Borse sulla graticola per vaccini e ripresa economica debole

Tutti in ribasso stamattina i mercati asiatici dopo che ieri Wall Street ha vissuto la sua peggiore giornata da ottobre: S&P500 -2,5%, Nasdaq -2,6%. Scendono oro e petrolio, si rafforza il dollaro. La Fed dice che gli Usa sono lontani da una piena ripresa, la Germania taglia le previsioni di crescita. Deludono le prospettive di Apple e Facebook.
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A Tokio l’indice Nikkei è sceso dell’1,5%, Hong Kong -2,1%, Shanghai -2,4%.
Per le Borse europee si profila un avvio in calo stamattina, in sintonia con la brusca discesa registrata ieri a Wall Street e con il ribasso delle Borse asiatiche. Ieri sera a New York l’indice S&P500 ha finito la seduta con una perdita del 2,5% e il Nasdaq è arretrato del 2,6%: per Wall Street è stata la peggiore seduta dallo scorso ottobre.
Il ribasso è continuato questa notte in Asia: a Tokio l’indice Nikkei è sceso dell’1,5%, Hong Kong -2,1%, Shanghai -2,4%, Seul -1,8%.
Il future sull’indice complessivo europeo EuroStoxx 50 è in calo dello 0,5%. Come al solito quando in Borsa ci sono bruschi cambiamenti di rotta, la causa non è una sola. Innanzitutto c’è il tema dei vaccini, che ovviamente non sono prodotti in quantità sufficiente per soddisfare le richieste di tutti i Paesi e da questo fatto nascono tensioni e preoccupazioni che le campagne di vaccinazione subiscano ritardi rispetto ai piani originali.
Unione europea ai ferri corti con AstraZeneca: così cambia per l’Italia
Dopo il duro confronto con Pfizer, adesso l’Unione europea è ai ferri corti con Astra Zeneca. Prima ancora di avere ricevuto l’autorizzazione Ue al suo vaccino, la casa farmaceutica ha già annunciato drastici tagli nelle forniture (all’Italia, per dire, dovrebbero arrivare, entro fine marzo, 3,4 milioni di dosi, contro i 16 milioni inizialmente previsti).
Come per il contenzioso con Pfizer, Bruxelles sembra avere armi un po’ spuntate per far valere le proprie ragioni. Ma c’è di più: dall’Ema (l’agenzia europea per il farmaco) potrebbe arrivare, nelle prossime ore, non un’autorizzazione piena al vaccino di AstraZeneca, bensì condizionata all’utilizzo del vaccino per le persone che hanno meno di 65 anni o addirittura 55, visto che diversi studi hanno accertato un’efficacia minore nelle persone anziane. Così si legge sul Corriere della Sera.
Meno veloci sono le campagne di vaccinazione, più si allontana il ritorno a una normalità economica. La Germania ha abbassato le previsioni ufficiali di crescita per il 2021.
Che la ripesa non stia correndo ieri lo ha detto anche il presidente della Fed, Jerome Powell. La Fed ha lasciato invariati i tassi all’attuale livello e non ha intenzione di ridurre il massiccio intervento a sostegno dell’economia. Secondo Powell, l’economia Usa è lontana dalla piena ripresa e lontana dai target di inflazione e di occupazione della banca centrale.
Tesla ha annunciato ricavi record, ma gli utili sono inferiori alle attese.
Altro fattore che ha influenzato negativamente i mercati sono i risultati dei giganti tech di ieri sera. Apple ha fornito previsioni sul 2021 che hanno sorpreso per la loro prudenza. Anche Facebook ha sottolineato le incertezze dell’anno appena iniziato.
Tesla, invece, ha sì annunciato ricavi record per il quarto trimestre 2020, ma gli utili sono stati inferiori alle attese. Infine il colosso coreano Samsung ha annunciato utili inferiori alle attese.
C’è un altro indicatore che preoccupa la Borsa americana: il rapporto tra la capitalizzazione di Wall Street e l’aggregato monetario M2 è molto vicino ai massimi storici del 2007. “Questo significa che la liquidità presente nel sistema in gran parte è già confluita in Borsa - osserva Antonio Cesarano, chief global strategist di Interonte -. Per stimolare la Borsa serve dunque altra benzina, che in questo frangente è attesa dallo stimolo fiscale di Biden”. Finché non arriva, il rally può avere il fiato corto.
In questa situazione guadagna leggermente terreno il dollaro, scambiato a 1,209 contro l’euro (-0,1%). Scendono le quotazioni del petrolio: Brent e Wti perdono entrambi lo 0,7% rispettivamente a 55,4 e a 52,4 dollari al barile.
Scende anche l’oro a 1.837 dollari l’oncia (-0,6%).
Tra i titoli di Piazza Affari, segnaliamo:
STM – Ha annunciato i risultati del quato trimestre 2020 chiuso con 657 milioni di dollari di Ebit, in rialzo del 42% anno su anno, il consensus era a 610 milioni. Utile per azione rettificato di 0,63 dollari, sei centesimi sopra le stime. Meglio delle aspettative le indicazioni sul primo trimestre del 2021, con un margine lordo del 38,5% Tod’s - Nel quarto trimestre le vendite sono scese del 22% a 184 milioni di euro, in linea con le aspettative del consensus.
Safilo - Chiude il 2020 con ricavi pari a 780 milioni di euro, in calo del 17%. Il dato è in linea con le aspettative. Nel quarto trimestre le vendite sono salite del 3% a parità di perimetro, soprattutto per effetto delle attività acquisite di recente. Fincantieri – E’ definitivamente saltata l’acquisizione della francese Chantier de l'Atlantique. Generali - Il Cda ha approvato una nuova struttura organizzativa finalizzata a sostenere l'esecuzione del piano al 2021 con la quale viene a cessare la posizione di General Manager, oggi ricoperta da Frederic de Courtois, che lascerà il gruppo dall'1 febbraio. Unicredit - Il cda ha nominato all'unanimità Andrea Orcel come nuovo amministratore delegato. Stellantis - L'agenzia di rating DBRS ha alzato da "BBB (low)" a "BBB" l'Issuer Rating e Senior Unsecured Debt rating della casa automobilistica. Il trend su tutti rating è stabile. Martin Vial, a capo della società che gestisce le partecipazioni statali francesi APE, ha detto che Bpifrance non rimarrà azionista di Stellantis per sempre.
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