A Wall Street tornano le paure di una recessione

A Wall Street tornano le paure di una recessione

In attesa del prossimo dato sull’inflazione USA aumentano le previsioni circa un aumento dei tassi di interesse oltre il ‘terminal rate’ del 5,1% da parte della Federal Reserve, con possibili conseguenze negative per l’economia statunitense.

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Ancora rosso a Wall Street

Apertura di Wall Street vista in rosso dopo due sedute negative consecutive.

Come spesso accade in questo periodo, il future sul Nasdaq 100 (-0,70%) resta indietro rispetto a quelli sul Dow Jones (-0,30%) e sullo S&P500 (-0,40%).

Il dollaro sale rispetto all’euro (EUR/USD a 1,0686), mentre il greggio continua a crescere (+2% per WTI e Brent) dopo l’annuncio da parte della Russia di riduzione della produzione per il prossimo mese a seguito dell’introduzione del tetto ai prezzi del petrolio e dei prodotti petroliferi russi da parte dell’Occidente.

Fed ancora più hawkish

I dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti superiori alle attese diffusi la scorsa settimana hanno aumentato le previsioni circa un aumento dei tassi di interesse oltre il ‘terminal rate’ del 5,1%.

A questo punto, gli operatori attendono il report sull’inflazione in programma la prossima settimana, con il diffondersi dell’incertezza sulla possibilità per l’economia USA di resistere a ulteriori strette del costo del lavoro.

In tal senso, sono arrivati segnali come l’inversione della curva dei Treasury americana, con il differenziale tra il rendimento della scadenza biennale e quello del decennale che ha toccato i livelli più ampi dall’inizio degli anni ‘80.

Spettro recessione

“Ieri, dopo una prima parte di seduta in positivo (listini azionari in rialzo e rendimenti in calo) si è registrata un’inversione di tendenza dove a prevalere sono stati ancora una volta i timori di una prosecuzione del rialzo dei tassi da parte delle banche centrali (alcuni trader in opzioni sembra che stiano accumulando posizioni che puntano ad un terminal rate del 6% entro settembre, probabilmente a causa delle indicazioni di forza emerse dai dati di gennaio del mercato del lavoro)”, scrivono in una nota gli analisti di Mps Capital Services:

“Allo stesso tempo, la pendenza negativa sul tratto 2-10 USA salita al massimo dal 1980 (87pb) aumenta lo spettro di una recessione per fine anno”, spiegano dall’istituto, sottolineando che l’intervento del presidente della Fed di Richmond, Thomas Barkin, secondo il quale c’è ancora molta strada da fare per frenare l’inflazione che, pur avendo superato il picco, resta sempre elevata”.

Recessione probabile al 90% secondo Deutsche Bank, secondo la quale “sebbene l’inflazione probabilmente abbia raggiunto il picco, si trova molto al di sopra degli obiettivi della Fed e non è escluso che rimarrà a quei livelli ancora a lungo. Questa è una cosa che non verrà tollerata dalla banca centrale”.

Timori per la crescita

Maximilian Kunkel, chief investment officer per la Germania e per i patrimoni istituzionali globali, ritiene che le recenti notizie sugli utili, in particolare per le società tecnologiche, stanno colpendo il sentimento del mercato.

“L'attenzione si sta spostando dall’impatto positivo della disinflazione alle preoccupazioni per la crescita” e gli investitori “si stanno rendendo conto che la stagione degli utili non è stata poi così eccezionale”, pertanto iniziano ad aspettarsi margini di profitto più bassi con la riduzione dell’inflazione”, spiega Kunkel.

Timori confermati dallo stesso Barkin, il quale ieri affermava che la politica monetaria restrittiva sta rallentando “inequivocabilmente” l’economia statunitense, consentendo “alla Federal Reserve di muoversi in modo più ‘deliberato’ in caso di ulteriori aumenti dei tassi di interesse”.

Notizie societarie e pre-market USA

Intel Corp (-0,70%): sta valutando la possibilità di aumentare in modo significativo l'investimento di 1,5 miliardi di dollari già effettuato in Vietnam per espandere il proprio impianto di collaudo e confezionamento di chip nella nazione del sud-est asiatico, secondo fonti della Reuters.

PayPal Holdings (+0,50%): si attende un utile rettificato di circa 4,87 dollari per azione, rispetto ai 4,75 dollari previsti dagli analisti (IBES Refinitiv).

Advanced Micro Devices (-2%): prevede un calo dei ricavi tra il 10% e il 12% nel primo trimestre 2023, un gross margin stimato al massimo al 21%, quattro punti percentuali in meno rispetto alle previsioni degli analisti. Inoltre, ha avvisato di possibili conseguenze per i produttori di chip dalle comunicazioni sull’andamento del business arrivate stamattina dal colosso cinese Semiconductor Manifacturing International.

Lyft (-30%): prevede un utile nel primo trimestre inferiore alle stime, amplificando le preoccupazioni di un ritardo rispetto a Uber (-3%).

Exxon Mobil (+1,5%): ha annunciato la fusione di alcune unità aziendali nell’ambito di uno sforzo volto a ridurre i costi annuali di 9 miliardi di dollari entro il 2023 rispetto ai livelli del 2019.

Phio Pharmaceuticals (+6%): un comitato indipendente ha raccomandato di procedere all’avvio della sperimentazione in fase iniziale della sua terapia PH-762 per il trattamento di un tipo di cancro della pelle.

Terreno Realty (-4%): aumento di capitale con vendita di 5 milioni di azioni a 62,50 dollari, con sconto del 4% rispetto alla chiusura di ieri (65,12 dollari), raccogliendo così 312,5 milioni di dollari.

Bloom Energy (+6%): si attende un fatturato nell’anno fiscale 2023 di 1,4 - 1,5 miliardi di dollari rispetto a 1,19 miliardi del 2022.

Raccomandazioni analisti

Uber

UBS: ‘buy’ e prezzo obiettivo alzato a 48 USD rispetto ai precedenti 38 dollari.

KKR

Goldman Sachs: ‘buy’ e target price aumentato da 61 USD a 68 dollari.

Activision Blizzard

Citigroup: ‘buy’ e prezzo obiettivo a 88 USD rispetto ai precedenti 90 dollari.

Bloom Energy

J.P. Morgan: da ‘sovrappesato’ a ‘neutrale’ e taglia il target price a 27 USD dai 29 dollari precedenti.

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