Xi Jinping e Biden si parlano per tre ore. Le Borse aspettano i dettagli

16/11/2021 07:30
Xi Jinping e Biden si parlano per tre ore. Le Borse aspettano i dettagli

Mercati alla finestra in attesa di capire i risultati del lungo faccia a faccia fra i presidenti delle due superpotenze. Per ora si hanno notizie solo del tono amichevole e della grande quantità di argomenti trattati. Torna a salire il petrolio e si riaccendono gli interrogativi sui tassi di interesse. Cade il Bitcoin.

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La Borsa di Tokio sale dello 0,1%, Shanghai +0,1%, Hong Kong +1,2%.

I mercati finanziari sono senza una direzione, in attesa di capire come è andato il faccia a faccia fra Joe Biden e Xi Jinping. Ieri sera Wall Street ha chiuso in assoluta parità prima dell’inizio del meeting online fra i presidenti delle due superpotenze: S&P500 e Nasdaq hanno terminato la seduta invariati.

Stamattina le Borse asiatiche sono poco mosse e le prime notizie dicono che il presidente Usa e il presidente cinese hanno avuto un incontro amichevole e intenso che è durato oltre tre ore, ben più del previsto, che la conversazione ha riguardato una grande quantità di temi, senza peraltro portare a nessun annuncio particolare.

La Borsa di Tokio sale dello 0,1%, Shanghai +0,1%, Seul +0,2%. Si distingue il rialzo della Borsa di Hong Kong 1,2%, guidato dal recupero dei titoli immobiliari cinesi, grazie alla convinzione che il governo intende sostenere il settore.

Biden e Xi Jinping hanno iniziato il loro colloquio salutandosi calorosamente: il leader cinese ha chiamato il presidente Usa “vecchio amico”. Funzionari della Casa Bianca hanno detto che nella conversazione sono stati toccati un gran numero di argomenti, dalla situazione del commercio, ai diritti umani, alla condizione di Taiwan. Il governo Usa aveva fatto sapere prima del meeting che l’incontro non avrebbe prodotto risultati specifici, e così è stato. Per gli investitori è importante capire se il colloquio fra Biden e Xi Jinping aiuterà a ridurre le tensioni che si sono accumulate negli ultimi due anni fra due Paesi su un gran numero di temi, dai dazi alle sanzioni, alle limitazioni di vendita di beni ad alta tecnologia.

Questa notte al termine del summit lo yuan si era apprezzato dello 0,3% nei confronti del dollaro salendo a 6,366, il livello più alto dal 2018.

Il dollaro ha guadagnato terreno nei confronti dell’euro, sceso a 1,137.

Oltre ai rapporti far Cina e Usa, il tema dominante per gli investitori resta quello della politica monetaria e dell’inflazione. Sta tornando a diffondersi la convinzione che la pazienza con cui la Fed segue la corsa dei prezzi non potrà durare a lungo, che probabilmente la banca centrale americana sarà obbligata ad accelerare sulla riduzione degli stimoli monetari rispetto al piano originario che prevede un loro progressivo calo fino alla totale estinzione a fine giugno 2022.

I dati di ieri sull’andamento dell’industria nello Stato di New York (Imperial Manufactoring Index) sono risultati più forti del previsto. Oggi è atteso il dato sull’andamento delle vendite al dettaglio in Usa a ottobre. Se anche qui dovesse risultare che l’economia Usa è in forte accelerazione, iprenderà piede l’ipotesi di un avvicinamento del rialzo dei tassi.

Lo stesso tema è presente in Europa. Oggi in Gran Bretagna verranno diffusi i dati sull’andamento dell’occupazione e dei salari, e a seconda dei risultati si tornerà a parlare di tassi.

Nella zona Ue il tasso di inflazione “è aumentato più di quanto avevamo previsto a settembre, attestandosi al 4,1% in ottobre”, la corsa dei prezzi rallenterà il prossimo anno, “ma occorrerà più tempo di quanto originariamente atteso”, ha detto ieri Christine Lagarde. La presidente della Bce in un’audizione alla commissione Problemi economici del Parlamento Ue ha fatto il punto sulle prospettive dell’Area euro, giudicando “improbabile” un rialzo dei tassi.

Intanto il petrolio torna a salire: questa mattina il Brent guadagna l’1% a 82,9 dollari al barile e il Wti sale dello 0,7% a 81,5 dollari. La spiegazione è che il mercato oramai dava per scontato che gli Usa avrebbero liberato parte delle riserve strategiche per calmierare i prezzi, ma siccome questa decisione non arriva, scatta la reazione opposta.

Oro in rialzo a 1.868 dollari l’oncia (+0,1%).

Botta all’ingiù per il Bitcoin che perde il 7% a 60.600 dollari (ieri valeva 65.700).

Fra i titoli di Piazza Affari segnaliamo:

Leonardo - Alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle sono contrari alla cessione di due divisioni al consorzio franco-tedesco KMW + Nexter Defense Systems.  Tim - Il comitato controlli e rischi della società, scrive stamattina il Messaggero, farà oggi il punto sul contratto con Dazn. Secondo il quotidiano è probabile che venga modificato per renderlo più redditizio, visto che i risultati sarebbero sotto quanto prospettato. Tra le ipotesi una revenue share, una quota di ricavi che resterebbe in capo a Tim o una rimodulazione del miliardo di investimenti previsto nel triennio, aggiunge il quotidiano. Intanto, è stato spostato a domani l'incontro previsto per oggi pomeriggio fra i vertici Dazn e il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, scrive Il Sole 24-Ore.  Generali - Il collegio della Consob si riunisce questa mattina per avviare l'esame della risposta predisposta dagli uffici della Commissione ai quesiti avanzati dal gruppo Caltagirone sulla legittimità della presentazione di una lista per il nuovo cda da parte del board uscente, scrive Il Sole 24-Ore. La decisione è attesa nei prossimi giorni e l'orientamento è di non considerare la prassi illegittima. Tuttavia, se tutti gli azionisti votassero la lista proposta dal cda, ai soci potrebbe essere contestato il concerto, con il rischio che scatti l'obbligo di Opa totalitaria, aggiunge il quotodiano.  ENI - L'Ipo di Eni R&R, la newco del gruppo guidato da Claudio Descalzi per valorizzare l'integrazione tra le attività retail gas&power e quelle relative alle rinnovabili, è attesa fra l'estate-autunno del 2022, scrive il Sole 24-Ore. La major sarebbe pronta a rafforzare la collaborazione industriale con Air Liquide, scrive MF-Milano Finanza. Il colosso petrolifero e la multinazionale del gas francese starebbero studiando un'alleanza nell'ambito della cattura e dello stoccaggio dell'anidride carbonica. Il negoziato è in fase embrionale ed Eni sta valutando anche altre soluzioni, aggiunge il quotidiano. FinecoBank - Nessuna acquisizione in agenda, la prospettiva di un quarto trimestre in ulteriore progressione rispetto al precedente e la promessa di chiudere l'esercizio in corso con numeri record. E' quanto ha detto l'AD di Fineco, Alessandro Foti, in un'intervista a Class Cnbc, riportata da MF.

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