Borse europee in calo, tritate da rialzo dei tassi e situazione geopolitica

Ieri Powell ha chiarito che un po’ di dolore sarà necessario per combattere l’inflazione. La Fed ammette che bisognerà passare da una recessione se si vuole spegnere il rialzo dei prezzi.
Partenza in calo per le Borse europee dopo l'inversione, sul finale, di Wall Street che ieri ha chiuso con l’S&P500 a -1,7% e il Nasdaq a -1,79%.
A Piazza Affari il FtseMib arretra dell’1,5% Londra flette dello 0,9%, Madrid dell’1,3%, Parigi dell’1,6%.
L’indice Hang Seng della borsa di Hong Kong perde il 2% sui minimi da dicembre 2011. Stanotte la banca centrale del Paese dell'ex colonia ha alzato i tassi di 75 punti base, al 3,5%. Indice CSI 300 arretra dello 0,88%.
Il Nikkei di Tokyo ha chiuso in calo dello -0,58% e yen sui minimi dal 1998 dopo la conferma dei tassi sui livelli attuali da parte della Banca del Giappone.
Federal Reserve
Come in gran parte atteso, il Fomc ha annunciato un aumento dei tassi di 75 punti base portandoli a 3-3,25%, livello che non veniva raggiunto dal 2008. Si tratta del quinto rialzo consecutivo, il terzo di fila da tre quarti di punto percentuale.
La banca centrale Usa ha segnalato, inoltre, l'intenzione di rafforzare in rapidità e intensità l'irrigidimento monetario nel tentativo di contrastare la corsa dei prezzi, ai massimi a 40 anni.
Nei "dots" la mediana delle stime indica tassi a fine anno al 4,25-4,50% e al 4,50-4,75% nel 2023, il che implica altri due incrementi a novembre e dicembre, di cui almeno uno da 75 punti. Un allentamento non è previsto fino al 2024.
Usando parole nette, Jerome Powell ha ribadito che la Fed è "fortemente decisa" a portare a termine il suo lavoro, anche se il percorso non sarà indolore.
Le proiezioni economiche trimestrali mostrano un rallentamento del Pil nel 2022, con una crescita a fine anno ipotizzata allo 0,2%, che salirà all'1,2% nel 2023, ancora ben al di sotto del potenziale dell'economia Usa. Il tasso di disoccupazione, attualmente al 3,7%, dovrebbe salire al 3,8% quest'anno e al 4,4% nel 2023. L'inflazione è vista tornare lentamente all'obiettivo del 2% nel 2025.
Dinnanzi a questo quadro, i listini statunitensi e poi quelli asiatici hanno perso terreno, mentre il dollaro ha toccato un nuovo record ventennale su euro e un massimo da 37 anni su sterlina. I rendimenti del Treasury a 2 anni hanno superato il 4%, ai massimi dal 2007, mentre quelli decennali sono saliti a livelli che non si segnavano dal 2011.
Banca del Giappone
A poche ore dall'annuncio dell'istituto centrale statunitense, comunicazioni di tutt'altro stampo sono giunte da quello nipponico. Come ampiamente ipotizzato, al termine della sua due-giorni BoJ ha lasciato invariata la sua attuale politica ultra-accomodante. Il divario con una posizione aggressiva della Fed ha spinto lo yen a scendere ancora, su un nuovo minimo da 24 anni, oltre il livello psicologico di 145 per dlr.
Le altre banche centrali
Proseguono in mattinata ulteriori cruciali appuntamenti sul fronte monetario, in una settimana dall'agenda particolarmente fitta, con l'annuncio sui tassi da parte delle banche centrali di Svizzera (9,30) e Norvegia (10,30), entrambe viste stringere decisamente i cordoni in una generalizzata lotta contro il surriscaldamento dei prezzi che sembra mettere da parte per ora i timori recessivi.
Il responso più monitorato della giornata sarà quello di Bank of England che verrà diffuso alle 13.
Gli operatori scontano un incremento di tre quarti di punto percentuale - o un +50 in subordine -, volto a raffreddare il crescente costo della vita, mentre sul lato fiscale guardano anche alle implicazioni della mini-manovra programmata dal governo del neo-primo ministro conservatore Liz Truss, che sarà illustrata in giornata.
Gran Bretagna, Bank of England annuncia tassi e pubblica verbali riunione di politica monetaria (13,00).
Norvegia, banca centrale norvegese annuncia tassi; segue conferenza stampa (10,30).
Svizzera, banca centrale svizzera (SNB) pubblica rapporto di politica monetaria (9,30).
Zona euro, riunione 'General Council' Bce a Francoforte (9,00); no decisione tassi.
Zona euro, BCE pubblica 'Bollettino Economico' (10,00).
Obbligazionario
Si riparte dal 4,14% per il tasso del benchmark decennale e dai 223 centesimi per lo spread con la Germania sullo stesso tratto, in mercato che si confronta con il messaggio hawkish arrivato dalla Fed ieri sera.
Il Treasury Note a due anni è arrivato a toccare un rendimento del 4,15%, da 3,98% di ieri, a fine seduta era a 4,11%. Tutto tranquillo sulle scadenze più lunghe, il decennale (si è portato a 3,54%, più o meno i livelli del giorno prima. La curva dei tassi, per effetto di queste sollecitazioni, si è invertita ancora di più, lo spread dieci anni-due anni, è -55 punti base.
Oil
La parola recessione pesa come un macigno anche sul greggio nonostante i dati sulle scorte Usa abbiano mostrato una buona domanda. Il Brent si riporta sotto i 90 dollari al barile.
Cambi
L’indice del dollaro, in rialzo di quasi l’1%, tocca nuovi massimi di lungo periodo a 111,60.
L’euro ha perso ieri l’1,3%, stamattina è a 0,982, sui minimi degli ultimi vent’anni.
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