Allarme Credit Suisse: perdita di 1,5 miliardi nel quarto trimestre


L’annuncio di una perdita importante per la banca svizzera arriva proprio alla vigilia di un’assemblea degli azionisti chiamata a decidere su un aumento di capitale da 4 miliardi di dollari, mentre una banca saudita potrebbe puntare a diventare il secondo azionista dell’istituto elvetico.


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Warning da Credit Suisse

Credit Suisse non resiste al difficile contesto economico e avvisa di una possibile perdita nel quarto trimestre dell’anno che potrebbe arrivare ante imposte fino a 1,5 miliardi di franchi svizzeri (1,57 miliardi di euro).

L’annuncio è stato fatto questa mattina dalla stessa banca svizzera, specificando che l’ammontare definitivo delle perdite dipenderà dal suo andamento da qui fino alla fine dell’anno.

Il warning arrivava proprio alla vigilia dell’assemblea degli azionisti prevista per oggi, nella quale gli azionisti sono attesi dalla discussione di un aumento capitale da 4 miliardi di dollari rivolto a qualificati investitori istituzionali, con un prezzo di riferimento sul capitale fissato in 4,07 franchi, un prezzo corrispondente al prezzo medio ponderato per il volume delle azioni alla borsa svizzera il 27 e 28 ottobre. Le fosche previsioni attiravano forti vendite sul titolo della banca a Zurigo, dove le azioni arrivano a cedere oltre il 5% alla borsa svizzera, toccando un minimo di 3,64 CHF.

L’impatto sulle attività

A incidere sul negativo risultato dell’ultimo periodo dell’anno è stato l’impatto negativo sull’attività in tutte le sue divisioni, in particolare l’Investment Bank, influenzata dal sostanziale rallentamento dei mercati dei capitali e dalla ridotta attività nella vendita e nel trading, “esacerbando i normali cali stagionali e la relativa sottoperformance del gruppo”, spiegava l’istituto elvetico, e particolarmente modesta è stata la performance delle divisioni Wealth Management e Swiss Bank.

I deflussi di cassa hanno visto un’accelerazione all’inizio del quarto trimestre, mentre quelli netti di attività erano arrivati a circa il 6% delle masse gestite a fine trimestre precedente, con quelli nel Wealth Management ridotti “sostanzialmente” rispetto i livelli elevati delle prime due settimane di ottobre, ma non si sono ancora invertiti, attestandosi intorno al 10% del risparmio gestito alla fine del terzo periodo.

I guai, però, potrebbero non essere finiti, in quanto da Credit Suisse avvisavano che queste difficili condizioni di mercato dovrebbero continuare anche nei prossimi mesi.

La ‘difesa’ dai sauditi

L’assemblea degli azionisti di oggi potrebbe avere anche un altro obiettivo rispetto al salvataggio dalla bancarotta, viste le mire dei sauditi sulla banca svizzera.

In particolare, la Saudi National Bank sarebbe intenzionata ad investire in Credit Suisse 1,52 miliardi di dollari, arrivando a detenere il 9,9% del colosso bancario elvetico, approfittando delle sue difficoltà.

Per cercare di fermare l’avanzata dei sauditi, secondo il portale zurighese Inside Paradeplatz sarebbe in corso una ‘Operation save CS’, guidata da UBS, pronta a coinvolgere importanti attori finanziari della Confederazione raccogliendo 2 miliardi di dollari, impedendo ai sauditi di diventare il secondo azionista per importanza di Credit Suisse dopo Harris Associates (10% del capitale).

Attenzione, però, anche al fondo sovrano del Qatar, già proprietario del 5% di CS e pronto ad aumentare la propria quota.

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