Warning Stellantis e titolo a picco
La casa automobilistica ha ridotto le sue previsioni per il 2024 a causa delle condizioni generali in deterioramento, in particolare negli Stati Uniti e in Cina, dopo che venerdì scorso anche Volkswagen aveva avvisato di minori vendite previste per l’anno in corso.
Stellantis riduce la guidance
Condizioni globali del settore in deterioramento, performance debole in Nord America e maggiore concorrenza nel mercato cinese dovuto all’aumento dell’offerta nel Paese asiatico. Sono queste le ragioni che hanno spinto questa mattina Stellantis a rivedere al ribasso le sue previsioni per il 2024 e il titolo ha aperto la seduta a Piazza Affari con un calo superiore all’8%, scendendo ad un minimo di 13,284.
Il gruppo ora si attende per il 2024 un margine del risultato operativo adjusted tra il 5,5% ed il 7%, in calo rispetto al precedente “double digit”, dovuto per circa due terzi alle azioni correttive in Nord America, oltre che a vendite inferiori alle attese nel secondo semestre in diverse Regioni. Il Free Cash Flow Industriale ora è previsto in un range tra -5 miliardi e -10 miliardi di euro rispetto al precedente “Positive”, principalmente a causa del minor Risultato Operativo Adjusted atteso, così come per l’impatto del capitale circolante temporaneamente più alto nel secondo semestre del 2024.
Il gruppo italo-francese continuerà “a far leva ed espandere i propri differenziatori competitivi”, spiega la nota, ed è “convinto che le azioni di recupero poste in essere si tradurranno in performance operative e finanziarie più robuste nel 2025 e oltre”.
Le azioni negli Stati Uniti
Il ribasso delle guidance è stato deciso per riflettere le decisioni di ampliare significativamente le azioni a fronte dei problemi di performance in Nord America.
Il gruppo, spiega il management, ha accelerato il piano di normalizzazione dei livelli di stock negli Stati Uniti con l'obiettivo di non più di 330.000 unità in giacenza presso la rete entro la fine del 2024 rispetto al precedente termine del primo trimestre 2025. Le azioni includono una riduzione delle consegne alla rete di più di 200.000 veicoli nel secondo semestre del 2024 (un incremento rispetto alla riduzione di 100.000 riflessa nella precedente guidance) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un aumento degli incentivi sui modelli del 2024 e degli anni precedenti e iniziative di incremento della produttività che contemplano aggiustamenti sia sui costi che sulla capacità produttiva.
Il warning di Volkswagen
La decisione arriva dopo quella analoga presa da Volkswagen venerdì scorso, arrivata “alla luce di un contesto di mercato difficile e di sviluppi inferiori alle aspettative iniziali, in particolare nei marchi Volkswagen passenger cars, Volkswagen veicoli commerciali e componenti tech”. Anche in questo caso, il warning ha attirato vendite sul titolo e le azioni della casa tedesca aprivano la seduta in calo del 3% a 100,58 euro.
In attesa dei conti del terzo trimestre e dei nove mesi che saranno diffusi il prossimo 30 ottobre, la società tedesca ora prevede 9 milioni di veicoli consegnati nel 2024, dai 9,24 milioni del 2023, quando le attese precedenti erano per un aumento fino al 3%. Ridotte anche le previsioni di fatturato di quest’anno, ora a 320 miliardi di euro dai 322,3 miliardi dello scorso anno e dalla precedente previsione di un aumento fino al 5%.
Il risultato operativo è ora previsto a 18 miliardi, corrispondente a un rendimento operativo sulle vendite di circa il 5,6%, quando in precedenza il rendimento operativo sulle vendite era fra il 6,5 e 7%.
Il gruppo sottolineava nella nota anche il deterioramento del contesto macroeconomico che sta avendo un impatto negativo che potrebbe comportare ulteriori rischi, in particolare per il principale marchio automobilistico.
Nella divisione servizi finanziari, inoltre "il difficile contesto commerciale al di fuori dell'Europa ha portato a un adeguamento delle previsioni” e ora Volkswagen prevede un flusso di cassa netto della divisione automotive di 2 miliardi di euro, mentre a luglio aveva indicato da 2,5 a 4,5 miliardi, compresa l'ipotesi di spese per attività di M&A per circa 3,5 miliardi, di cui 2 miliardi di attribuibili alle spese relative alla prevista joint venture con Rivian. Infine, la liquidità netta della divisione automotive dovrebbe essere compresa tra i 36 e i 37 miliardi (in precedenza: 37-39 miliardi).
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