Banco Bpm, unione con Agricole “non unica opzione” secondo Castagna

Il manager ritiene un’opportunità l’eventuale operazione con i francesi alla luce delle molte sinergie tra i due istituti ma non chiude le porte ad altri soggetti.
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Banco Bpm e Crédit Agricole
Resta caldo il risiko bancario per Banco Bpm nonostante il fallimento dell’operazione tentata da UniCredit.
Gli analisti di Kepler Cheuvreux hanno avviato la copertura sul titolo della banca guidata da Giuseppe Castagna, dopo che il Ceo ha affermato che un’eventuale aggregazione con Crédit Agricole Italia rappresenta “l’opportunità più chiara” di cui l’istituto dispone, anche se ha specificato che questa “non è l’unica” possibile.
"Ci sono molte opportunità perché hanno un'importante banca in Italia, Crédit Agricole Italia, abbiamo molte sinergie con loro, abbiamo già una fabbrica prodotto con loro nell'assicurazione danni e nel credito al consumo. È di sicuro qualcosa che potrebbe essere un bene per l'economia italiana", spiegava il manager.
Dalla parte francese si confermavano interessati: "Ci sono diversi scenari che possono svilupparsi nei prossimi mesi, trimestri e persino anni", ha detto il deputy ceo dell'istituto transalpino, Jerome Grivet. Anche per conformazione di business, più volto verso il credito alle imprese, il socio francese potrebbe trovare sintonia anche qualora il governo mettesse condizioni golden power simili a quelle di UniCredit.
Alternativa Mps
Un'altra opportunità di aggregazione, ha aggiunto Castagna, è con Banca Monte dei Paschi di Siena, di cui Banco Bpm à azionista con il 9% circa.
"Siena è il secondo distributore di prodotti Anima ed eravamo molto interessati a una collaborazione con loro", spiega il ceo, facendo riferimento a quando Bpm ha acquisito dal Tesoro una quota del 5% di Rocca Salimbeni (ora scesa al 4,47% con la quota di Anima dopo la chiusura della prima fase dell'Ops su Piazzetta Cuccia) prima che arrivasse l'offerta pubblica di scambio di Andrea Orcel. "Il contratto durerà fino al 2030, essendo noi uno shareholder importante vorremmo avere delle idee. Se da quelle potremmo parlare anche di opportunità per un ulteriore merger, lo vedremo più avanti. Ma è una buona opportunità", aggiungeva Castagna.
Poca fiducia in UniCredit
Per il manager tutte le porte sono aperte, compreso il ritorno di fiamma di UniCredit, della quale però non si fida: "Orcel è così bravo nell'M&A che è possibile che quando ora dice che non sta guardando all'M&A abbia ancora un occhio su qualcosa. L'unica cosa certa è che quando ha lanciato l'offerta la nostra banca valeva 10 miliardi ora ne vale 19 miliardi".
Castagna ritiene che UniCredit “si sia ritirata dall'offerta sulla nostra banca perché non potevano eguagliare il nostro valore. Hanno avanzato un'offerta al ribasso e hanno terminato con un'offerta al ribasso”.
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