Bolla speculativa, cos’è e quali sono gli effetti
Un nuovo oggetto di investimento suscita grande interesse. Sostenuti dall’entusiasmo, sempre più investitori richiedono il bene, convinti che il valore aumenterà. E chi vorrebbe lasciarsi sfuggire una fetta della torta?
La prima bolla della storia
Mai sentito parlare della bolla dei tulipani? Quattrocento anni prima della bolla delle dot-com, l'Olanda ha sperimentato il primo grande crack finanziario della storia legato a un bene (i bulbi dei tulipani) e le relative conseguenze sui prezzi. Negli ultimi anni del 1500 iniziò in Olanda la “tulipomania”: le varietà meno comuni di tulipani vennero rapidamente considerate come merce di lusso, attirando l’interesse di commercianti che specularono sui prezzi al rialzo. I prezzi ben presto ebbero un andamento del tutto slegato dalla realtà, arrivando addirittura a vendere immobili per poter acquistare i diritti sui bulbi più grandi e pregiati. L’apoteosi fu la famosa asta di Alkmaar, in cui centinaia di lotti di bulbi furono venduti per un ammontare monetario di 90.000 fiorini (l'equivalente di circa 5 milioni di euro), ossia ciascun bulbo venduto al prezzo medio pari al reddito di oltre un anno e mezzo di un muratore dell'epoca.
Ben presto la febbre dei tulipani si tramutò in panico: fu sufficiente che un'asta di bulbi andasse deserta per provocare il panic selling incontrollato e far precipitare i prezzi di mercato in tutto il paese.
Se la bolla dei tulipani è sconosciuta ai più, certamente non vi sono nuove la crisi dei mutui subprime e l’ondata speculativa che ha investito il mercato dei titoli tecnologici alla fine degli anni ’90. Il fenomeno in tutti questi casi ha lo stesso nome: bolla speculativa.
Il sentiero esplosivo della bolla speculativa
Le bolle speculative si creano in particolari fasi di mercato in cui si presenta una potenziale significativa crescita di valore di un bene (sia esso l’azione di un titolo, una valuta o una materia prima). In molti partono quindi dal presupposto che il valore del bene in questione aumenterà. E chi vorrebbe lasciarsi sfuggire una fetta della torta? Più questa convinzione sarà condivisa, più gli investitori saranno disposti a comprare quel bene. Sostenuti dall’entusiasmo, sempre più investitori richiedono il bene e saranno disposti a pagare prezzi sempre più elevati per possederlo.
In breve tempo si delinea tuttavia una sopravvalutazione: il prezzo cresce a dismisura discostandosi sempre più dai valori compatibili con le fondamentali economiche del bene. Ci troviamo appunto di fronte a una bolla speculativa. Quando se ne accorgono, gli investitori cercano di vendere il bene il prima possibile: come una valanga, la deflazione dell’asset aumenta (non si trovano quasi più acquirenti e i prezzi scendono rapidamente) fino a che il panico non si impadronisce del mercato e i prezzi scendono rapidamente, avvicinandosi alle volte anche allo zero. E la bolla scoppia.
Possiamo riassumere quanto detto analizzando il ciclo vitale di una bolla speculativa, anche se ogni bolla è diversa dall’altra. Distinguiamo tre fasi:
- Nascita: Sul mercato di affaccia un nuovo oggetto di investimento suscita grande interesse, o un rinnovato interesse per un oggetto di investimento già esistente e ormai consolidato. Secondo l’economista statunitense Robert J. Shiller, inizialmente i prezzi aumentano a causa di un forte entusiasmo riguardo un nuovo asset, entusiasmo che porterà in continua ascesa i prezzi degli asset.
- Espansione: L'aumento ingiustificato dei prezzi si espande facendo aumentare il valore dell’asset.
- Esplosione: Ogni bolla finanziaria "esplode" in modo diverso, ma la conseguenza è sempre la stessa: un crollo del prezzo dell'asset e un effetto spiazzante in ambito finanziario.
Un esempio è la bolla delle Dot.com scoppiata a metà degli anni '90, legata alla scoperta delle nuove tecnologie informatiche. L'euforia galoppante al ritmo di sviluppo, progresso e crescita in un settore all'avanguardia come quello della new economy, alimentò le aspettative di futuri e continui aumenti del valore dei titoli del settore informatico.
Come ogni altra crisi generata da una bolla speculativa -spiega la Consob - la crisi del Dot.com si è sviluppata attraverso la classica sequenza:
- estrema fiducia da parte degli investitori nelle potenzialità di un prodotto/azienda
- crescita rapida del prezzo del prodotto
- evento che fa vacillare le aspettative di importanti guadagni
- elevati flussi di vendite
- crollo finale del prezzo del prodotto.
Altri casi più recenti sono la crisi finanziaria dei mutui subprime negli Stati Uniti nel 2006, culminata con il fallimento di banche storiche come Lehman Brothers. In seguito alla crisi subprime, arriva la crisi del debito sovrano nell'Area euro nel 2010-2011. E le criptovalute? Un'altra bolla o un nuovo paradigma della finanza decentralizzata?
Effetti e conseguenze
La bolla è spesso molto legata alla componente psicologica piuttosto che razionale. Infatti viene messo in risalto l’elevata diffusione del bene oggetto di speculazione, tanto che spesso si arriva a parlare di vere e proprie “manie” o “mode”.
Con lo scoppio della bolla i prezzi del bene crollano e le conseguenze fanno tornare il mercato ai livelli precedenti la bolla. Ciò significa che se il valore del bene prima dell’aumento considerevole della domanda era a quota 100, ma è poi salito a 1000 in fase di bolla, dopo lo scoppio tornerà su quota 100.
Per gli investitori che avevano acquistato grandi quantità del bene a prezzi gonfiati, le conseguenze di una bolla speculativa sono disastrose, con casi di vera e propria rovina finanziaria.
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