Coinbase, la favorita di Trump: rally senza freni

Per Barron’s, nessun’altra società sta beneficiando quanto Coinbase dell’attuale contesto politico. Dopo un +58% da inizio anno, il titolo vola sopra i target degli analisti. Ma i fondamentali giustificano ancora l’entusiasmo?
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Balzo del 50% nell’ultimo mese
Il titolo Coinbase Global ha messo a segno un rally spettacolare: +50% nell’ultimo mese, +58% da inizio anno, +62% su base annua. Lunedì 14 luglio ha chiuso a 394 dollari, in rialzo dell’1,8%, stabilendo un nuovo record di chiusura. Una performance che ha colto di sorpresa anche gli analisti: il prezzo medio obiettivo secondo il consensus si ferma oggi a 303 dollari, ben al di sotto del livello attuale. Ma dopo un simile exploit, vale ancora la pena investire in Coinbase?
Secondo un’analisi di Barron’s, il contesto macro e politico ha contribuito in modo determinante a spingere in alto le quotazioni del colosso statunitense degli asset digitali. L’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca ha coinciso con una nuova stagione favorevole per il comparto crypto. Bitcoin ha toccato nuovi massimi storici, le cause legali che pendevano su Coinbase sono state archiviate e l’ambiente regolatorio è diventato più permissivo, con l’arrivo di autorità più “crypto-friendly”.
Determinante la vittoria nella causa contro la SEC
La piattaforma di scambio ha ottenuto una vittoria chiave a febbraio, quando la SEC ha deciso di archiviare la causa in cui accusava Coinbase di operare come una Borsa valori non registrata. A maggio, è arrivata un’altra pietra miliare: l’ingresso di Coinbase nell’indice S&P 500, un traguardo mai raggiunto prima da un’azienda del settore crypto.
Anche eventi potenzialmente negativi, come un costoso attacco informatico e l’apertura di una seconda indagine da parte della SEC, non hanno rallentato la corsa del titolo, che ha superato i 100 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. Come sottolinea Barron’s, nessun'altra società (e settore) sembra beneficiare così direttamente delle politiche dell’amministrazione Trump quanto Coinbase.
In arrivo tre nuove leggi sugli asset digitali
Ora l’attenzione si concentra sulle prospettive future. Il Congresso americano sta valutando tre proposte di legge che mirano a chiarire il quadro normativo degli asset digitali. Tra queste, la più attesa è il Clarity Act, che, se approvato, dovrebbe fornire alle istituzioni maggiore certezza sugli asset digitali che possono detenere e scambiare. Benchmark Equity Research ha ribadito il rating “Buy” su Coinbase, fissando un target a 421 dollari. Secondo l’analista Mark Palmer, la società è in pole position per trarre vantaggio da queste novità, grazie alla sua esperienza nella compliance e all’ampiezza della sua offerta rivolta ai clienti istituzionali.
Owen Lau di Oppenheimer è più cauto: assegna al Clarity Act una probabilità di approvazione del 70% entro l’anno e ha rivisto al ribasso le stime sui volumi di scambio di Coinbase in vista della trimestrale attesa per il 31 luglio. Tuttavia, anche Oppenheimer ha alzato il target sul titolo, portandolo a 417 dollari, e confermato il giudizio “Outperform”, segnalando che eventuali delusioni sull’imminente trimestrale potrebbero creare un punto d’ingresso più interessante per nuovi investitori.
Prevista nel 2025 una crescita dei ricavi del 12%
A livello fondamentale, le previsioni per il 2025 vedono ricavi pari a 7,3 miliardi di dollari, in crescita del 12% rispetto all’anno precedente. L’utile atteso è di 1,4 miliardi, in calo rispetto ai 2,5 miliardi stimati per il 2024. Attualmente Coinbase è scambiata a un P/E 2025 di 74 volte, giustificato dalle grandi potenzialità di crescita se andranno in porto tutte le riforme per legalizzare e regolare l’universo crypto, e dalla leadership consolidata della società nel settore.
Tuttavia, con il titolo già in forte rialzo e ben al di sopra dei target medi degli analisti, un approccio prudente potrebbe suggerire di attendere un eventuale storno post-trimestrale prima di entrare in posizione.
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