Banco Bpm, Castagna raffredda l’ipotesi fusione con Ubi Banca ed esclude Mps


Il Ceo di Banco Bpm spiega che la strategia della banca può funzionare anche senza operazioni con soggetti esterni


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Si allontana la fusione con Ubi Banca

Si raffreddano le possibilità di una fusione tra Banco Bpm e Ubi Banca. A dirlo è il Ceo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero.

“Siamo impegnati a completare un business plan che prevede una strategia stand-alone che consentirà di capitalizzare l’ottimo lavoro fin qui realizzato”, spiegava Castagna.

L’operazione con Ubi Banca resta “un’idea astratta” secondo il manager, con i “rumors che sono nati da un’idea astratta su cui si è esercitata qualche banca d’affari, valutando i profili di due gruppi e le possibili sinergie: solo un esercizio di scuola privo di riscontro nel reale. Detto questo, il consolidamento del sistema bancario italiano è un percorso che prima o poi dovrà essere intrapreso”.

“Banco Bpm è il solo ad avere all’attivo una fusione sotto la vigilanza BCE”, aggiungeva il ceo della banca, spiegando che si tratta di “un’operazione coraggiosa maturando un’esperienza unica per l’Italia e l’Europa” che fa dell’istituto “un interlocutore privilegiato” nonostante “il contesto incerto e un sistema regolatorio così strutturato”.

Mps del tutto esclusa

Se l’ipotesi di fusione con Ubi Banca si allontana, quella con Mps viene completamente bocciata dallo stesso Castagna: il fattore ‘territoriale’ resta un impedimento importante.

“La fusione tra Banco e Bpm è riuscita per la distribuzione geografica delle due banche”, è il pensiero di Castagna. “Siamo ben strutturati nelle quattro regioni più industrializzate: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e un’ottima presenza su Roma. Se dovessimo pensare ad altre operazioni vorremmo considerarle nei nostri territori d’elezione. La banca prospera in funzione dei clienti, delle imprese, dei territori”, conclude il manager.

Piano industriale con dividendo in arrivo?

Gli azionisti restano in attesa del nuovo piano industriale che potrebbe arrivare nei prossimi mesi. “Dopo un triennio concentrati sul derisking, il prossimo piano si focalizzerà su redditività e solidità patrimoniale”, affermava Castagna, spiegando che ”le parole chiave saranno aumento ricavi spingendo sulle commissioni da servizi, forte disciplina sui costi, esplorazione di nuove opportunità offerte dal digitale, senza dimenticare la tradizionale vicinanza ad imprese e territori in una logica di una crescita sostenibile”.

Relativamente alla possibilità di un dividendo, Castagna affermava chiudendo l’intervista: “sono convinto che l’anno si chiuderà positivamente e se a ciò aggiungiamo anche il raggiungimento di livelli di capitale adeguati credo proprio che potremo finalmente tornare a distribuire un dividendo”.

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