Harker, ha spiegato di non vedere alcun motivo per modificare la politica dei tassi di interesse in questo momento.
Dichiarazioni che si aggiungono ai commenti 'hawkish' di Powell nella sua testimonianza semestrale al Congresso della scorsa settimana, ai dati sui prezzi al consumo e alla produzione della scorsa settimana, rendendo ancora incerti i piani di taglio dei tassi della Fed per quest'anno.
Secondo i dati LSEG, i trader prevedono almeno un taglio di 25 punti base e il 58% di possibilità di un altro entro dicembre: questo significa che in molti ritengono che la Fed sia più vicina a ridurre i tassi piuttosto che ad aumentarli.
"Riteniamo che l'asticella per gli aumenti dei tassi della Fed rimanga alta", ha scritto venerdì Michael Gapen, capo economista statunitense di Morgan Stanley, secondo il quale "l'evoluzione delle aspettative di inflazione e gli effetti di secondo round delle tariffe sull'inflazione dei servizi rimangono punti chiave, ma, per ora, pensiamo ancora che la politica della Fed si sposti nella direzione dei tagli piuttosto che degli aumenti".
"Considerando che la Fed continua a ritenere la sua politica monetaria restrittiva - il che implica che prima o poi sarà necessario tagliare i tassi - continuiamo a prevedere un allentamento nella seconda metà del 2025, dato che l'inflazione si modererà nel tempo", scrive in una nota Mark Haefele, chief investment officer di Ubs Global Wealth Management.
Prosegue la stagione degli utili
La stagione degli utili continua, con i risultati di 46 società S&P 500 in uscita questa settimana. L'interesse degli investitori si concentrerà su giovedì, con Alibaba, Walmart e Dropbox che annunceranno tutti quel giorno, mentre oggi sono attese dopo la chiusura Devon Energy, Oxy e Toll Brothers. Il clou ci sarà la prossima settimana quando saranno in agenda i conti di Nvidia (26 febbario).
Secondo i dati elaborati da LSEG, le società dell'S&P 500 dovrebbero aver registrato una crescita degli utili su base annua del 15,3%, rispetto a un'aspettativa inferiore al 10% registrata ad inizio 2025.
Notizie societarie e pre market USA
Intel (+4%): TSMC e Broadcom prendono in considerazione potenziali accordi che dividerebbero la produttrice statunitense di chip, secondo quanto riportato sabato dal Wall Street Journal.
Citigroup (+1%) e Bank of America (-0,50%): Berkshire Hathaway di Warren Buffett ha reso noto di aver ridotto le partecipazioni in quattro banche, tra cui Citi e BofA.
Conagra Brands (-2%): un utile per azione annuale di 2,35 dollari, inferiore al precedente obiettivo di 2,45-2,50 dollari.
Pagaya Technologies (+16%): il gestore Blue Owl ha accettato di acquistare dalla società ben 2,4 miliardi di dollari di prestiti al consumo.
GeneDx (+19%): ricavi del quarto trimestre a 95,3 milioni di dollari, battendo le stime degli analisti di 82,23 milioni (dati LSEG).
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