Boom di acquisti sulle banche italiane. Il certificate sul settore che protegge e rende fino al 15% annuo

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In due sedute Unicredit vola del 14%, Bper dell'11%. Intesa SanPaolo guadagna il 5%. Approfittarne ora è possibile con il certificate di Vontobel con Isin DE000VV1A6L9 su BPER, Intesa e Unicredit che stacca premi trimestrali con memoria del 3,802% (15,20% annuo) se i titoli non perdono il 30%. Cedole con memoria e possibilità di rimborso anticipato. Prodotto che rende anche in caso di cali fino al 30% dei sottostanti dal livello iniziale.


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Rialzo dei tassi, buone trimestrali e lo scudo antispread

I tassi in rialzo fanno bene ai conti delle banche. A dirlo non sono più solo gli analisti, si legge nero su bianco sulle trimestrali.

Bper ieri ha pubblicato conti sopra le attese e il titolo in due sedute guadagna l’11%. Nei giorni scorsi era stata Unicredit a stupire gli analisti +14% in due sedute. Intesa Sanpaolo ha fornito una buona trimestrale ma il management ha preferito rimanere più cauto sullo scenario di medio termine (+5% in due giorni).

Il comparto è stato uno dei più colpiti dalle vendite a inizio anno, complice soprattutto l’invasione in Ucraina. Le principali banche nostrane, Unicredit e Intesa Sanpaolo, hanno rivisto la loro esposizione in Russia e la trimestrale è stata un’ottima occasione sia per fare chiarezza che per ripulire in parte i bilanci.

Il risultato è stato vedere il settore tenere meglio di altri, in questi giorni di forte correzione dei mercati. Ad aiutare il comparto sono anche le indiscrezioni riportate da Il Sole 24Ore. Il quotidiano finanziario parla della discesa in campo del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità. Il soggetto, da sempre guardato con sospetto in Italia, è in grado di dare una mano “proprio ora, nell’immediato, con un nuovo scudo anti-spread, complementare a quelli della politica monetaria e fiscale".

Il Mes propone di lanciare un Fondo di stabilità ad hoc per erogare all’instante prestiti a condizioni vantaggiose AAA ai Paesi nell’area euro che devono pagare extra-spread subiti per shock esogeni: per esempio l’1,40% contro il 3% del BTp decennale (come la linea di credito Mes per la sanità che avrebbe fatto risparmiare miliardi). Per il nuovo Fondo, il Mes mette sul piatto 240 miliardi di potenza di fuoco inusata, con condizionalità bassa per chiudere gli spread provocati da crisi asimmetriche esterne, come la guerra, le catastrofi naturali per il cambiamento climatico, le pandemie.

Questo scudo sarebbe in grado di calmierare l’effetto negativo di un rialzo sui bond in portafoglio delle banche da un lato lasciando invece gli istituti liberi di approfittare dell’aumento dei tassi sul fronte del business.

Crediamo che il mercato in questa fase di forte incertezza abbia venduto ogni settore allo stesso modo ma ora farà come ha sempre fatto, selezionare con cura acquisti e vendite per ripulire gli eccessi. E il settore bancario dopo il calo inziale e un recupero nelle ultime sedute non ha ancora mostrato la sua forza in una fase di aumento dei tassi di interesse che aiuta sia i margini che i ricavi.

Una soluzione di investimento per sfruttare il rialzo del comparto

Date le elevate incertezze che rimangono sui mercati il nostro consiglio è sempre quello di mantenere una protezione. Il certificate di Vontobel con Isin DE000VV1A6L9 su BPER, Intesa e Unicredit stacca premi trimestrali con memoria del 3,802% (15,20% annuo) se nessuno dei sottostanti sarà crollato alle date di valutazione del 30%. Le cedole godono dell’effetto memoria per recuperare eventuali premi trimestrali non staccati. La durata del certificate è di due anni e dal terzo mese si apre la possibilità di rimborso anticipato. A scadenza protezione del capitale fino a cali del 30% dei sottostanti dal livello iniziale.

Di seguito una tabella con tutti i livelli di riferimento ad oggi del certificato e dei suoi sottostanti.

Il rendimento annualizzato del 15,02% è superiore al 12,4% che ha perso il settore da inizio anno ma per recuperarlo non sarà necessario che i titoli si riportino sui livelli dei primi di gennaio basterà che non finiscano sotto la barriera dunque non perdano tra il 23,6% di Unicredit e il 33,6% di Bper come mostrato dalla tabella.

La forza del certificate è legata anche alla tipologia della barriera, europea e dunque valida solo a scadenza, questa caratteristica permette all’investitore di non perdere le cedole se uno dei sottostanti, durante la vita del prodotto, si dovesse portare sotto barriera, basterà un recupero delle quotazioni sopra la barriera (-30% dal livello iniziale) a scadenza per recuperare tutte le cedole e vedere il certificate rimborsato a 1.000 euro.

Rimborso anticipato

Dal terzo mese il certificato offre la possibilità di rimborso anticipato a 1.000 euro se tutti i sottostanti si troveranno sopra il livello iniziale. Questa finestra di possibilità si riaprirà a ogni data di valutazione trimestrale successiva.

Spieghiamo meglio questo meccanismo con un esempio, se, non alla prima data di valutazione ma dalla seconda data di valutazione del 24 ottobre tutti e tre i sottostanti si dovessero portare sopra il livello iniziale, l’investitore incasserebbe 2 cedole da 38,02 euro ovvero il 7,6% in poco più di 5 mesi, a fronte di un rialzo dei due sottostanti sotto il livello iniziale (Intesa e Unicredit inferiore al 7% e con una protezione).

Scenari alla scadenza

Nel caso in cui non sia mai scattato il rimborso anticipato, si arriverà a scadenza naturale del prodotto, l’ultima data di valutazione è fissata il 22 aprile 2024, con due scenari:

1. Positivo: con tutti i sottostanti sopra il livello di barriera, il certificate verrà rimborsato a 1.000 euro più ovviamente tutte le cedole già staccate e l'ultima cedola. L’investitore, dunque, incassa un flusso cedolare del 15,02% lordo annuo.

2. Il caso negativo è quello che vede uno dei tre sotto al livello di barriera. Il rimborso del certificate rispecchierà la performance del peggiore sottostante dal livello iniziale. Ad esempio, a fronte di un -31% dal livello iniziale di Unicredit, il certificate sarà rimborsato a 699 euro. Il conto finale dipenderà dalle cedole incassate fino a quel momento.

Analisi di correlazione

Un punto di forza di questo certificato è quella di avere tre sottostanti dello stesso settore e fortemente correlati fra di loro. Questo permette una buona gestione della diversificazione di portafoglio e una riduzione del rischio. Da un lato, l’appartenere allo stesso settore permette di utilizzare il prodotto all’interno del portafoglio come un sostituto del settore bancario o da affiancare a titoli del comparto. Al contrario un certificate con sottostanti di diversi settori è esposto al peggiore di questo, ma non sapendo in anticipo quale sarà non si riesce a gestire al meglio la diversificazione settoriale, molto importante nella gestione di un portafoglio.

Altro aspetto, un certificate worst of che si espone a un unico settore ha un rischio implicito inferiore dei certificati con sottostanti di comparti diversi. A causa, infatti, del meccanismo di worst of, il prezzo del certificate segue l’andamento di un sottostante peggiore magari decorrelato dagli altri.

Per questo motivo preferiamo i certificati con sottostanti ben correlati fra loro che, in questo caso offrono anche un buon rendimento. Per correlazione si intende la capacità di tutti i sottostanti di muoversi insieme verso la stessa direzione e non avere, ad esempio un sottostante che, nel passato è andato in direzione diametralmente opposta agli altri. Ovviamente il passato non indica una certezza sugli scenari futuri, ma essendo business che insistono sullo stesso comparto, se non ci sono motivi specifici della società, i titoli tendono a replicare il movimento del settore.

La tabella sotto mostra il coefficiente di correlazione, da -1 dove la correlazione è inversa a 1 che è il massimo possibile. La matrice mostra una fortissima correlazione (dove si muove un sottostante si muove anche l’altro).

Analisi dei sottostanti

Diamo un’occhiata ai sottostanti per capire meglio i loro fondamentali. Partiamo da una tabella che mostra il consensus degli analisti ricavato da Bloomberg.

Unicredit

Oggi titolo in forte rialzo +8,3%, sull’avvio del piano di buy back, ovvero di acquisto di azioni proprie.

Trimestrale record

Risultati importanti per Unicredit nei primi tre mesi del 2022, caratterizzati da numeri record e dalla riduzione dell’esposizione in Russia.

La banca ha chiuso il primo trimestre dell’anno con un utile netto contabile di 247 milioni, in calo del 72,2% rispetto allo stesso periodo del 2021 proprio a causa di svalutazioni prudenziali su crediti per 1,3 miliardi “quasi interamente verso la Russia”, spiegano da Piazza Gae Aulenti.

Al netto della Russia, invece, l’utile balza del 37,8% a 1,2 miliardi, dato superiore al consensus di mercato pubblicato sul sito dell’istituto, fermo a 413 milioni di euro.

Il management dell’istituto ha descritto questo trimestre come “record”, nel corso del quale sono stati raggiunti i target del piano ‘Unicredit Unlocked’ su “tutti gli indicatori finanziari”, grazie “a forti performance e un continuo momentum nel business, a testimonianza della forza del core business e dell'impegno delle persone”.

Il piano “funziona”

Tra gli altri dati, i ricavi complessivi compresa l’esposizione in Russia sono saliti del 7,3% a 5 miliardi di euro e con un margine di interesse a 2,3 miliardi (+6%), oltre a commissioni di 1,8 miliardi (+7,3%).

La posizione patrimoniale con CET1 ratio risulta al 14%, includendo il riacquisto di azioni proprie per 1,6 miliardi relativo al 2021, la maturazione di dividendi per 0,4 miliardi nel 1Q 2022 e l’impatto delle rettifiche su crediti. Infine, sono calati i costi operativi, scesi a 2,3 miliardi (-2,6%) per un rapporto cost/income sceso al 46,7%.

“Il nostro piano sta funzionando bene con le modifiche che stiamo implementando”, commentava l’ad Andrea Orcel, aggiungendo di essere “confidente di poter confermare le restituzioni agli azionisti per l'anno in corso. Dobbiamo essere attenti in un mondo volatile, ma il nostro focus è sull'esecuzione del piano”.

Ridotta l’esposizione in Russia

L’importo dell’esposizione alla Russia di Unicredit è stato ridotto complessivamente di 2 miliardi di euro, considerando la perdita massima legata a Mosca nello scenario peggiore pari a 5,2 miliardi di euro, con un impatto di 128 punti base sul coefficiente Cet1.

Nel corso di una conference call con le agenzie di stampa, Orcel ha spiegato che di questi 92 punti base “sono già stati assorbiti nel primo trimestre”, ovvero il “70% del totale”.

La conferma del target

Per quanto riguarda l’anno in corso, Unicredit “conferma per il 2022 la propria guidance finanziaria, rettificata per l'impatto della Russia, sulla base del proprio scenario macroeconomico base case che stima una crescita del Pil nelle aree geografiche in cui UniCredit è presente di circa il 2,6% nel 2022 e del 3,1% nel 2023, con inflazione stimata al 5,9% nel 2022 e 2,4% nel 2023”.

L’anno è previsto dall’istituto con un utile oltre i 3,3 miliardi, ricavi a 16 miliardi e un coefficiente Cet1 tra il 12,5% e il 13%.

La posizione degli analisti

Gli analisti di Banca Akros definiscono “molto solida” la performance operativa di Unicredit, con l’istituto che “risulta in grado di assorbire l’impatto dell’esposizione russa”.

Trimestre “nettamente superiore alle attese a livello operativo” per gli analisti di Equita, con un ruolo importante per le “conferme del buyback e del target di distribuzione al 2024”.

Da Kbw confermano la raccomandazione ‘outperform’ e il prezzo obiettivo a 13,9 euro sul titolo, sottolineando “i forti trend operativi e la conferma del buyback”. Consiglio di acquistare Unicredit anche da Berenberg, i cui analisti evidenziano come i "conti trimestrali abbiano mostrato net interest income, commissioni e costi migliori delle attese del consenso”.

Bper

La banca emiliana, ieri ha chiuso il trimestre con un utile netto (escluse le quote di terzi) pari a 112,67 milioni di euro che sale a 158,3 milioni pre tasse rispetto ai 105,5 milioni dello stesso periodo del 2021 al netto delle componenti straordinarie.

In forte crescita la gestione operativa, arrivata a 325,32 milioni di euro con un balzo del 54% se confrontata con il primo trimestre dello scorso anno (211,21 milioni).

Aumento del 16,6% per i proventi operativi (882,74 milioni) grazie alla crescita delle commissioni nette, arrivate a 450,56 milioni (+37,3%).

A fine marzo 2022 il Common Equity Tier 1 risultava del 14,1%, leggermente in calo rispetto al trimestre precedente (14,5%), mentre l’indice calcolato in regime di piena applicazione è pari al 13,6% a fronte del 13,5% al 31 dicembre 2021, evidenziano un ampio buffer con l’attuale requisito SREP (8,3%).

Intesa SanPaolo

I primi tre mesi dell’anno si sono chiusi con un utile netto contabile di 1,024 miliardi di euro, mentre a netto delle rettifiche su Russia e Ucraina, questo sale a 1,67 miliardi, “pienamente in linea con l’obiettivo di oltre 5 miliardi per l’anno in corso”, sottolineano dall’istituto torinese.

Il Cet1 a regime rimane al 13,6% senza considerare i 110 punti base di beneficio derivante dall’assorbimento delle imposte differite attive entro il 2029 e l’impatto negativo di circa 100 punti base derivanti dal buyback.

Dal punto di vista operativo i proventi operativi netti si sono attestati a 5,4 miliardi in calo dell'1,4% su anno ma in crescita del 7,8% su base trimestrale. Cresce il margine di interesse (+0,1% su trimestre, +0,2% su anno), mentre le commissioni nette sono calate del 9,7% su trimestre e dell'1,2% su anno.

Guidance 2022

Per l’anno in corso la banca ha rivisto al ribasso l’obiettivo di utile netto atteso, portandolo a oltre 4 miliardi salvo “cambiamenti critici nell’offerta di materie prime/energia”, rispetto agli oltre 5 miliardi annunciati in precedenza.

L’utile netto dovrebbe “superare i 3 miliardi” nell'ipotesi molto conservativa di una copertura al 40% delle esposizioni su Russia e Ucraina, con il passaggio della maggior parte alla categoria Stage 3. Conferma, invece, per i target di utile netto al 2025 (6,5 miliardi), per il Cet 1 (oltre 12%) e del payout ratio (70%) dell’utile netto consolidato per ogni anno del piano.

Prevista, infine, un’ulteriore distribuzione da valutare anno per anno dal 2023 e un buyback da 3,4 miliardi subordinato all’approvazione della BCE.

Il giudizio di Equita Sim

Il trimestre risulta “migliore delle attese per maggior trading/minori costi”, evidenziano da Equita Sim, dopo aver aumentato la stima di utile netto 2022 del 10% a 3,7 miliardi di euro, “incorporando la sorpresa positiva del trimestre sul fronte trading e costi operativi, parzialmente compensata da un più alto costo del rischio, per riflettere un approccio prudente su esposizioni cross-border. Stime 2023-2024 sostanzialmente confermate”.

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Idea di investimento
Possibile rendimento Annuo del 15,20% con il certificate su BPER, Intesa e Unicredit
Sottostanti:
BPER Banca SpAIntesa SanpaoloUniCredit S.p.A
Rendimento p.a.
15,208%
Cedole
3,802% - €38,02
Memoria
si
Barriera Cedole
70%
ISIN
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