Brent


Petrolio sulle "montagne russe", un giorno vola sui massimi a 130 dollari il barile e in poche sedute si riporta sotto i 100 . La pazzia della guerra si riflette anche sulle quotazioni. Ci aspettiamo un calo della volatilità e un riconoscimento delle trendline.


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Forte volatilità

Dopo il rally iniziato 21 dicembre scorso sostenuto dal boom post pandemia e, ultimamente, infiammato dalle tensioni tra Russia e Ucraina, il petrolio Brent ha raggiunto un massimo di 138,84 dollari al barile, con una performance del +109,53% al 9 marzo, per poi ritracciare.

Nonostante la forte volatilità ci aspettiamo che il Brent torni a riconoscere le sue trendline riacquistando un movimento più "normalizzato".

Riguardo il conflitto tra Russia e Ucraina regna molta incertezza. Come sempre i venti di soffiano sulle quotazioni del greggio e stavolta, anche del gas, di cui l'Europa è un grande importatore dalla Russia.

Gli investitori hanno reagito acquistando ingenti quantità di futures per bloccare alla data attuale il prezzo d'acquisto futuro del petrolio, sui timori di una forte crescita del prezzo della materia prima.

Gli spiragli di pace legati alle dichiarazioni di Putin e Zelensky e gli incontri tra Usa e Cina hanno acceso le speranze per un termine al conflitto con il forte ritracciamento del greggio. A minare la domanda anche i timori di un rallentamento economico mondiale, dovuto alla guerra.

Utilizzo dello stocastico, medie mobili, trendline e istogramma prezzo-volume

Analizziamo il sottostante con l’impiego dell'indicatore Stocastico (si rimanda al seguente link per comprendere di cosa si tratta), delle medie mobili semplice, di una trendline e di un istogramma prezzo volume.

Le medie mobili non sono nient’altro che una media degli ultimi n periodi calcolata sui prezzi di chiusura. Noi ne impieghiamo tre: una calcolata su 20 periodi, per capire la tendenza di breve periodo, una su 60 periodi, per capire la tendenza di medio periodo, e una su 250 periodi per capire la tendenza di lungo periodo.

Esse sono utili perché possono fornire segnali rialzisti e ribassisti. Ma come?

Quando la media mobile più veloce (20 periodi, rossa) incrocia dal basso verso l'alto la media mobile più lenta (60 periodi, blu) c'è un segnale rialzista. Quando avviene il contrario il segnale è ribassista.

Come vediamo in figura, a partire il 13 gennaio, è evidente un segnale rialzista.

Ancora ad oggi questo indicatore non mostra un segnale di inversione ribassista, con l'incrocio delle medie mobili che ancora parecchio distante e crediamo possa essere raggiunto solo quando il petrolio tornerà su valori più bassi, su valori medi.

L'indicatore stocastico, però, ha mostrato un segnale ribassista il 14 marzo, con la chiusura al di sotto della linea del 70, per cui il giorno successivo seguendo soltanto la price action si sarebbe potuti entrare in posizione short. Ma analizzare lo stocastico stand alone non è molto utile, bisogna effettuare un'analisi congiunta, con altri indicatori.

Analizziamo un importante indicatore che, grazie alle negoziazioni odierne, ci fornisce un impulso importante: la trendline. E' utile perché può fungere da supporto o resistenza dinamica, in questo caso noi la usiamo come supporto trovandosi sotto i prezzi.

Quello che succede in genere con le trendline sono due scenari: uno scenario in cui la trendline viene rotta al ribasso si tradurrebbe in un'accelerazione in calo del prezzo del greggio, e uno scenario in cui rimbalza proprio sulla trendline, come se una volta toccata non può essere violata e allora torna su.

Ed è quello che è successo oggi, il petrolio è rimbalzato anzichè andare sotto la trendline, mostrando quindi la sua forza. Mentre scriviamo, il Brent è scambiato a 105,7 dollari al barile.

Inoltre, prendendo in considerazione l'istogramma prezzo-volume a intervallo fisso - che mostra quanti volumi sono stati scambiati per ciascuna fascia di prezzo, in particolare in quale aree di prezzo si sono concentrati il maggior numero di volumi - possiamo notare quanto segue.

In area 112,5 Usd sono stati scambiati il maggior numero di volumi: POC (Point Of Control). Questo indicatore fornisce un impulso importante soprattutto laddove non è mai stato toccato, perché può fungere da supporto o resistenza. Sebbene sia stato impiegato come supporto qualche giorno fa, con 3 candele che si sono formate intorno a quell'area, quello che crediamo e che, a seguito di un rimbalzo sulla trendline, il petrolio possa effettuare una breve salita fino al POC (area 112,5) dagli attuali 105,7 per poi ritracciare.

Crediamo anche nella possibilità di formazione di un doppio massimo, che rappresenta un chiaro segnale di inversione ribassista, dove i compratori non riescono a spingersi sopra il livello di resistenza dato dalla formazione dei due massimi e allora perdono forza e sopraggiungono i venditori.

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