Walt Disney stupisce con l’utile ma calano gli abbonati

Walt Disney stupisce con l’utile ma calano gli abbonati

I numeri diffusi dalla società di intrattenimento sono risultati in chiaroscuro e l’ad Bob Iger ha annunciato un futuro aumento del prezzo dell’abbonamento e la lotta alle password condivise, così come già deciso dalla concorrenza.

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Il trimestre di Walt Disney

Ricavi in aumento per Walt Disney nel terzo trimestre fiscale, ma momento difficile per gli abbonati, in particolare in India.

La società di streaming ha registrato un utile rettificato di 1,03 dollari per azione nel trimestre terminato a giugno, quando l’aspettativa media di 24 analisti era di un utile di 95 centesimi per azione.

In crescita del 4% i ricavi, arrivati a 22,33 miliardi di dollari su base annuale, dato inferiore alle previsioni degli analisti di 22,50 miliardi di dollari.

Nel trimestre la società ha sostenuto oneri di svalutazione e ristrutturazione per 2,65 miliardi di dollari legate al costo della rimozione di alcuni contenuti dai suoi servizi di streaming, la risoluzione di accordi di licenza e 210 milioni di dollari di indennità di licenziamento per i lavoratori licenziati.

Ridotte le perdite dei suoi servizi di streaming video a 512 milioni di dollari rispetto a 1,1 miliardi dello scorso anno, mentre gli abbonati aggiunti sono stati 800 mila, 100 mila in meno rispetto alle stime degli analisti.

Particolarmente negativa la perdita di 12,5 milioni di abbonati al servizio Disney Hotstar in India avendo rinunciato ai diritti per le partite di cricket della Indian Premiere League, cifra che rappresenta quasi un quarto dei suoi abbonati.

Dopo la diffusione dei risultati, il titolo Walt Disney ha chiuso le contrattazioni afterhours con un +2,24% (89,45 dollari), prospettando così una seduta positiva oggi alla borsa di New York.

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Ambiente difficile

L’amministratore delegato di Walt Disney, Bob Iger, ha riconosciuto che la società dovrà affrontare un “ambiente difficile” nel breve termine, ma ha sottolineato i progressi compiuti nel taglio dei costi, alla luce dei 5,5 miliardi di dollari complessivi promessi a febbraio, e nel concentrarsi sulla creatività, anche se i risultati trimestrali hanno mostrato diversi punti deboli.

Tra gli elementi sottolineati da Iger c’è il miglioramento di 1 miliardo di dollari nel reddito operativo dell'attività di streaming della società negli ultimi tre trimestri, atteso in redditività nel 2024.

Inoltre, ha riconosciuto la necessità di migliorare la qualità dei film Disney, di posizionare il suo marchio sportivo di punta, ESPN, per lo streaming diretto ai consumatori, e di risolvere gli scioperi di sceneggiatori e attori a Hollywood che hanno bloccato gran parte della produzione cinematografica e televisiva.

“Sono tornato alla Disney a novembre e ho accettato di rimanere più a lungo, perché c'è ancora molto da fare prima che la nostra trasformazione sia completa”, ha dichiarato Iger.

Le mosse future

Per quanto riguarda le scelte future, la società intende aumentare del 27% il prezzo dell’abbonamento senza pubblicità a Disney+, portandolo a 13,99 dollari, e incrementando del 20% la versione senza spot di Hulu.

Con l’obiettivo di attrarre e fidelizzare gli abbonati in un mercato competitivo come quello dello streaming, la Disney ha anche annunciato che lancerà lo streaming ad-supported in Europa e Canada e fornirà agli abbonati statunitensi un nuovo pacchetto senza pubblicità nei prossimi mesi.

Infine, Iger ha annunciato che l’anno prossimo affronterà la questione della condivisione delle password, sulla scia di quanto deciso già dai concorrenti di Netflix.

La view degli analisti

Secondo Geetha Ranganathan, analista senior dei media di Bloomberg Intelligence, una parte importante delle performance negative dello streaming Disney possono essere attribuiti al suo segmento in India, Disney + Hotstar e alla sua trasmissione televisiva del cricket della Premier League indiana.

“Non è un grande contributo alle entrate”, sottolinea Ranganathan, aggiungendo che la riduzione degli abbonamenti “sembra negativa, ma non influisce necessariamente molto sulla redditività o sulla linea delle entrate”.

Per Ranganathan, è necessario focalizzarsi più sulle prospettive dell’accordo sul settore sportivo (ESPN) con Penn Entertainment (PENN) e il continuo impatto degli scioperi degli scrittori e degli attori di Hollywood sugli studi di produzione.

Altro elemento importante da analizzare è la perdita riscontrata nel servizio di streaming, risultata inferiore alle attese di Ranganthan, quindi il risultato “è stato migliore del previsto: ci aspettavamo tra i 750 e i 770 milioni, ma sono stati sostanzialmente inferiori a 500 milioni”.

Il target price medio di 12 mesi degli analisti di Wall Street per Walt Disney è di 110,50 dollari, con un rating medio sulle azioni di ‘buy’, 22 ‘strong buy’ o ‘buy’, 8 ‘hold’ e 2 ‘sell’ o ‘strong sell’.

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