Wall Street vista aprire in rosso ancora sotto il peso della Fed
Ieri la pausa nei rialzi dei tassi era stata seguita dalla prospettiva di nuovi rialzi nel corso di quest’anno indicata dall’istituto centrale statunitense, facendo chiudere in rosso la seduta di New York.
Vendite a Wall Street
Ancora vendite a Wall Street dopo la chiusura in rosso di ieri, con i toni della Federal Reserve che hanno pesato più della decisione presa sui tassi di interesse.
Oggi i future sul Nasdaq cedono l’1% a circa un’ora dal suono della campanella, mentre i contratti sullo S&P500 (-0,75%) e quelli sul Dow Jones (-0,50%) seguono la scia ma con minori cali.
Ancora a livelli poliennali il rendimento dei titoli a due anni, saliti al 5,172%, seguiti dal decennale, che cresce del 2,45% e si attesta al 4,454%.
Oggi erano attesi i dati sulle richieste iniziali di disoccupazione negli USA alla settimana terminata il 16 settembre, risultate (201 mila) inferiori alle previsioni (225 mila) e al dato precedente (221 mila).
Tassi Fed e previsioni
Ieri la banca centrale statunitense non ha sorpreso le previsioni confermando il tasso di interesse tra il 5,25% ed il 5,5%, ai massimi degli ultimi 22 anni.
A spingere al ribasso Wall Street era stata l’apertura a nuovi rialzi entro la fine dell’anno fatta dal comitato di politica monetaria della Fed, il quale si è detto “pronto a modificare opportunamente l'orientamento della propria politica qualora emergessero rischi che potrebbero impedire il raggiungimento degli obiettivi”, prevedendo ancora un rialzo per quest’anno.
Le indicazioni del FOMC circa la politica monetaria più appropriata segnalano tassi al 5,6% quest'anno, al 5,1% il prossimo (dal 4,6% delle previsioni di giugno) ed al 3,9% per il 2025 (3,4% a giugno).
L’economia
I banchieri rilevavano che l'aumento dei posti di lavoro ha subìto un rallentamento negli ultimi mesi, ma l’occupazione rimane forte e il tasso di disoccupazione è rimasto basso, mentre l'inflazione non si raffredda. Il costo del denaro dovrebbe restare alto a lungo perché l’economia degli Stati Uniti è “sorprendentemente solida, ma l’inflazione scende molto lentamente”.
“È positivo che l'economia sia forte e che sia stata in grado di resistere alla stretta che abbiamo attuato”, dichiarava ieri Powell, ma ha aggiunto che se “l'economia resiste più del previsto, significa che dovremo fare di più in termini di politica monetaria per tornare al 2%”.
Le proiezioni mostrano anche che si prevede un’inflazione al di sotto del 3% l’anno prossimo, per poi tornare al target del 2% entro il 2026.
“Sostanzialmente il FOMC aveva comunicato che uno scenario di atterraggio morbido verrà affrontato con una politica più restrittiva”, spiega Brett Ryan, economista statunitense senior presso Deutsche Bank AG: “questo è stato il punto principale”.
Ciclo concluso?
Nonostante le indicazioni del FOMC, c’è chi non cambia idea e pensa che la politica monetaria restrittiva sia terminata. “Sebbene i diagrammi a punti suggeriscano rischi di rialzo per i tassi di interesse, le nostre aspettative restano che il ciclo di rialzi sia probabilmente concluso e che la Fed non aumenterà ancora i tassi”, scrive Mark Haefele, Chief Investment Officer di UBS Global Wealth Management. “Una serie di fattori potrebbe pesare sull'economia nel quarto trimestre e spingere la Fed a rimanere in attesa a causa di una crescita inferiore al trend e di un'inflazione di base più bassa”, aggiunge Haefele. Secondo lo strumento FedWatch del CME, gli operatori scommettono che il tasso di riferimento rimarrà invariato a novembre e dicembre, rispettivamente al 71% e al 53%.
Le altre banche centrali
Oggi c’era molta attesa anche per altre banche centrali, in particolare per la Bank of England, della Banca Nazionale Svizzera (BNS) e di quella brasiliana.
Il Monetary Policy Committee (MPC) della Banca d’Inghilterra ha votato per mantenere il tasso di interesse chiave al 5,25% attuale.
La decisione è stata presa a maggioranza, con cinque membri che si sono espressi per una pausa e quattro che avrebbero preferito un aumento da 25 punti base.
Prima della BoE, la BNS aveva preso la stessa decisione, mantenendo il tasso di riferimento all’1,75%, pausa arrivata dopo cinque rialzi consecutivi dopo il calo dell’inflazione, scesa (1,6%) a luglio per la prima volta da marzo 2022 e poi mantenuta ad agosto.Niente pausa in Svezia, dove la banca centrale ha alzato il tasso di 25 punti base, portandolo al 4%, indicando la possibilità di nuovi rialzi in futuri, così come per la Banca centrale turca che ha innalzato il suo tasso al 30% dal precedente 25%.
Nella notte, la banca centrale brasiliana ha tagliato il tasso di mezzo punto percentuale, rafforzando l’andamento della borsa di San Paolo (+0,7%).
Notizie societarie e pre-market USA
Broadcom (-4%): potrebbe non essere più il fornitore di chip per l’intelligenza artificiale di Alphabet (Google) a partire già dal 2027, secondo indiscrezioni pubblicate da The Information.
Marvell Technology (+3%): potrebbe sostituire Broadcom come fornitore di chip di rete utilizzati dai data center di Google.
FedEx (+5%): balzo del 32% negli utili rettificati del primo trimestre fiscale, a 4,55 dollari per azione, 82 centesimi in più rispetto alle aspettative di Wall Street (dati LSEG).
Warner Bros Discovery (+2%) e Paramount Global (+2%): gli sceneggiatori e i produttori sono vicini a un accordo per porre fine allo sciopero della Writers Guild of America (WGA) dopo un incontro di ieri, secondo fonti della CNBC.
Wheels Up Experience (+5%): finalizzata una linea di credito da 500 milioni di dollari con Delta Air Lines, Certares Management, Knighthead Capital Management e Cox Enterprises.
Raccomandazioni analisti
Oracle
Berenberg: ‘neutral’ e prezzo obiettivo aumentato da 82,50 USD a 110 dollari.
FedEx
JPMorgan Chase: conferma ‘neutral’ e target price alzato da 305 USD a 315 dollari.
Goldman Sachs: ‘buy’ e prezzo obiettivo da incrementato da 278 USD a 291 dollari.
Philip Morris International
Barclays: ‘buy’ e target price ridotto da 115 USD a 110 dollari.
General Mills
RBC Capital Markets: ‘neutral’ e prezzo obiettivo ridotto a 76 USD rispetto ai precedenti 78 dollari.
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