Bce, tassi fermi con inflazione stabile ed economia resiliente

Bce, tassi fermi con inflazione stabile ed economia resiliente

La Bce ha confermato i tassi d’interesse invariati per la seconda riunione consecutiva, sostenendo che l’inflazione resta sotto controllo e che la crescita economica dell’area euro mantiene una certa solidità. La decisione arriva in un contesto segnato da nuove tensioni commerciali con gli Stati Uniti e turbolenze politiche in Francia, mentre gli investitori guardano con attenzione alle mosse imminenti della Fed.

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La decisione sui tassi e le proiezioni economiche

Nella riunione odierna la Banca Centrale Europea (Bce) ha mantenuto il tasso sui depositi al 2%, in linea con le previsioni unanimi degli analisti. Il Consiglio direttivo non ha fornito nuove indicazioni per le prossime mosse, ribadendo "l’approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione".

Nel comunicato ufficiale, l’istituto ha affermato che “l’inflazione si attesta attorno all’obiettivo di medio termine del 2% e le valutazioni del Consiglio direttivo restano sostanzialmente invariate”. La maggioranza dei funzionari ritiene i livelli attuali adeguati per fronteggiare gli effetti delle tariffe commerciali imposte da Donald Trump, delle tensioni geopolitiche e della rinnovata instabilità politica in Francia.

Le proiezioni trimestrali aggiornate mostrano che i prezzi al consumo saliranno dell’1,7% l’anno prossimo, un dato leggermente più vicino al target rispetto alla precedente stima dell’1,6%. Nel 2027, però, la crescita dei prezzi è vista all’1,9%, inferiore alle previsioni precedenti. Per il Pil, l’Eurotower stima un +1,2% quest’anno e un +1% nel 2026.

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Prosegue la pausa dai tagli dei tassi

La Bce aveva ridotto i tassi per otto volte in un anno, portandoli dal picco del 4% a un livello considerato neutrale per l’economia, prima di fermarsi a luglio. Secondo gli analisti citati da Bloomberg, non sono attese ulteriori riduzioni nel corso di quest’anno.

Dopo la decisione, l’euro/dollaro guadagna terreno (+0,3% a quota 1,17 dollari). I rendimenti dei titoli di Stato tedeschi a dieci anni hanno proseguito i rialzi della mattinata, attestandosi al 2,68% e quelli italiani di pari durata al 3,52%, con lo spread Btp-Bund a 83,7 punti base.

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Il confronto con la Fed

Il probabile plateau dei tassi in Europa coincide con le attese di una prima riduzione del costo del denaro da parte della Fed già la prossima settimana, la prima dallo scorso dicembre. La scelta, secondo i dati più recenti, sarebbe dettata dall’indebolimento del mercato del lavoro. Gli ultimi dati ufficiali hanno segnalato un aumento dei prezzi al consumo statunitensi al 2,9% in agosto, contro il 2,7% del mese precedente.

Nell’area euro, l’inflazione dovrebbe mantenersi attorno al 2% nel medio periodo, con la maggioranza dei funzionari convinta che la stabilità dei prezzi sia stata ristabilita dopo l’impennata successiva all’invasione russa dell’Ucraina.

Non mancano però le divergenze: il governatore lituano Gediminas Simkus ha espresso timori per un possibile calo eccessivo dell’inflazione, citando anche il rafforzamento dell’euro come fattore di pressione. All’opposto, l’esponente del Comitato esecutivo Isabel Schnabel mantiene una linea più cauta, sottolineando i rischi di rialzo legati alle tensioni commerciali e all’aumento della spesa europea per la difesa.

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Resilienza economica e sfide politiche

Parallelamente, l’economia europea mostra segnali di resistenza. Nonostante l’accordo commerciale con gli Stati Uniti, che ha introdotto dazi del 15% sulla maggior parte delle esportazioni, il clima di fiducia è migliorato e la lunga fase di debolezza manifatturiera sembra avviarsi alla conclusione.

Tuttavia, la crisi politica francese apre nuovi fronti di incertezza. Il crollo del governo a seguito delle contestate riforme di bilancio ha scosso i mercati e portato all’insediamento di Sebastien Lecornu, quinto primo ministro del Paese negli ultimi due anni. Una dinamica che, secondo Bloomberg, rappresenta un ulteriore elemento di instabilità da monitorare nei prossimi mesi.

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