Certificate cash collect: cosa sono e come funzionano

I certificate Cash Collect distribuiscono premi periodici al verificarsi di determinate condizioni. Vediamo insieme i principali vantaggi e i rischi con l'aiuto di esempi.
Indice dei contenuti
- 1. Cosa sono i certificate cash collect
- 2. Come funziona un cash collect: sottostante, strike e barriere
- 3. Cedole periodiche, cedole incondizionate ed effetto memoria
- 4. Rimborso anticipato (autocall) e rimborso a scadenza
- 5. Esempio certificate cash collect
- 6. La fiscalità dei cash collect
- 7. Capital gain
- 8. I principali rischi dei certificate cash collect
- 9. Cosa guardare nel KID prima di investire in un cash collect
Cosa sono i certificate cash collect
I certificates Cash Collect sono certificati di investimento a capitale condizionatamente protetto. Questo significa che il capitale è protetto solo finché il sottostante non scende oltre una certa soglia prefissata, chiamata barriera. In cambio di questa protezione “a condizioni”, l’investitore può incassare premi periodici potenzialmente interessanti.
I Cash Collect sono strumenti finanziari derivati: il loro prezzo dipende dall’andamento di uno o più sottostanti, che possono essere azioni singole, indici, panieri di titoli (basket), valute o materie prime. Non compri direttamente il sottostante, ma una struttura che definisce in anticipo come e quanto guadagni o perdi in diversi scenari di mercato.
In pratica, un certificate Cash Collect viene emesso da una banca con alcune caratteristiche chiave: un valore nominale (spesso 100 o 1.000 euro), una scadenza, uno o più sottostanti, una barriera sul capitale, una barriera cedolare, un meccanismo di pagamento di premi periodici (chiamati anche cedole, coupon e bonus) e, spesso, una possibilità di rimborso anticipato automatico (autocall) oppure a discrezione dell'emittente (softcall).
Vuoi saperne di più sui certificates? Puoi leggere la guida su cosa sono i certificates.
Come funziona un cash collect: sottostante, strike e barriere
Per capire come funziona un Cash Collect, conviene partire da alcuni elementi di base:
- Il sottostante è l’attività finanziaria a cui è legata la performance del certificate. Può essere un singolo titolo (per esempio un’azione) oppure un paniere di più sottostanti. Quando i sottostanti sono più di uno, nella maggior parte dei Cash Collect si applica la logica worst of: significa che, ad ogni data di osservazione e soprattutto alla scadenza, non conta la media del paniere né il migliore, ma il sottostante che ha performato peggio rispetto al proprio strike.
- Lo strike è il valore del sottostante registrato alla data di emissione e rappresenta il metro di confronto per tutte le valutazioni successive.
- La barriera sul capitale è un livello percentuale rispetto allo strike (per esempio 60% o 70%) che separa i casi in cui il capitale resta protetto dai casi in cui la protezione viene meno. Esistono due tipi principali di barriere sul capitale. La barriera cosiddetta europea (o discreta), tipica di molti Cash Collect quotati su Borsa Italiana, viene osservata solo alla data di valutazione finale. In questo caso non importa se durante la vita del prodotto il sottostante ha bucato la barriera: ciò che conta davvero è il valore alla scadenza. La barriera americana (o continua), meno frequente ma presente in alcune strutture, viene invece monitorata nel corso della vita del certificate. Se viene toccata o superata al ribasso, la protezione del capitale salta e il rimborso finale seguirà in modo più diretto l’andamento del sottostante.
- Barriera cedolare: oltre alla barriera sul capitale esiste spesso anche una barriera per il pagamento dei premi. In questo caso si parla di livello cedola o livello coupon. Alle date di osservazione intermedie l’emittente verifica dove si trovano i sottostanti rispetto a questa soglia per decidere se pagare il premio o saltarlo.
Cedole periodiche, cedole incondizionate ed effetto memoria
La ragione per cui i certificate Cash Collect sono così popolari è la possibilità di incassare premi periodici. Questi premi possono avere cadenza mensile, trimestrale, semestrale o annuale e sono espressi in percentuale sul valore nominale.
Spesso il pagamento del premio è condizionato: alle date di osservazione intermedie si controlla se tutti i sottostanti si trovano sopra un certo livello, per esempio il 60% o il 70% dello strike. Se la condizione è rispettata, il premio viene pagato; se non è rispettata, la cedola non viene distribuita. In alcune strutture, però, esistono cedole incondizionate, cioè pagate indipendentemente dall’andamento del sottostante (o dei sottostanti).
Molti Cash Collect includono il cosiddetto effetto memoria. Se in una data di osservazione il sottostante si trova sotto la barriera cedolare e la cedola non viene pagata, questa informazione viene “salvata” dal prodotto. Nella prima data successiva in cui la condizione torna soddisfatta, il certificate non paga solo il premio corrente, ma anche tutti quelli arretrati non staccati in passato. L’effetto memoria attenua la frustrazione delle cedole saltate, ma non elimina il rischio che la barriera non venga più superata fino a scadenza.
Rimborso anticipato (autocall) e rimborso a scadenza
Un’altra caratteristica tipica dei certificate Cash Collect è il rimborso anticipato, chiamato autocall (si parla quindi di cash collect autocallable certificate). A partire da una certa data l’emittente verifica periodicamente se i sottostanti si trovano al livello di autocall, che di solito coincide con lo strike o è leggermente inferiore. Se la condizione è soddisfatta, il certificate viene rimborsato prima della scadenza naturale al valore nominale, con in aggiunta i premi dovuti fino a quel momento.
Se invece il livello di autocall non viene raggiunto, il prodotto resta in vita fino alla data di osservazione successiva. In portafoglio, questo meccanismo crea un rischio di reinvestimento: un Cash Collect particolarmente generoso potrebbe essere richiamato proprio quando l’investitore avrebbe preferito continuare a incassare le cedole.
Alla scadenza si guarda di nuovo il livello dei sottostanti rispetto alla barriera sul capitale. Se tutti i sottostanti sono al di sopra della barriera, il certificate rimborsa il valore nominale e, se previsto, paga gli ultimi premi e quelli eventualmente in memoria. Se almeno uno dei sottostanti è al di sotto della barriera, la protezione viene meno e il rimborso diventa legato alla performance del peggiore tra i sottostanti, secondo la logica worst of. In questo caso è come se l’investitore avesse comprato direttamente il titolo con l’andamento più negativo, senza beneficiare dei dividendi che quel titolo avrebbe eventualmente distribuito.
Alcuni certificates lasciano la discrezionalità all'emittente di richiamare il prodotto. Questa opzione viene utilizzata al fine di alzare il livello di rendimento del certificato rispetto a un equivalente struttura autocallable e spesso permette, almeno nei primi 12 mesi, di non richiamare il prodotto e staccare premi anche con sottostanti sopra il livello iniziale.
Esempio certificate cash collect
Immaginiamo un certificate Cash Collect con tre sottostanti. Il valore nominale è 1.000 euro, la barriera sul capitale e sui premi è posta al 60% del valore iniziale e il prodotto paga un premio trimestrale del 2,5% (pari a circa il 10% annuo) a condizione che tutti e tre i titoli quotino almeno al 60% dello strike nelle date di osservazione. Le cedole hanno effetto memoria e il certificate prevede un meccanismo di autocall trimestrale a partire dal secondo anno, attivo se la quotazione di tutti i sottostanti è almeno pari allo strike iniziale.
SCENARIO POSITIVO
Se alla data di valutazione finale il certificate non dovesse essere ancora stato ritirato occorrerà guardare al valore dei sottostanti. Con tutti i sottostanti ad un valore maggiore o uguale al 60% rispetto al valore iniziale, il certificate verrà rimborsato a 1.000 € e verranno incassati tutti i premi trimestrali non incassati precedentemente.
SCENARIO NEGATIVO
Se alla data di valutazione finale anche uno solo dei tre sottostanti avrà perso un importo superiore al 40% rispetto al valore iniziale, per l’investitore sarebbe come aver puntato sul titolo peggiore senza lo stacco dei dividendi, ma con eventuali premi incassati. Supponiamo che il peggiore abbia perso il 70%. Il certificate rimborserà 300 euro per ogni 1.000 di nominale, replicando la performance del sottostante peggiore. Gli eventuali premi incassati nel tempo attenuano la perdita, ma il capitale non è più protetto.
La fiscalità dei cash collect
Dal punto di vista fiscale, i certificate Cash Collect sono classificati tra i redditi diversi di natura finanziaria. Questo significa che i premi e le eventuali plusvalenze realizzate vendendo il certificate o ricevendone il rimborso possono essere utilizzate per compensare minusvalenze pregresse presenti nello zainetto fiscale, entro i quattro anni successivi alla loro maturazione.
La possibilità di usare i Cash Collect per recuperare minusvalenze accumulate su altri strumenti (come azioni, obbligazioni, ETF o altri derivati) è uno dei motivi per cui questi prodotti vengono spesso usati anche in ottica di efficienza fiscale.
Capital gain
Il capital gain è un altro elemento spesso sottovalutato nei Cash Collect. Se si acquista il certificate sotto la pari (per esempio a 96) e il prodotto arriva a scadenza con il sottostante (o i sottostanti) sopra la barriera alla data di valutazione finale, la differenza tra prezzo di acquisto e valore di rimborso a 100 rappresenta un guadagno aggiuntivo, distinto dai premi.
I principali rischi dei certificate cash collect
- Dietro premi spesso appetibili, i certificate Cash Collect nascondono una serie di rischi che vanno compresi prima di investire.
- Rischio emittente: Il default dell’emittente può comportare la perdita anche totale del capitale, indipendentemente dalle dinamiche del sottostante. Per valutare il rischio emittente è utile guardare i rating assegnati dalle principali agenzie (S&P, Moody’s, Fitch), reperibili nelle schede prodotto e nella documentazione dell’emittente.
- Rischio di mercato: È il rischio legato all’andamento delle attività finanziarie sottostanti: azioni, indici, materie prime, valute, tassi di interesse. Se il sottostante si muove in modo molto sfavorevole, anche un certificato con barriere “protettive” può generare perdite importanti.
- Superamento della barriera finale: Nei certificati a capitale condizionatamente protetto il livello barriera è il vero spartiacque. Una violazione della barriera, in particolare nei panieri (o basket) worst-of con più sottostanti, può trasformare una struttura apparentemente prudente in una esposizione quasi lineare alla performance del sottostante peggiore.
- Complessità: Molti payoff prevedono combinazioni di condizioni (barriera, autocall, softcall, effetto memoria) che non sono immediatamente intuitive. Senza comprenderle a fondo, è facile farsi attrarre da un rendimento elevato sottovalutando gli scenari peggiori.
Cosa guardare nel KID prima di investire in un cash collect
Prima di comprare un certificate Cash Collect, vale sempre la pena dedicare qualche minuto alla lettura del KID, il documento contenente le informazioni chiave. Nella parte dedicata alla descrizione del prodotto è importante capire come funzionano i premi, se sono condizionati o incondizionati (e a quali condizioni), se esiste effetto memoria e in quali date precise avvengono le osservazioni.
Un secondo passaggio è capire a che livello percentuale è fissata la barriera a scadenza. Nei prodotti worst of, il rimborso finale dipende solo dal titolo con la performance peggiore, quindi è essenziale guardare bene la composizione del basket.
Conviene poi verificare il meccanismo di rimborso anticipato: da quando può scattare l’autocall, con quale frequenza, a quale livello del sottostante e con quali conseguenze sul flusso di cedole.
Nella sezione dedicata ai rischi il KID riassume il livello di rischio su una scala da 1 a 7 e mostra alcuni scenari di rendimento sfavorevole e di stress, utili per farsi un’idea di quanto capitale potrebbe essere a rischio.
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