Wall Street verso un’apertura positiva dopo il rally di ieri

Wall Street verso un’apertura positiva dopo il rally di ieri

I dati sull’inflazione migliori delle previsioni avevano sparso ottimismo nella seduta di ieri grazie alle prospettive di una politica meno restrittiva da parte della Federal Reserve e oggi i future sembrano indicare una ripartenza ancora in verde per la borsa americana.

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Ottimismo a Wall Street

Sembra poter continuare anche oggi l’ottimismo a Wall Street, diffusosi ieri a seguito della diffusione dei dati sull’inflazione americana, inferiore alle previsioni.

Ieri il Nasdaq aveva festeggiato i dati sui prezzi con un +7,35%, il balzo maggiore dall’aprile 2020, al pari dello S&P500 (+5,43%) e con il Dow Jones in scia (+3,69%).

Oggi i future sui principali indici sembrano indicare un’apertura positiva e guadagnano oltre mezzo punto.

“Se mai avessimo avuto bisogno di una prova che il mercato è alla disperata ricerca di buone notizie sull’inflazione, ieri l'abbiamo avuta”, sottolinea Jim Reid, stratega della Deutsche Bank.

Notizie accolte positivamente soprattutto in relazione alla lettura dell’inflazione ‘core’ (esclusi energia e alimentari), cresciuta dello 0,272% invece dello 0,5%.

“Chi l'avrebbe mai detto che una differenza statistica di 0,228 punti percentuali potesse aggiungere 3.000 miliardi di dollari al valore delle azioni dell’S&P 500 e del Nasdaq, e chissà quanto ai Treasury, visto che i rendimenti hanno registrato il più grande calo giornaliero in più di un decennio”, fa notare dalla Reuters Wayne Cole.

I tassi Fed e reazione

Anche se il dato sull’inflazione sceso al +7,7% comunicato ieri resta lontano dal target del 2% stabilito dalla Federal Reserve, questo allontana lo spettro di nuovi consistenti rialzi dei tassi di interesse da parte dell’istituto centrale, prospettando una politica meno aggressiva per la prossima riunione di dicembre.

Questa prospettiva che ha fatto crollare i titoli di stato USA, con quello a due anni sceso ai minimi di due settimane.

Anche il dollaro ha reagito ai dati, vista la maggiore propensione agli asset più rischiosi, realizzando il maggior calo su due giorni in quasi 15 anni e ai minimi di due mesi nei confronti di sterlina, yen e, in misura minore, dell’euro, quest’ultimo tornato sopra la parità con il biglietto verde e ancora in crescita nella giornata di oggi (EUR/USD a 1,0296).

A questo punto, gli investitori si attendono un rialzo dei tassi da 50 punti base nella prossima riunione Fed di dicembre, mentre il tasso di riferimento è visto compreso tra 4,75% e 5% a marzo, inferiore se paragonato all’intervallo tra 5% e oltre precedente di dati di ieri.

Questo, “se durerà, ridurrà la pressione sulle altre banche centrali a proseguire nella stretta” e “persino l’Euribor è salito fino a 19 tick quando il mercato ha abbassato il probabile picco dei tassi della Bce, una tendenza che si è riflessa nei mercati dei future”, aggiunge Cole.

Fine del mercato orso?

Se “un singolo dato non definisce una tendenza”, sottolineano da Renta 4, secondo Bankinter, “i rischi di mercato si stanno chiaramente spostando verso il basso”, mentre oltre al rialzo di Wall Street ci sono altri fattori da tenere in mente.

“La Cina sta allentando la sua politica del Covid-zero”, mentre “i rischi geopolitici (Ucraina, elezioni USA) si stanno attenuando e i risultati aziendali sono più solidi del previsto”, aggiungono dalla banca, sottolineando come “i due risultati chiave che ci aspettavamo di vedere questa settimana (inflazione statunitense e situazione politica negli Stati Uniti) sono stati positivi e ricostruttivi”.

Questo, insieme agli altri fattori citati, “rende le ipotesi applicate nelle nostre valutazioni meno conservative, il che migliora il risultato (le valutazioni) e, quindi, ci permette di aumentare nuovamente l’esposizione”, proseguono.

“Se si tratti o meno della fine del mercato orso, riteniamo che sia ancora troppo presto per dirlo, soprattutto considerando che nei prossimi trimestri le società quotate si troveranno ad affrontare uno scenario macroeconomico molto complesso, che potrebbe portare a sostanziali riduzioni delle loro aspettative sugli utili, alcune delle quali potrebbero non essere completamente prezzate dagli investitori”, aggiungono da Link Securities.

Notizie societaria principali e relativi movimenti nel pre-market USA

Amazon (+1%): ha diffuso una nota in cui si conferma la revisione delle spese anche in risposta alle indiscrezioni pubblicate dal Wall Street Journal circa l’avvio di un piano di contenimento dei costi.

Meta (-0,20%): indiscrezioni rilanciano la notizia di una revisione al ribasso delle previsioni sui ricavi da pubblicità da parte di TikTok, visti ora a circa 10 miliardi di dollari rispetto agli “almeno dodici miliardi” precedenti.

Matterport (+23%): ha ridotto le previsioni di perdita per l’esercizio 2022 a 0,41-0,43 dollari per azione rispetto alle precedenti attese di 0,46-0,50 dollari.

Rexford Industrial Realty (-4%): aumento di capitale per 11,5 milioni di azioni a 56 dollari, comprensivo di uno sconto del 3,5% rispetto alla chiusura di ieri, e una raccolta lorda da 644 milioni di dollari da destinare al finanziamento di potenziali acquisizioni, attività di sviluppo e di riqualificazione, oltre al rimborso del debito.

Grove Collaborative Holdings (+19%): ha alzato le previsioni di vendita per l’anno fiscale 2022 tra i 313 e i 320 milioni di dollari, da 302,5 a 312,5 milioni di dollari previsti in precedenza, mentre il fatturato del terzo trimestre è arrivato a 77,73 milioni di dollari, superando i 69,7 milioni di dollari previsti da Refinitiv IBES.

Raccomandazioni analisti

Beyond Meat

BMO Capital: confermato ‘neutral’ e revisione al ribasso del target price da 20 USD a 14 dollari.

Intel Corp

JP Morgan: ancora ‘sell’ e prezzo obiettivo fermo a 32 dollari.

Lyft

Nomura: ‘neutral’ confermato e target price ridotto a 12,30 USD dai precedenti 23,40 dollari.

Rivian

Mizuho Securities: ‘buy’ e prezzo obiettivo diminuito a 58 USD dai 65 dollari precedenti.

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