Wall Street ‘vede’ ancora rosso indebolita dalle trimestrali delle big tech

Wall Street ‘vede’ ancora rosso indebolita dalle trimestrali delle big tech

Future sui principali indici statunitensi in negativo trascinati in basso dai cali delle grandi società tecnologiche, mentre i dati sul PIL diffusi oggi confermano la forza dell’economia a stelle e strisce.

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Wall Street in rosso

Pressioni sui tecnologici a Wall Street mentre non si ferma il fiume di trimestrali e i dati macro diffusi oggi confermano la resilienza dell’economia a stelle e strisce.

I future del Nasdaq sono i più penalizzati e scendono di circa l’1% trascinati in basso dalle big tech quando manca meno di un’ora dall’apertura ufficiale, mentre i contratti sullo S&P500 scendono dello 0,60% e quelli sul Dow Jones seguono a ruota (-0,50%).

Virano in rosso i rendimenti dei Treasury USA e il decennale cede quasi mezzo punto percentuale, scendendo al 4,939 allontanandosi così dalla soglia del 5%.

La diffusione dei dati frena la corsa del dollaro di questa mattina e la coppia EUR/USD riduce le perdite (-0,10%) e si attesta a 1,0551.

Dati macro

Oggi erano attesi diversi dati macro e il dato sul Prodotto Interno Lordo degli Stati Uniti cresce oltre le previsioni, mostrando di non subire ancora particolarmente le conseguenze delle strette monetarie della Federal Reserve.

In particolare, il PIL è cresciuto del 4,9% nel terzo trimestre, ben oltre le previsioni di +4,3% e in aumento rispetto al periodo precedente (+2,1%).

Le richieste iniziali di disoccupazione della settimana terminata al 20 ottobre sono arrivate a 210 mila, quasi in linea con le previsioni (208 mila) e leggermente oltre il dato precedente (200 mila).

I dati non modificano le previsioni sulle future mosse della Fed e i trader vedono ancora una probabilità del 97% che la Federal Reserve mantenga i suoi tassi stabili il 1° novembre in una riunione, mentre quella per la riunione di dicembre si attesta intorno al 69%, secondo lo strumento FedWatch del CME.

Le trimestrali

Le cosiddette ‘Magnifiche Sette’ di Wall Street, ovvero big tech che hanno alimentato il rally azionario statunitense di quest’anno stanno registrando utili deludenti, cancellando 200 miliardi di dollari dal loro valore di mercato e minacciando di spingere l’indice S&P 500 in fase di correzione.

Alphabet, proprietaria di Google, Tesla e la società madre di Facebook, Meta Platforms, sono tutte crollate dopo la diffusione dei risultati, con Microsoft unico segnale positivo.

Oggi sarà il turno anche di Amazon.com, attesa dopo la chiusura del mercato, mentre le restanti due (Apple e Nvidia) sono attese a inizio novembre.

Se a inizio anno sono cresciute, grazie anche all’interesse verso il settore dell’intelligenza artificiale, l’ottimismo è svanito con il passare dei mesi a causa dell’aumento dei tassi di interesse e della guerra in Medio Oriente: l’indice S&P 500 è crollato dell’8,8% rispetto al picco del 2023, vicino calo del 10% definito come una correzione in un mercato rialzista.

Nonostante il momento difficile delle magnifiche sette, resta molto positivo l’andamento del Nasdaq 100, in rialzo del 31% su base annua, pertanto c’è ancora ampio spazio per un calo del mercato.

Finora, l’80% delle 146 società S&P 500 che hanno riportato risultati hanno superato le aspettative sugli utili, secondo i dati diffusi da LSEG.

La Banca centrale europea non cambia

In Europa, intanto, la Banca centrale europea ha fermato la serie di dieci rialzi consecutivi dei tassi di interesse, lasciando dunque quello sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la l’istituto centrale rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4%, alzati di 25 punti base lo scorso 14 settembre.

Il consiglio della BCE ha sottolineato che i nuovi dati economici confermano le precedenti previsioni circa le prospettive di inflazione a medio termine, attendendosi ancora che “che l’inflazione resti troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato”, mentre “perdurano le forti pressioni interne sui prezzi”.

Al tempo stesso, però, il board ha riconosciuto che “l’inflazione ha registrato un netto calo a settembre”, dovuto anche ai forti effetti base, con l’inflazione di fondo che ha “continuato a diminuire”.

Francoforte ha ribadito inoltre che manterrà i reinvestimenti in ambito Pepp fino alla fine del prossimo anno, in quanto strumento di difesa contro le turbolenze del mercato, anche se alcuni banchieri centrali ne avevano chiesto una chiusura prima del previsto.

Ulteriori novità potrebbero arrivare dalla consueta conferenza stampa della presidente della BCE, Christine Lagarde, in corso dalle ore 14:45 (italiane).

Notizie societarie e pre-market USA

Meta (-3%): battute le aspettative su utile e ricavi nel terzo trimestre ma le previsioni di spesa per il 2024 supereranno le stime, in quanto la società ha spostato le esigenze di assunzione da quest'anno al prossimo e ha proseguito i suoi investimenti nell'infrastruttura di Intelligenza Artificiale.

Mattel (-10%): mantiene le previsioni di vendita annuali ma avverte di un rallentamento dell'industria dei giocattoli in vista delle festività natalizie.

Hasbro (-4%): tagliate le previsioni sui ricavi annuali a causa del rallentamento dell'industria dei giocattoli e ora prevede una diminuzione tra il 13% e il 15%, rispetto alla precedente previsione di un calo tra il 3% e il 6%.

Honeywell International (-1%): prevede un utile per azione nel terzo trimestre di 2,23 dollari, con un calo dello 0,9% su base annua, su ricavi di 9,23 miliardi di dollari rispetto agli 8,95 miliardi del 3° trimestre 2022 (dati LSEG).

Maxlinear (-21%): prevede ricavi per il quarto trimestre di 115-135 milioni di dollari, rispetto ad una previsione degli analisti di 146,1 milioni di dollari.

United Parcel Service (-2%): prevede ora ricavi per l'intero anno compreso tra 91,3 e 92,3 miliardi di dollari, rispetto alla precedente previsione di circa 93 miliardi di dollari.

Align Technology (+24%): ha tagliato le previsioni di vendita annuale, portandole da 3,97 a 3,99 miliardi di dollari a un intervallo compreso tra 3,83 e 3,85 miliardi di dollari.

Raccomandazioni analisti

Meta

JP Morgan: ‘buy’ e prezzo obiettivo aumentato da 400 USD a 420 dollari.

UBS: ‘buy’ target price incrementato da 415 USD a 425 dollari.

RBC: ‘buy’ e prezzo obiettivo fermo a 400 dollari.

Jefferies: ‘buy’ e target price ancora a 400 dollari.

General Motors

Mizuho Securities: ‘neutral’ e prezzo obiettivo ridotto da 40 USD a 38 dollari.

Coca-Cola Company

JPMorgan Chase: ‘buy’ e target price alzato da 59 USD a 62 dollari.

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