Bper Banca debole dopo i conti, dubbi sul dividendo


La banca emiliana è riuscita ad aumentare il suo utile netto consolidato nel 2023, con un margine di interesse cresciuto per l’ottavo trimestre consecutivo, ma il rinnovo, l’entità della cedola e il futuro piano industriale spingono mercato e analisti alla cautela.


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Azioni Bper Banca in rosso

Un “anno da incorniciare” per Bper Banca con risultati comunicati ieri a mercato chiuso “ben oltre la congiuntura del sistema bancario”, secondo il management dell’istituto emiliano, ma la quantità del dividendo e le parole dell’amministratore delegato Piero Luigi Montani spingono alla cautela mercato e analisti.

L’apertura di Piazza Affari, infatti, vede le azioni dell’istituto con sede a Modena cedere l’1,5% nel corso della prima ora di scambi, scendendo ad un minimo di 3,442 euro, riducendo così i guadagni da inizio 2024 al 10%.

I numeri del 2023

La banca emiliana ha chiuso il 2023 con un utile netto consolidato di 1.519,5 milioni di euro, in crescita del 4,87%, dopo aver speso nel corso dell’anno 161,2 milioni relativi ai contributi ai fondi sistemici. Positivi anche i risultati del quarto trimestre, confermando i risultati conseguiti nei primi nove mesi, con un utile netto pari a 432,4 milioni.

Il margine di interesse cresce per l’ottavo trimestre consecutivo e si attesta a 3.241,8 milioni (+78,1% anno su anno), con un +4% (870,3 milioni) rispetto al periodo precedente, grazie soprattutto all’incremento dello spread commerciale conseguente al rialzo dei tassi di interesse, al limitato impatto sul costo dei depositi e al contributo derivante dal portafoglio di investimenti.

Le commissioni nette sono arrivate a 2.010,4 milioni di euro, in aumento del 3,5% a/a, e nel quarto trimestre 2023 il dato risulta pari a 529 milioni, con un +8,9% rispetto al trimestre precedente, come conseguenza del solido contributo derivante dalle commissioni riferibili all'attività bancaria tradizionale (+2,0% a/a). Positivo anche il contributo delle commissioni relative alla raccolta indiretta (+4,9% a/a) così come quello del comparto bancassurance (+7,5% a/a).

Il cost income ratio ordinario risulta pari al 50,7%, in miglioramento rispetto al dato ordinario relativo all'esercizio 2022 pari a 64,1%. Il costo del credito si attesta a 48 p.b., in calo rispetto al dato registrato nell'esercizio 2022 pari a 64 p.b., mentre il portafoglio crediti è caratterizzato da bassi afflussi netti di esposizioni deteriorate ed elevati livelli di copertura.

La raccolta diretta da clientela cresce a 118,8 miliardi (+3,4% da fine 2022) e fra i driver principali ci sono le buone performance dei depositi vincolati (+2,1 miliardi), delle obbligazioni (+4,9 miliardi), dei certificates (+1,1 miliardi) e il positivo andamento della raccolta dei pronti contro termine (+2,1 miliardi). I crediti netti verso la clientela sono pari a 88,2 miliardi (90 miliardi i crediti lordi) in calo del 3,2% rispetto al dato di fine 2022.

Cedola “non bassa”

Il consiglio di amministrazione ha approvato la proposta per la distribuzione di un dividendo unitario in contanti pari a 30 centesimi di euro per ciascuna delle 1.415.850.518 azioni rappresentative del capitale sociale.

Nel corso della call con gli analisti tenutasi ieri sera dopo la diffusione dei risultati, Montani ha risposto ad una critica sull’entità della cedola, giudicata “abbastanza bassa” da un giornalista.

“Mi spiace che lei la giudichi basso”, ha affermato il manager, spiegando che la banca è arrivata “a dare 30 centesimi, che rappresentano un payout del 30% ed è previsto a fine piano di arrivare a un payout complessivo del 50% al 2025, quindi siamo in anticipo”.

Ricordando la recente integrazione della ex Carige e i risultati del 2023, “il nostro intendimento è quello di favorire i soci, ma per farlo dobbiamo mantenere la banca solida, non vogliamo bruciare tutto adesso per fare bella figura ma vogliamo continuare a crescere” e “da questo punto di vista “una banca ben patrimonializzata dà sicurezza gli azionisti per il futuro”, ha concluso Montani.

Risultati “eccellenti”

Montani ha difeso i risultati della banca nel 2023 definendoli “eccellenti, ben oltre la favorevole congiuntura del sistema bancario italiano”, in quanto “a differenza delle altre banche noi ci siamo trovati in questi due anni-due anni e mezzo di lavoro a portare avanti lo sviluppo dei risultati mentre abbiamo portato a termine operazioni di M&A importanti”. L’ad ha ricordato che il gruppo ha inglobato 988 sportelli, 2,5 milioni di clienti, 8.400 dipendenti, 150 miliardi di masse intermediate, aggiungendo che “il Cet1 al 14,5% è alto sì, ma non tanto più del resto del settore”.

“Abbiamo chiuso il piano in grosso modo due anni scarsi, ne siamo orgogliosi e ringrazio tutta la struttura - sia centrale che sul territorio - che ci ha sorretto con tutta la clientela”, ha detto l'AD.Sul futuro Montani ha annunciato che “l’attuale piano industriale 2022-2025 verrà rivisto quest’anno, probabilmente a breve”, pertanto “non sarà questo consiglio a lavorarci, dato che scadrà ad aprile, ma il prossimo”, quindi dopo l’assemblea in primavera, e “in quell’occasione aggiorneremo anche il dividend payout, ma fino ad allora procediamo in progressione lineare sulla base dell’attuale piano”.

Analisti cauti

Da Jefferies hanno confermato il giudizio ‘buy’ sul titolo, con prezzo obiettivo di 5,7 euro dopo i risultati diffusi ieri, sottolineando che hanno mostrato “una performance operativa” nell’ultimo trimestre, con ricavi “dal core business ben oltre le attese nonostante i costi di ristrutturazione per circa 300 milioni”.

Gli analisti del broker, però, si attendevano di più in termini di dps per l’esercizio appena concluso anche alla luce della distribuzione annunciata dagli altri istituti italiani, ma da quanto è emerso dalla call gli analisti riconducono la scelta di un dividendo da 0,3 euro alla cautela in vista del rinnovo del cda in aprile.

Il margine d’interesse, di 870 milioni, è del 5% superiore al consenso raccolto da Visible Alpha (e +4% delle stime degli esperti) e i crediti deteriorati sono scesi a 2,4% dal 2,8% di settembre. A livello di guidance 2024, l’utile netto di 1,3 miliardi si pone dell’8% sopra il consenso ed esclude l’una tantum di 150 milioni dall’accordo con Gardant. In ogni modo, “Bper rimane esposta ai tassi di interesse”, concludono da Jefferies.

Consiglio di acquisto anche da Equita Sim, con prezzo obiettivo alzato del 3% a 4,7 euro. Nel quarto trimestre, l’utile adjusted è risultato del 6% superiore alle attese e ha portato il dato per l’intero esercizio a 1,5 miliardi, sopra la guidance di 1,1 miliardi. A livello di ricavi, Equita sottolinea la “sorpresa positiva” sul margine d’interesse (+2% sulle attese) e su altri ricavi. “Bene” anche gli accantonamenti per perdite su crediti (Llp) che evidenziano un costo del rischio “a livelli contenuti” nonostante la compensazione da perdita da -68 mln dagli investimenti (a fronte di stime per +7 mln).

“Il titolo tratta a valutazione compresse e c’è spazio per un rerating”, conclude Equita che però conferma il rating hold perchè preferisce altri titoli del settore “su cui riteniamo ci sia maggiore visibilità su redditività e remunerazione anche in fasi di mercato meno favorevoli di quelle attuali”.

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