Bpm e Unicredit si fanno belle prima delle nozze, via alla cessione di nuove Npl


Banco Bpm verso la cessione di 1,5 miliardi di sofferenze, Unicredit pronta a metterne sul mercato 2 miliardi. Ma per Moody's, con la fine della moratoria sui prestiti, tra 12 -18 mesi i crediti deteriorati sono destinati ad aumentare


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Banco Bpm verso la cessione di 1,5 miliardi di Npl

Banco Bpm potrebbe annunciare a breve un accordo con il Credito Fondiario sulla cessione di 1,5 miliardi di Npl, non performing loans, ovvero crediti di difficile esigibilità. A scriverlo è Mf.

Lo scorso 6 maggio la banca aveva comunicato che questa cessione, dovrebbe essere finalizzata entro il 30 giugno, consentirà una significativa riduzione delle sofferenze, la cui incidenza sul totale dei crediti lordi si ridurrà dal 3,1% al 31 marzo 2021 all’1,8% rettificato, portando il totale dei crediti non performing lordi da 8,7 miliardi a 7,2 miliardi adjusted, con un Npe ratio lordo, ovvero il rapporto tra crediti deteriorati e l’intero ammontare di crediti della banca, in riduzione dal 7,5% al 6,3% rettificato.

Tale operazione avverrà sotto forma di cartolarizzazione con la cessione dei crediti ad un veicolo ad hoc, SPV che emetterà le notes (senior, mezzanine e junior); l’istituto sta valutando l'opportunità di richiedere la garanzia dello Stato (GACS) sulle senior notes emesse.

Unicredit, in vendita altri 2 miliardi di sofferenze

UniCredit avrebbe avviato la cessione di due portafogli di crediti deteriorati dal valore di circa 2 miliardi.

A scriverlo è sempre MF, secondo cui il primo sarebbe composto da Npl (non performing loans) e Utp (unlike to pay) per un nominale di un miliardo, mentre il secondo sarebbe farebbe riferimento a sofferenze unsecured (non garantite), sempre per un ammontare di un miliardo. Npl, Utp e sofferenze unsucured, sono diverse categorie che servono a classificare la rischiosità del credito deteriorato.

Restyling

In molti hanno letto le recenti operazione sulle Npl come una mossa per le banche di “farsi belle”, prima di eventuali M&A. Il consolidamento del settore è un tema caldo e ormai da settimane si parla di un possibile polo a tre Unicredit, Mps e Banco Bpm.

L’obiettivo, oltre alle sinergie e al rafforzamento è quello di approfittare degli aiuti fiscali sulle perdite pregresse in caso di fusioni (Dta). Dote che facilita le nozze ma che ha una scadenza ben precisa: fine anno per le fusioni non amichevoli, ovvero non concordate dai due cda delle banche oggetto di fusione, e un anno e mezzo (dicembre 2022 ) in caso di matrimonio consensuale. Un tesoretto fiscale che secondo i calcoli di Deutsche Bank vale 11,6 miliardi di euro.

La fusione tra Bpm e Unicredit libererebbe 3 miliardi di crediti fiscali. Tra Unicredit e Mps circa 3,5 miliardi. Ma la norma prevederebbe, il tema potrebbe essere ritoccato, che in caso di fusione a tre si utilizzano crediti fiscali solo per le prime nozze.

Moody’s prevede un boom di Npl nel 2022

In un recente report, l’agenzia di rating Moody’s, con lo scadere della moratoria sui prestiti, che il Governo ha prorogato per altri 6 mesi, fino al 31 dicembre di quest’anno, si aspetta un netto incremento delle sofferenze bancarie. “Prevediamo che i prestiti in sofferenza delle banche italiane aumenteranno notevolmente nei prossimi 12-18 mesi, in particolare dopo la scadenza della moratoria sui rimborsi legata al Coronavirus e visto che alcuni mutuatari non sono in grado di riprendere i pagamenti completi dei prestiti”, commenta Fabio Iannò, VP – Senior Credit Officer di Moody’s e autore del rapporto.

Moody’s ricorda che, secondo i dati dell’Autorità bancaria europea, i crediti deteriorati degli istituti di credito italiani sono scesi al 4,1% dei prestiti lordi a dicembre 2020 da un picco del 17% nel 2015, soprattutto grazie al fatto che le banche hanno scaricato i loro crediti problematici principalmente attraverso cessioni e cartolarizzazioni, vendendo circa 40 miliardi di euro di crediti problematici lo scorso anno, in aumento rispetto ai 34 miliardi di euro del 2019.

Moody’s prevede che le vendite e le cartolarizzazioni di NPL continueranno a essere elevate nel 2021, fungendo da contrappeso al previsto deterioramento della qualità degli attivi. Forse per questo o perché il sistema è più solido rispetto al passato, l’ammontare dei crediti problematici delle banche non tornerà a toccare il suo picco storico del 2015.

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