Wall Street verso un’apertura debole. Tesla delude

Nessuna sostanziale sorpresa dal dato di oggi sul lavoro, in linea con le previsioni degli analisti.

Secondo il Dipartimento USA del Lavoro, nella settimana al 25 febbraio le richieste continue di disoccupazione sono state 190 mila, leggermente inferiore a quanto previsto (195 mila) e di sole 2 mila unità sotto il dato precedente (192 mila).

Inoltre, il costo unitario lavoro nel quarto trimestre su base trimestrale (QoQ) è risultato in crescita del 3,2%, in aumento rispetto al precedente +2%, quando la previsione era di +1,6%.

Misti i future di Wall Street dopo la diffusione del dato, con il Nasdaq che confermava il suo andamento negativo (-0,90%), al pari di quelli sullo S&P500 (-0,60%), mentre il Dow Jones resisteva sopra la parità (+0,10%).

Il dollaro si rafforzava nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD scambiava a 1,0593 (-0,60%).

In crescita i Treasuries USA, con il decennale che superava quota 4% (+1,30%), il massimo da quattro mesi, e il biennale al 4,9122% (+0,407%) dopo aver superato in mattinata il 4,93%.

Dopo la debole performance di febbraio, gli indici di Wall Street hanno iniziato il mese di marzo con una nota di volatilità, indeboliti dalle nuove evidenze di pressioni persistenti sui prezzi e i commenti dei responsabili politici della Federal Reserve hanno alimentato le preoccupazioni sul fatto che la banca centrale degli Stati Uniti possa rimanere più a lungo restrittiva.

Gli operatori dei future legati al tasso di riferimento della Fed vedono circa una probabilità pari che il tasso arrivi a un intervallo di 5,5%-5,75% entro settembre, dall’attuale intervallo di 4,5%-4,75% e di mantenerli oltre il 5% per un lungo periodo di tempo, nel tentativo di fermare l’inflazione, dimostratasi a gennaio più alta del previsto.

Al momento, i tassi sono al 4,5%-4,75%, il livello piu' alto dal 2007, e alla prossima riunione del 21-22 marzo è probabile che si procederà con un aumento di 25 o 50 punti base.

Le luci della ribalta oggi erano tutte su Tesla e il suo ‘pilota’, Elon Musk, dopo l’Investor Day di ieri.

L’amministratore delegato della casa produttrice non ha svelato il suo piano per rendere accessibili i prezzi delle sue auto, deludendo così il mercato e facendo affondare le azioni della società nel pre-market di oggi (-7%).

“Ci si aspettava che Musk esponesse i piani per la realizzazione di un EV più accessibile per ampliare l’appeal del marchio e contrastare la concorrenza”, ma “piuttosto che le ampiamente previste specifiche su un EV da meno di 30.000 dollari, i suoi commenti si sono concentrati su un 'Master Plan 3' verso una Terra completamente sostenibile”, racconta Derren Nathan, responsabile della ricerca azionaria di Hargreaves Lansdown.

Inoltre, la società ha annunciato il dimezzamento dei costi di assemblaggio nelle future generazioni di auto, “ma non sono stati forniti dettagli sulla tempistica di lancio e sui modelli”, ha aggiunto.

Salesforce (+15%): entrate per 8,38 miliardi nel quarto trimestre dell’anno fiscale 2023 (al 31 gennaio), in aumento del 14% su base annua e nettamente oltre i 7,99 miliardi previsti dagli analisti (Refinitiv).

Macy’s (+13%): prevede un utile per azione per l’intero 2023 compreso tra 3,67 e 4,11 dollari, mentre gli analisti si aspettano 3,84 dollari, secondo dati Refinitiv.

Best Buy (-2%): prevede un eps rettificato per il 2024 compreso tra 5,70 e 6,50 dollari, rispetto alle stime degli analisti di 6,71 dollari (Refinitiv).

Silvergate Capital Corp (-29%): ha avvisato circa il ritardo della presentazione della sua relazione annuale (10-K) da consegnare alla SEC statunitense, in quanto stava valutando la sua capacità di valutare il proseguimento delle sue attività.